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martedì 27 febbraio 2024

"Ravensong. Il canto del corvo", di TJ Klune

 


TITOLO: Ravensong. Il canto del corvo

TITOLO ORIGINALE: Ravensong

SAGA: Green Creek #2

AUTORE: TJ Klune

CASA EDITRICE: Triskell Edizioni (ora fuori catalogo)

GENERE: Urban Fantasy contemporaneo con romance MM

PAGINE: 504

DATA DI PUBBLICAZIONE: 25 novembre 2020



TRAMA



Gordo Livingstone non ha mai dimenticato le lezioni incise sulla sua pelle. Temprato dal tradimento di un branco che lo ha abbandonato, ha cercato conforto in un’officina nella piccola città di montagna in cui vive, giurando di non lasciarsi più coinvolgere dagli affari dei lupi. Avrebbe dovuto bastargli. E gli è bastato, finché i lupi non sono tornati, e con loro anche Mark Bennett. Alla fine, hanno affrontato la bestia insieme, come un branco… e hanno vinto. Un anno dopo, Gordo si ritrova ancora una volta a essere lo stregone del branco dei Bennett. Green Creek ha trovato un equilibrio dopo la morte di Richard Collins, e con difficoltà Gordo cerca di ignorare Mark e il canto che ulula tra loro. Ma il tempo stringe. Qualcosa è in arrivo. E questa volta striscia da dentro. Alcuni legami, non importa quanto forti, sono fatti per essere spezzati.



RECENSIONE



-Hai un odore strano.

-Invece no.

-Un po'. È come... la terra. Come il fango e le foglie e la pioggia.



Come sanno anche i muri TJ Klune è uno dei miei autori del cuore, e visto che in questo momento c'è tanto bisogno d'amore e magia ho deciso di approfittarne per tuffarmi di nuovo nel mondo dei miei licantropi queer preferiti, la cui saga, fuori catalogo nella sua prima edizione, è in corso di ripubblicazione con Oscar Vault. A un anno di distanza dagli avvenimenti di Wolfsong, il branco Bennett è più felice e forte che mai. Gordo ha riabbracciato il suo ruolo di stregone, ma malgrado gli amici cerchino di spronarlo, ancora non si decide a sistemare le cose con Mark, il lupo di cui era innamorato da ragazzino, prima che capitasse una tragedia e il branco lo abbandonasse per molti anni. Tornare a fidarsi è difficile per lui, almeno finché non arriva un nuovo pericolo che minaccia di distruggere le identità dei lupi e recidere ogni legame. Per salvare Mark e il resto del gruppo, Gordo dovrà rischiare il tutto per tutto e cercare di riaprire le porte del proprio cuore.

Ravensong si è rivelato un altro romanzo meraviglioso al profumo di terra, fango, foglie e pioggia, ed è riuscito nella difficile impresa di superare in bellezza il suo predecessore, offrendo un nuovo tassello a una storia intrigante e romantica in cui le emozioni diventano sempre più intense. Fin dalla prima pagina mi sono resa conto di aver sottovalutato la mia nostalgia per il branco Bennett, e non solo mi sono sentita di nuovo come se ne facessi parte anch'io: il mio affetto si è rafforzato, per ciascuno di loro, e in particolare per coloro a cui Ox e Joe, comunque molto presenti, hanno passato il testimone. Ero rimasta colpita da Gordo già nel capitolo precedente, per via della natura stregonesca, il lavoro in officina che mi fa sempre pensare al mitico Julian di Cemetery Boys e la bontà che, seppur con riluttanza, lascia emergere dietro una maschera scontrosa. Sono stata quindi molto felice di conoscerlo meglio, di toccare da vicino le fragilità dovute ai traumi del passato e al senso di tradimento e abbandono e di vederlo crescere e riaprire il cuore. Nella prima parte del romanzo abbiamo modo di scoprire il suo passato, dal primo incontro col  branco agli anni della caccia a Richard Collins, mentre nella seconda lo vediamo barcamenarsi tra i nuovi pericoli (che espandono in modo eccellente il worldbuilding) e il rapporto col branco, soprattutto con l'amato Mark, un uomo spezzato come lui ma dall'animo buono e coraggioso. La loro storia d'amore è magnifica, e mi ha fatto salire su un'altalena perenne in cui il cuore continuava a spezzarsi e a ricomporsi (in parole povere: mi ha fatto penare, ma ne è valsa la pena). Magnifico però è anche il legame che unisce Gordo agli altri membri del branco, soprattutto Ox, gli amici dell'officina  (meno male che esistono: sanno stemperare la tensione in modi esilaranti) e i tre giovani fratelli Bennett. Quest'ultimo aspetto merita una menzione speciale, perché proprio in questo libro regala una delle scene più belle che TJ Klune, con quel suo stile unico, abbia mai scritto.






Non voglio perdere questo. Questo legame. È l'unica parte di te che è sempre stata mia.



Come ho già accennato, in questo nuovo capitolo il worldbuilding viene espanso in modo eccellente, e rimette in discussione molte delle cose che credevamo di sapere sui lupi e sulla natura di certi personaggi. La paura e la tensione sono sempre più forti, e la parte finale non lascia un attimo di respiro, ma in mezzo a tanti tumulti ritroviamo degli elementi che ci sono familiari: anche qui, infatti, tornano l'importanza della famiglia, le scene di passione a sensualità medio-alta, le risate a crepapelle, le batoste improvvise, la tenerezza, il romanticismo, la salute mentale. Tutti elementi che fanno sentire a casa.

Ravensong è il romanzo delle persone che sono state abbandonate e hanno bisogno di ritrovare la fiducia in chi le circonda. È il romanzo di chi ha commesso molti errori e vuole tentare anche l'impossibile per rimediare. È il romanzo di chi sta soffrendo per amore, ma nel profondo sente che, per quanto il male cerchi di spezzarlo, quel legame è più forte di tutto. È il romanzo di chi lotta per proteggere il sentimento più bello che ci sia in una corsa contro il tempo, anche quando tutto sembra perduto e si è sprecato troppo tempo ad alimentare l'orgoglio e il rancore. È il romanzo di chi desidera essere sceltə da una persona speciale, ed è il romanzo di chi ascolta il canto del lupo, consapevole che, da qualche parte nel mondo, c'è un branco che ulula per riportarlə a casa. Grazie di cuore, TJ Klune.



Non abbiamo mai avuto bisogno l'uno dell'altro per sopravvivere. Se così fosse stato, saremmo morti entrambi tanto tempo fa. Non si è mai trattato di questo, Mark. Siamo qui adesso perché ci siamo scelti. Alla fine, è sempre stata una questione di scelte. Abbiamo scelto di farci la guerra finché non abbiamo deciso di lottare insieme. Tu mi scegliesti tanto tempo fa. E adesso io scelgo te.



VOTO: 5/5









lunedì 26 febbraio 2024

La zona d'interesse

 

TITOLO: La zona d'interesse

TITOLO ORIGINALE: The Zone of Interest

PAESE DI PRODUZIONE: Regno Unito, Polonia

GENERE: Drammatico

ANNO DI PRODUZIONE: 2023

CASA DI DISTRIBUZIONE: I Wonder Pictures

REGIA: Jonathan Glazer

CAST: Sandra Hüller, Christian Friedel, Medusa Knopf, Daniel Holzberg, Sascha Maaz, Max Beck, Wolfgang Lampl, Ralph Herforth, Freya Kreutzkam .

DURATA: 105 minuti


TRAMA

Il nazista Rudolf Hoss viene nominato responsabile di un campo di concentramento in Polonia, nella cittadina di Oswiecim, nominata dai tedeschi Auschwitz. La zona d'interesse  narra la vita della famiglia Hoss, dove i crimini dei nazisti non vengono mostrati ma echeggiati.

RECENSIONE 

Hedwig - Hans dice che hai preso i suoi sandali, dove sono?  Rudolph - Dobbiamo andarcene.
Hedwig - Andarcene da dove?- Rudolph - Da qui, ci trasferiscono. Saremo trasferiti. 
Hediwg - Come scusa?- Rudolph - Saremo trasferiti.   Hedwig - E dove? 
Rudolph - A Oranienburg.  Hedwig - Cosa?   Rudolph - Si, mi scambiano con Arthur Libeneishen, lui viene qui. Assumerò la carica di vice-ispettore.  Hedwig - Se lo sai da un pò perchè me lo dici adesso? Perchè non me ne hai parlato prima?  Rudolph -  Non si è mai presentato il momento adatto.
 Hedwig - Invece questo è il momento adatto? Dove stai andando? Rudolph - A prendere i sandali.

La zona d'interesse è un  film che Jonathan Glazer ha impiegato più di un decennio per realizzare. La principale fonte d'ispirazione per Glazer sembra essere La banalità del male, ovvero la famosa citazione di Hannah Arendt, utilizzata per definire il processo tenutosi in Israele al gerarca nazista Adolf Eichmann.
Il nuovo film di Glazer è una trasposizione cinematografica del libro La zona d'interesse di Martin Amis. Le angherie dei nazisti ad Auschwitz non vengono mai mostrate ma si fanno sentire attraverso il racconto della tranquilla vita degli Hoss, dentro la villa che è stata costruita all'interno di Auschwitz. Questa normale abnormità  rende perfettamente l'idea delle atrocità che sono state commesse dai nazisti verso gli ebrei nel campo di sterminio polacco e al tempo stesso la paradossale veridicità della definizione data dalla Arendt.

 

Hedwig - Perchè ti trasferiscono?  Rudolph- Cambiamenti strutturali.  Hedwig - In che senso? 
Rudolph - Non sono stati specifici.  Hedwig - Quando?  Rudolph - Presto. Hedwig - Quanto presto? Rudolph - Sto aspettando che me lo dicano.

Steven Spielberg ha definito La zona d'interesse il miglior film sull'olocausto dopo il suo Schindler's List.  Forse non è il film del secolo, come lo ha definito Alfonso Cuarón, ma si può dire che sia uno dei migliori lungometraggi sull'olocausto mai realizzati per il momento. Inoltre sono ottime le interpretazioni di Christian Friedel, che interpreta Hoss, e di Sandra Hüller nel ruolo di sua moglie e che dopo l'acclamato Anatomia di una caduta sta vedendo esplodere la sua carriera.
La zona d'interesse è nominato a cinque premi Oscar ed è probabile che vincerà  nella categoria di miglior film internazionale, a discapito del nostro Io capitano di Matteo Garrone e di Wim Wenders, anch'egli nominato con quel gioiellino che è Perfect Days.

Hedwig - Se si tratta dell'indagine dovrebbero chiamare Himmler. E' lui che ci ha incoraggiati.
Rudolph - No.   Hedwig- Non è per quello?  Rudolph - Si tratta di una questione politica. 


Voto: 4/5 




lunedì 19 febbraio 2024

"Finalmente l'Alba"

 


TITOLO: Finalmente l'Alba

GENERE: Storico, drammatico

ANNO: 2023

REGIA: Saverio Costanzo

CAST: Lily James, Rebecca Antonaci, Joe Keery, Rachel Sennott, Willem Dafoe, Alba Rohrwacher, Michele Bravi, Sofia Panizzi, Carmen Pommella, Giovanni Moschella, Fabiola Morabito, Enzo Casertano, Alyssa Libonati.

DURATA: 119 minuti

DISTRIBUZIONE: 01 Distribution



TRAMA



Roma, anni Cinquanta. La diciottenne Mimosa si reca a Cinecittà con la sorella per partecipare ai provini delle comparse di un kolossal americano girato all'epoca della Hollywood sul Tevere, e a sorpresa viene scelta per un ruolo minore. La star del film, Josephine Esperanto, prende a cuore l'innocenza della ragazza e la sua estraneità a quel mondo di finzione, e trascina Mimosa con sé in una notte brava attraverso i luoghi della "dolce vita" romana, fra attori hollywoodiani e faccendieri che ronzano attorno al microcosmo del cinema. La ragazza viene catapultata suo malgrado, ma non senza momenti di euforia, in un universo privo di regole (e di scrupoli) animato da narcisismi e rivalità, ma anche da una fame di vita che vede nella nuova arrivata una fonte di linfa vitale. Arriverà l'alba a concludere questa rocambolesca avventura notturna?



RECENSIONE



-Ma di che parla 'sto film? È una storia d'amore?

-Diciamo.



Aspettavo questo film del regista de L'amica geniale da tanto tempo, e finalmente, dopo l'eccezionale debutto al Festival del Cinema di Venezia, è approdato al cinema. Ci troviamo nella Roma del 1953, dove Mimosa, un'adolescente timida e insicura dalla vita poco gratificante, ama fantasticare sul mondo del cinema. Un giorno, assieme alla madre, accompagna la sorella Iris a Cinecittà per un provino da comparsa in un film kolossal ambientato nell'Antico Egitto, con protagonista la leggendaria attrice americana Josephine Esperanto. Inaspettatamente però è proprio Mimosa ad essere scelta per un ruolo minore e ad attirare l'attenzione della diva e del protagonista maschile, Sean Lockwood, per il quale ha una cotta. Si ritrova così catapultata in un mondo completamente nuovo, attraverso una notte avventurosa che cambierà tutto.

Quando sono uscita dalla sala ci ho messo un po'a elaborare ciò che ho visto e a mettere in ordine le idee, perché Finalmente l'alba è un film molto particolare che spinge a porti tantissime domande e all'inizio può lasciarti perplessə, ma allo stesso tempo è molto bello e intenso. Attraverso atmosfere felliniane e una storia interessante, ti prende per mano per accompagnarti alla scoperta della Cinecittà degli anni '50, dandoti l'impressione di essere davvero lì, a sostenere provini, aggirarti per i set con grande stupore e meraviglia e vedere un film in costume prendere magicamente vita davanti ai tuoi stessi occhi. Queste atmosfere e l'ambientazione hanno la capacità di rendere il film affascinante, ma credo che il maggior punto di forza sia costituito dal cast eccezionale, che ha saputo interpretare alla perfezione personaggi molto diversi tra loro, ma accomunati da una buona dose di eccentricità. Rebecca Antonaci è stata per me una vera rivelazione: attraverso un'espressività ottima ha dato vita a una protagonista davvero dolcissima, semplice e un po' ingenua in cui credo ci si possa immedesimare con tanta facilità. Spiccano anche la favolosa Lily James, nei panni della diva veterana bellissima e un po' fuori di testa che prende Mimosa sotto la sua ala, si sente minacciata dalle nuove generazioni di attrici e nasconde la sua vera essenza dietro una maschera, John Keery (lo Steve Harrington dell'acclamata serie Netflix Stranger Things) nei panni dell'attore protagonista che, pur facendo battere forte i cuori di migliaia di donne, si sente insicuro riguardo le sue capacità attoriali, e naturalmente il mitico Willem Dafoe nei panni del gentile gallerista italo-americano che accompagna tutto il gruppo in un viaggio notturno tra le feste mondane. Una menzione speciale merita infine Michele Bravi, che per il suo secondo breve ma intenso e tenerissimo ruolo cinematografico è protagonista di un emozionante duetto con Lily James e compare in una delle scene clou, che non vi posso spoilerare ma voglio riassumervi in una semplice frase: ecco, questa è la magia della recitazione.






Portami con te, ovunque andrai.



Inizialmente questo film si sarebbe dovuto dedicare principalmente al fatto di cronaca nera inerente alla morte per annegamento della giovane comparsa Wilma Montesi, avvenuto nel 1953 e considerato il primo caso di assassinio mediatico. Tuttavia, anche se la vicenda viene raccontata, il focus principale si è trasformato in qualcosa di diverso: un omaggio al cinema dell'epoca d'oro e alla sua capacità di affascinare intere generazioni, ma soprattutto un viaggio pieno di luci e ombre che trasforma una ragazzina innocente e insicura in una donna che impara ad affrontare le sue paure. Si potrebbe definire una sorta di Alice nel Paese delle Meraviglie ambientato a Cinecittà, ed è anche in questo che risiede il suo fascino. 

Non fatevi scoraggiare dal ritmo spesso lento e dalle sequenze che, soprattutto verso la fine, lasciano più interrogativi che risposte: Finalmente l'Alba è oggettivamente un bel film, e merita di essere visto almeno una volta nella vita. Tanto di cappello a Saverio Costanzo.



Devi guardare in faccia la paura.



VOTO: 4/5









Past Lives

 

TITOLO: Past Lives

TITOLO ORIGINALE: Past Lives

ANNO DI PRODUZIONE: 2023

PAESE DI PRODUZIONE: Stati Uniti d'America

GENERE: Drammatico, sentimentale

CASA DI DISTRIBUZIONE: Lucky Red

REGIA Celine Song

CAST: Greta Lee,Teo Yoo,John Magaro, Seung Ah Moon, Seung Min Yim, Ji Hye Yoon, Choi Won-young, Min Young Ahn, Jonica T. Gibbs, Emily Cass McDonnell, Federico Rodriguez, Conrad Schott, Kristen Sieh.

DURATA: 106 minuti 

 
TRAMA

All'età di dodici anni, i due amici d'infanzia Na Young e Hae Sung vengono separati dopo che la famiglia di Na Young emigra dalla Corea del Sud per andare a vivere a Toronto. Na Young cambia il suo nome in Nora Moon. Ventiquattro anni dopo, i due si riuniscono per una settimana quando Hae Sung decide di andare a trovare Nora, sposata con Arthur, a New York.

RECENSIONE

Arthur - E' una storia bellissima. Due fidanzatini che si ritrovano dopo vent'anni e scoprono di essere fatti l'uno per l'altra mentre io sarei il malvagio marito americano bianco che ostacola il destino.  
Nora - Finiscila.

Past Lives vorrebbe essere un film romantico che però finisce per raccontare la complessità di due sentimenti come l'amore e la nostalgia. Questo piccolo film indipendente rappresenta l'esordio per la regista e sceneggiatrice coreana Celine Song, che con questo lungometraggio sta facendo parecchio parlare di sè.
Al centro della trama di Past Lives c'è il racconto di come si possono intrecciare due sentimenti molto diversi e contrastanti, come appunto l'amore e la nostalgia. Non a caso la sceneggiatura e i dialoghi sono principalmente composti dai ricordi dei due protagonisti.  I personaggi sono tracciati in una maniera molto raffinata e ognuno fornisce il giusto apporto per l'equilibrio della storia, narrazione di una sintonia profonda che non riesce a concretizzarsi nel divenire della vita.

 

Nora - Era un ragazzino che ho avuto in testa per tanto tempo, penso mi sia mancato.  Arthur- E tu, gli sei mancata ?

Seppure questo sia il primo film della Song, la regista riesce da subito  a mostrare una certa maturità, soprattutto nel raccontare una vicenda che è a suo modo alquanto complessa. Come in Perfect Days di Wim Wenders anche in Past Lives c'è una colonna sonora composta da brani occidentali, come Hey, That’s No Way to Say Goodbye di Leonard Cohen. 

Past Lives è una pellicola che sta avendo una meritata attenzione in vari festival internazionali e ha ottenuto due nomine agli Oscar 2024. L'esordio di Celine Song è stato accolto molto positivamente ricevendo molti elogi, anche da grandi registi del calibro di Christopher Nolan e Guillermo del Toro e ciò non sorprende.

Si è fatto tredici ore di volo per venire. Non ti dirò di non vederlo. Non posso.


Voto: 4/5 





giovedì 15 febbraio 2024

Il Viaggio di Shuna

 

TITOLO: Il Viaggio di Shuna

TITOLO ORIGINALE: Shuna no Tabi

TITOLO IN KANJI: シュナの旅

AUTORE: Hayao Miyazaki

PAESE: Giappone

ANNO: 1983

CATEGORIA: seinen

GENERE: avventura

EDIZIONE: Bao Publishing

VOLUMI: one-shot

PREZZO: 23 euro

TRAMA

Per salvare il suo popolo,
Shuna era pronto a morire.

Per salvare Shuna,
Thea era pronta a credere in lui.

Dal maestro Hayao Miyazaki, un'opera su carta che si legge come un film.

RECENSIONE

C'era una volta,
sul fondo di un'antica valle
scavata da un ghiacciaio,
un minuscolo regno
dimenticato dal tempo.

Rimasto ibernato per anni, questi ultimi mesi è uscito, pubblicato in copertina rigida, il manga one-shot perduto di Miyazaki. In realtà quello che possiamo vedere è più che altro un racconto illustrato, che inizialmente avrebbe dovuto essere uno dei film del maestro. Il progetto però non andò mai a buon fine, e così rimase nel dimenticatoio. Oggi, tuttavia, possiamo scoprire ancora una volta la genialità di Miyazaki, sfogliando la sua storia perduta in queste pagine illustrate con accanto le narrazioni, sentendo fra le mani il tatto della carta e il suo profumo.

La storia in questione è ispirata a una leggenda tibetana, e racconta di un giovane principe che va incontro all'ignoto per salvare la sua gente che sembra destinata a morire di fame ed estinguersi. La trama viene raccontata in maniera semplice, senza troppe digressioni, però il racconto unito alle formidabili illistrazion pittoresche degne di Miyazaki è comunque capace di incantare come ogni opera del regista, facendo viaggiare il lettore fra mito e leggenda in una serie di vicende e in una realtà senza tempo. Nelle immagini possiamo ben riconoscere tanto di ciò che lo Studio Ghibli ci ha mostrato, sia nel tratto dei personaggi che negli scenari.


Era la Terra degli Esseri Divini,
il luogo in cui nasce e muore la Luna
descritto dal Vecchio.

Sfogliando una pagina dopo l'altra, possiamo vivere un'avventura piena d'insidie, colpi di scena e mistero, facendoci provare un'esperienza che sembra quasi mistica, in un viaggio che va oltre i confini del mondo umano, oltre ciò che sia alla nostra portata. La narrazione degli eventi scorre con un ritmo lento e fluido, che però riesce ugualmente a fare emozionare il lettore, che si ritrova immerso nella realtà di questa storia leggendaria, vivendo appieno un sogno ad occhi aperti. Il tutto viene presentato senza mai mancare del gusto della semplicità tipico dell'autore.

Il Viaggio di Shuna è una perla da non perdere assolutamente. Tra le sue pagine c'è contenuta tutta la magia dei mondi di Miyazaki e dello Studio Ghibli. Considerando che è un'opera datata, è forse il prototipo di tutti i sogni animati che il maestro ci ha dato negli anni successivi alla stesura di queste vicende leggendarie.

I due, pieni di una quieta
e profonda felicità, si sedettero
l'uno accanto all'altra.
 
Era finita...

Voto: 5/5 


 

martedì 13 febbraio 2024

"Husband Material", di Alexis Hall

 


TITOLO: Husband Material

SAGA: London Calling #2

AUTORE: Alexis Hall

CASA EDITRICE: Oscar Mondadori Vault, collana Oscar Fabula

GENERE: Romance MM contemporaneo

PAGINE: 480

DATA DI PUBBLICAZIONE: 23 gennaio 2024

PREZZO EBOOK: € 8,99

PREZZO CARTACEO: € 16,00



TRAMA



Due anni fa Luc O'Donnell e Oliver Blackwood si sono conosciuti, hanno finto di innamorarsi, poi si sono innamorati per davvero. Hanno dovuto vedersela con cuori infranti, delusioni, amici, familiari... e alla fine ce l'hanno fatta a far funzionare la loro storia. Ma adesso sembra che tutti attorno a loro stiano convolando a nozze, e Luc sente un po' di pressione: dovrebbe fare anche lui la sua proposta a Oliver? Perché è questo quelli che fanno quelli che si amano follemente, come loro, vero? Si sposano. O no?



RECENSIONE



Vale la pena sfidare la sorte.



Come sapete Boyfriend Material è stato uno dei miei libri preferiti dell'anno scorso, e non vedevo l'ora di leggere il seguito delle avventure di questa coppia meravigliosa, quindi figuratevi la mia gioia quando è stata annunciata la pubblicazione. Sono passati due anni da quando i nostri eroi, dopo aver inizialmente instaurato una finta relazione, si sono innamorati e messi insieme per davvero, affrontando non poche difficoltà. Ormai affacciati nel mondo dei trentenni, cominciano a rendersi conto che qualcosa sta cambiando, in quanto diversi amici e colleghi di Luc stanno iniziando a convolare a nozze. Luc comincia a sentire la presssione, e d'improvviso, ispirato da qualcuno che gli dice: <<Vale la pena sfidare la sorte>>, chiede istintivamente a Oliver di sposarlo, e lui risponde sì. Da quel momento in poi tuttavia cominciano i problemi.

Avevo letto pareri contrastanti riguardo a questo capitolo, ma io ero molto fiduciosa al riguardo, e per fortuna tale fiducia era ben riposta, perché Husband Material si è rivelato un nuovo bellissimo, divertente e romantico tassello di una saga dotata della capacità di farmi sentire a casa e coccolata. Come nel caso del suo predecessore, il primo consiglio che mi sento di darvi è di fare attenzione qualora decideste di leggerlo in pubblico, perché non lesina in ilarità e, lo dico per esperienza personale, può provocare attacchi di risate incontrollabili e improvvisi. Il massimo pregio è dato ancora una volta dall'ottimo cast di personaggi: ritroviamo infatti quelle sagome di irresistibile comicità che sono gli amici e i colleghi di Luc, i pezzi di melma alla Miguel Ramos da prendere a padellate rapunzeliane dalla mattina alla sera, e soprattutto Luc e Oliver, due personaggi meravigliosamente complicati che mi sono entrati nel cuore e che hanno vinto la mia medaglia d'oro per la miglior ship letteraria del 2023. È stato meraviglioso poter ritornare da loro, e vederli sbagliare (accidenti, certe volte avrei tanto voluto dare a ciascuno di loro una bella tiratina alle orecchie), affrontare le avversità dovute alle aspettative e alle convenzioni, crescere e amarsi sempre di più, cercando allo stesso tempo di affermare le proprie identità individuali e di trovare il loro posto nel mondo.






Voglio che tu sappia che sono tuo, più di quanto io sia mai stato di chiunque altro. Perché quando sono con te, sono me. Non chi penso dovrei essere. E starò con te, in qualunque modo tu voglia, finché lo vorrai.



Ci sono così tante cose che vorrei dirvi su questo libro, ma purtroppo in questo caso il rischio di fare spoiler è piuttosto alto. Mi limiterò perciò a dirvi questo: ne vale davvero la pena. È il libro perfetto per chi ama l'intramontabile cult romantico 4 matrimoni e 1 funerale. È il libro perfetto per chi ama le storie capaci di far sognare un amore bellissimo e di far evadere dalla realtà, ma anche di offrire interessanti spunti di riflessione spaziando tra temi delicati e varie questioni sociali. È il libro perfetto per chi ama profondamente Luc e Oliver e ha voglia di vederli crescere e amarsi attraverso una storia avvincente, divertente, dolcissima e romantica impreziosita da un bellissimo finale che è perfettamente coerente con il loro percorso.

Leggete anche voi il bellissimo Husband Material: vi farà ridere, arrabbiare, piangere ed emozionare più che mai, e vi farà amare Luc e Oliver ancora di più. Faccio tanti complimenti ad Alexis Hall, nella speranza di poter leggere al più presto il terzo capitolo e gli spin-off di questa saga, che meriterebbe di essere adattata per lo schermo. Per concludere, vi lascio con una frase del mitico Alex Claremont-Diaz, che per me racchiude perfettamente lo spirito di questa storia: <<Possiamo trovare un modo per amarci che sia solo nostro, e di nessun altro.>>



-Sei un macello.

-Oh, assolutamente. Ma sono il tuo macello, Lucien. E lo sarò sempre.



VOTO: 5/5





lunedì 12 febbraio 2024

La società della neve

 

TITOLO: La società della neve

TITOLO ORGINALELa sociedad de la nieve

GENERE: Drammatico, biografico, avventura, storico

PAESE DI PRODUZIONE: Cile, Spagna, Uruguay

CASA DI DISTRIBUZIONE: Netflix

REGIA Juan Antonio Bayona

CASTEnzo Vogrincic Roldán, Matías Recalt, Agustín Pardella, Tomas Wolf, Diego Vegezzi, Esteban Kukuriczka, Francisco Romero, Esteban Bigliardi, Fernando,Contigiani García, Rafael Federman, Agustín Della Corte, Rafael Federman, Felipe González Otaño, Agustín Della Corte, Valentino Alonso, Simón Hempe, Benjamin Segura, Rocco Posca, Luciano Chatton, Agustin Berruti, Andy Pruss, Santiago Vaca Narvaja, Federico Aznarez, Alfonsina Carrocio, Silvia Giselle Pereyra, Virginia Kaufmann, Rafael Federman, Felipe Ramusio, Francisco Burghi, Emanuel Parga, Iair Said, Louta, Carlos 'Carlitos' Paez, Maximiliano de la Cruz

DURATA: 144 minuti


TRAMA

Nel 1972 il volo 571, che trasportava una squadra di rugbisti in Cile, si è schiantato sulle Ande. I 29 sopravvissuti, intrappolati in una ambiente ostile e inaccessibile all'uomo, si sono ritrovati ad adottare delle misure estreme per sopravvivere. 


RECENSIONE

Siete pregati di allacciare le cinture.

In La società della neve Bayona ha scelto di prediligere una narrazione in medias res, facendo così catapultare lo spettatore dentro la storia dell'incidente avvenuto sulle Ande nel 1972 attraverso inquadrature che mostrano prettamente la maestosa natura di quelle montagne.

La società della neve non è la prima pellicola che è stata realizzata su questa drammatica vicenda. Ci sono già stati due lungometraggi che hanno raccontato questa storia e cioè Alive - Sopravvissuti,  uscito negli anni 90, e I sopravvissuti delle Ande, uscito negli anni 70 pochi anni dopo il disastro. Bayona per interpretare i diciannove protagonisti ha deciso di non utilizzare un cast con dei grandi nomi e di ingaggiare invece degli attori esordienti e alcuni di loro non avevano praticamente alcuna esperienza recitativa alle spalle, e questa forse è stata la scelta migliore del film.


 

Sappiamo dove siamo?


Bayona decide di utilizzare la natura come mezzo di narrazione mostrando tutta la sua potenza e quanto essa possa essere incontrollabile.  Adotta inoltre una regia che da risalto alla drammaticità della storia, facendo raccontare la vicenda dalla voce fuori campo degli stessi protagonisti.

Il film è tratto dal libro  di Pablo Vierci ed è uno dei favoriti nella categoria migliori film internazionali agli Oscar 2024 e sarà uno degli sfidanti del nostro Io capitano di Garrone. Anche se in maniera differente entrambi i film raccontano delle vicende umane altamente drammatiche.

Che succede quando il mondo ti abbandona?

Voto: 4/5





lunedì 5 febbraio 2024

Povere creature!

 

 

TITOLO: Povere creature!

TITOLO ORIGINALEPoor Things

ANNO DI PRODUZIONE: 2023

GENEREFantascienza, drammatico, commedia, sentimentale, erotico

PAESE DI PRODUZIONEStati Uniti d'America, Regno Unito, Irlanda

CASA DI DISTRIBUZIONE:Walt Disney Studios Motion Pictures

REGIA: Yorgos Lanthimos

CAST: Emma Stone, Mark Ruffalo, Willem Dafoe, Ramy Youssef, Jerrod Carmichael, Hanna Schygulla, Christopher Abbott, Margaret Qualley, Kathryn Hunter

DURATA: 141 minuti


TRAMA

Oltre allo sguardo sfigurato e le terribili menomazioni fisiche che condizionano il suo fisico, il dott. Goldwin Baxter deve a suo padre anche una grande passione per il metodo scientifico e le pratiche chirurgiche. L'esperimento da lui praticato che lo rende più orgoglioso è Bella, che per lui è come se fosse una figlia. L'ha trovata cadavere sulle rive del Tamigi dopo il suo suicidio, incinta di un feto ancora vivo e le ha ridato vita trapiantando il cervello del neonato nella testa di Bella. Ora Bella, già cresciuta e bellissima nel corpo, cresce molto velocemente anche nelle facoltà mentali, imparando a camminare, parlare e soprattutto a desiderare come tutti gli altri umani. A questo punto è vano il tentativo del suo creatore di fermarla : dandole la vita le ha dato anche il libero arbitrio.


RECENSIONE

E' un esperimento. Corpo e cervello non sono del tutto sincronizzati ma sta progredendo ad una velocità sorprendente.

A cinque anni di distanza dall'uscita del film La Favorita, Yorgos Lanthimos torna a dirigere Emma Stone in un film che è un mix tra una pellicola fantascientifica e una commedia erotica con tinte orrorifiche,  tratto dal libro Povere creature!  di Alasdair Gray.

Bella Baxter è una sorta di Frankenstein al femminile. Infatti il libro è stato fortemente influenzato dal romanzo scritto da Mary Shelley. Ma Povere creature! vuole anche essere una rappresentazione femminista di stampo dark, e in questo senso è stata felicissima la scelta di Emma Stone per interpretare  Bella, data la sua fisionomia  perfetta per questo ruolo.
 

Io sono Bella Baxter e c'è un mondo da assaporare e circumnavigare. E' l'obbiettivo di tutti crescere.

Da più fonti Povere creature! è stato definito un Barbie punk, ma il paragone è totalmente errato visto che i protagonisti maschili non sono dei simpatici e superficiali Ken ma bensì degli intellettuali colti e altamente istruiti. Nel film c'è una perfetta ricostruzione dell'800 attraverso città come Londra, Lisbona e Alessandria d'Egitto, che vengono fatte rivivere in modo eccelso e riprendono perfettamente l'epoca anche grazie ai costumi, che sono bellissimi e giocano anch'essi un ruolo fondamentale nella ricostruzione dei tempi nei quali il lungometraggio è ambientato.

Povere creature! è uno dei film in corsa per la prossima notte degli Oscar. Purtroppo occorre dire che tra i candidati a miglior attore non protagonista non ci sarà, incomprensibilmente, Willem Dafoe, che ci regala un dottor Baxter perfetto, delirante medico dal cuore straziato quanto il corpo, che avrebbe meritato la nomination almeno quanto la bravissima Emma Stone. Questa volta i votanti avrebbero dovuto applicare la regola delle pari opportunità al contrario.


Una donna che traccia la propria rotta verso la libertà? E' incantevole.


Voto: 4,5/5



 






"Always be my Baby", di Naike Ror

  TITOLO: Always be my Baby AUTRICE: Naike Ror CASA EDITRICE: Always publishing GENERE: Romance MM young adult contemporaneo PAGINE: 352 DAT...