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venerdì 31 dicembre 2021

"Una storia di stregoneria", di Chris Colfer

 


TITOLO: Una Storia di Stregoneria

TITOLO ORIGINALE: A Tale of Witchcraft

SAGA: A Tale of Magic #2

AUTORE: Chris Colfer

CASA EDITRICE: Rizzoli

GENERE: Fantasy fiabesco per ragazzi

PAGINE: 298

DATA DI PUBBLICAZIONE: 15 giugno 2021

PREZZO EBOOK: € 9,99

PREZZO CARTACEO: € 16,50



TRAMA



Brystal e i suoi amici hanno salvato i regni dalla minaccia della Regina dei Ghiacci e sono riusciti a far accettare la comunità magica in tutto il mondo. Potrebbero finalmente concedersi di festeggiare, ma quando una strega misteriosa dal nome di Lady Mara arriva all'accademia, tutto cambia all'improvviso. Lady Mara comincia a reclutare fate per la sua scuola di stregoneria rivale, con intenzioni tutt'altro che benevole... Molto presto l'amica di Brystal, Lucy, rimane intrappolata in un complotto oscuro che minaccia di sterminare l'umanità. In giro per il mondo, la pace faticosamente acquisita sta per sgretolarsi e la rabbia per la legalizzazione della magia si sta diffondendo di nuovo in tutti i regni a causa delle menzogne diffuse da un pericoloso clan, noto come la Fratellanza Virtuosa. L'obiettivo è chiaro: sterminare ogni forma di vita magica, a cominciare da Brystal...



RECENSIONE



-Forse la sensazione di appartenere non può essere insegnata. Forse è qualcosa che dobbiamo imparare da soli.

-Forse è lo stesso per la felicità.


Dopo il grande successo di Una Storia di Magia, eccoci di nuovo qui con il secondo capitolo della saga scritta dal grande Chris Colfer. È passato più di un anno da quando Brystal e i suoi amici sono riusciti a sconfiggere la Regina dei Ghiacci e a rendere la magia legale in tutti i regni. Ormai sono diventati delle celebrità, e vagano di città in città per compiere buone azioni. Eppure, Brystal non è felice: da un po' di tempo infatti sente dentro di sé una voce dotata di mente propria che alimenta pensieri negativi. Come se non bastasse, dalle ceneri del passato è risorta la Fratellanza Virtuosa, un clan di trecentotrentatré uomini che miran a distruggere la comunità magica per sempre, e una strega di nome Lady Mara ha aperto una scuola di stregoneria in cui Lucy, a seguito di un brutto guaio e un litigio, trova rifugio per schiarirsi le idee, finendo però per ritrovarsi coinvolta in una questione molto più grande di lei. E il peggio deve ancora arrivare.

Con Una storia di stregoneria, Chris Colfer ha dato una volta di più la conferma del suo grandissimo talento, regalandoci un secondo capitolo ancora più bello e avvincente del precedente. Le atmosfere idilliache e fiabesche vengono in parte abbandonate a favore di un'atmosfera più cupa, tetra e misteriosa, in cui a far da padrona è la scuola di stregoneria, con i suoi anfratti, i suoi segreti e il suo lato misterioso, che possiamo esplorare attraverso gli occhi di Lucy. La storia infatti è incentrata principalmente su di lei e su Brystal, e ho molto apprezzato i loro percorsi di crescita. Ai tanti altri personaggi già noti se ne aggiungono di nuovi, alcuni inquietanti ma simpatici, altri che sembrano carini ma sarebbero da prendere a sprangate sui denti dalla mattina alla sera. Spiccano su tutti i membri della Fratellanza Virtuosa, che si guadagnano a buon diritto il titolo di migliori antagonisti del 2021. Sono spaventosi perché reali, e con le loro toghe argentee, le maschere, il desiderio di salvaguardare la supremazia e l'odio viscerale nei confronti della comunità magica e di chi non è un uomo bianco etero cisgender neurotipico fanno pensare al Ku Klux Klan, ma anche a tutti quei politici che organizzano crociate diffamatorie nei confronti di chi non riescono a comprendere e ad accettare.






La tristezza è come un animale, ha bisogno di cibo per sopravvivere. Lasciala morire di fame. Coltiva la tua anima, e la mente guarirà. Tuttavia, se scopri di non riuscire a venirne fuori da sola, non c'è alcuna vergogna nel chiedere aiuto. Talvolta chiedere aiuto richiede più coraggio che concederlo. Esistono trattamenti, terapie e consulenti di cui potresti avvalerti... Ma nessuno può trovare le risposte se è troppo spaventato per porre le domande. Non lasciare che il tuo orgoglio ti convinca del contrario.



Il maggior punto di forza del romanzo è costituito dalla vera grande protagonista: la salute mentale. Pagina dopo pagina, infatti, Brystal si ritrova a fare i conti con il proprio buio interiore, che in un primo tempo tenta di nascondere, finché si non si rende conto che chiedere aiuto è di vitale importanza, e che l'unico modo per spezzare una maledizione della mente è avvalersi della mente stessa. Per questa ragione, ritengo che Una Storia di Stregoneria, dedicato alle persone che si occupano di salute mentale e ai professionisti che negli ultimi tempi hanno ridefinito il concetto di eroismo, sia ad oggi il romanzo più bello che Chris Colfer abbia mai scritto, e che possa essere d'aiuto e ispirazioni per un'infinità di persone, sia grandi sia piccine. Il finale, pur offrendo una piccola luce di speranza, lascia molte questioni in sospeso, e io non vedo l'ora che arrivi il prossimo capitolo, non solo per scoprire cosa succederà, ma anche perché darà molto spazio a Zafferano, il mio personaggio preferito a pari merito con Brystal e Lucy. Nel frattempo, non mi resta che augurarvi un felice anno nuovo.



-La verità e che abbiamo anche noi un'arma segreta, ed è più potente di quanto la Fratellanza potrà mai essere. Ho dovuto perderla per rendermi conto di quanto fosse importante.

-Che cos'è?

-La speranza.



VOTO: 5/5











lunedì 27 dicembre 2021

House of Gucci

 

TITOLO: House of Gucci

TITOLO ORIGINALE: House of Gucci

GENERE: Drammatico, biografico, giallo

ANNO DI PRODUZIONE: 2021

PAESE DI PRODUZIONE: Stati Uniti, Italia

CASA DI DISTRIBUZIONE: Warner Bros

REGIA: Ridley Scott

CAST: Lady Gaga, Adam Driver, Al Pacino, Jeremy Irons, Jared Leto, Salma Hayek, Jack Huston, Reeve Carney, Camille Cottin, Madalina Diana Ghenea, Mehdi Nebbou, Miloud Mourad Benamara, Livio Beshir, Vincent Riotta

DURATA: 157 minuti      


 TRAMA

Il difficile matrimonio e il tormentato divorzio tra Patrizia Reggiani e Maurizio Gucci, a capo della rinomata casa di moda creata dalla famiglia Gucci, porta ad uno dei più efferati omicidi che la storia recente ricordi.


RECENSIONE

Nel nome del padre, del figlio e della famiglia Gucci.

Il film segue gli eventi che hanno portato all'uccisione di Maurizio Gucci, imprenditore e capo del famossimo marchio di moda Gucci, la mattina del 27 marzo 1995 a Milano. La mandante dell'omicidio è l'ex moglie di Gucci, Patrizia Reggiani, che per vendetta personale decide di ingaggiare due sicari per commettere l'omicidio.
 
House of Gucci sembra più una pubblicità del marchio Gucci  che non un lungometraggio sulla vicenda Gucci. Non a caso, infatti, dopo l'uscita del film di Ridley Scott, le vendite dei prodotti Gucci sono andate alle stelle.
 
House of Gucci non è null'altro che un  prodotto industriale griffato e impacchettato per il pubblico.  Tutto ciò che di interessante la pellicola poteva  raccontare si perde totalmente in pietosi ammiccamenti che rendono il film uno spettacolo banale.
 

 
 
 
Non mi considero una persona con uno spiccato senso morale, ma non sono ipocrita. 

Degna di nota è l'interpretazione di Lady Gaga, che si è completamente calata nei panni di Patrizia Reggiani riuscendo a riprenderne il carattere controverso e complesso; in tanti già la vedono con una statuetta in mano alla prossima notte degli Oscar. Notevoli sono anche i costumi e le scenografie che riescono a ricostruire verosimilmente l'epoca nel quale la storia si è svolta. Ma il vero punto debole del film è la sceneggiatura che da un lato mostra la Reggiani come la vittima di un sistema famigliare che la opprime  e da un lato la racconta come se fosse il male puro.

House of Gucci era una pellicola destinata ad accendere polemiche nei confronti dei Gucci  e così infatti è stato. Il film di Ridley Scott si perde  nel voler compiacere il pubblico e così facendo non riesce nell'intento di raccontare una delle vicende più controverse e interessanti della cronaca italiana degli ultimi trent'anni.
 
Sono sempe stato un Gucci.
 
Voto 2/5
 





lunedì 20 dicembre 2021

Strappare lungo i bordi

 


 TITOLO: Strappare lungo i bordi

GENERE: Commedia drammatica, animazione

PAESE DI PRODUZIONE: Italia

CASA DI DISTRIBUZIONE: Netflix

STAGIONI: 1 

REGIA: Zerocalcare

DURATA EPISODI: 16-22 minuti

 

TRAMA

Ambientata nel  noto e amato universo narrativo fumettistico di Zerocalcare, la commedia è un racconto costellato di flashback e aneddotti che spaziano dall'infanzia fino a giorni nostri, in cui  Zerocalcare percorre un viaggio in treno con Sarah e Secco, gli amici di sempre, verso qualcosa di molto difficile da realizzare.

 

RECENSIONE

Sei cintura nera di come si schiva la vita.

La serie ruota attorno ad un viaggio che Zerocalcare compie, un viaggio con i suoi amici di sempre, Sarah e Secco. La narrazione è composta da flashback della vita del protagonista, ripercorrendo così gli anni delle medie e del liceo, fino ad arrivare al presente, dove la sua esistenza viene raccontata con sarcasmo ed ironia. Durante il viaggio, Zerocalcare tenta di distrarsi dalla sua coscienza (simboleggiata da un armadillo che nella serie è doppiato da Valerio Mastrandrea), che prova a ricordargli il vero motivo per il quale si sta dirigendo verso Biella.

La nuova popolare serie targata Netflix scritta e diretta da Michele Rech, in arte Zerocalcare, rappresenta un'amara riflessione sui cosiddetti millenial, ovvero la generazione nata tra gli anni 80 e la fine degli anni 90 del novecento.

Strappare lungo i bordi è forse la migliore opera di questo genere realizzata da Netflix negli ultimi anni e si fa carico di rappresentare le delusioni e le speranze dei giovani di oggi e ciò che realmente la contraddistingue sono l'ironia e la semplicità con la quale Zerocalcare racconta questa generazione e ne descrive il difficile e complesso rapporto col mondo in cui si trovano a dover vivere.

 Nammo a piglia un gelato?

Nel personaggio fumettistico creato da Zerocalcare, che è un alter ego di se stesso, molti giovani contemporanei si possono ritrovare  per svariate caratteristiche che lo contraddistinguono e differenziano dall'ordinarietà. In Strappare lungo i bordi il linguaggio romanesco che usano i protagonisti è funzionale per capire il contesto nel quale la serie è ambientata, anche se non tutti l'hanno apprezzato.

Strappare lungo i bordi è una delle serie più entusiasmanti e di successo prodotte da Netflix Italia  e che anche le generazioni più vecchie dovrebbero guardare per riuscire ad avere una visione più completa delle generazioni contemporanee.

Per me non è importante che tu ci sia sempre, ma devo sapere che quando tu sei con me ci sei davvero, lo capisci?

Voto: 4,5/5


 

 

 

    

 

 

giovedì 16 dicembre 2021

"Dove soffia il vento". di Rainbow Rowell

 


TITOLO: Dove soffia il vento

TITOLO ORIGINALE: Any way the wind blows

SAGA: Simon Snow #3

AUTORE: Rainbow Rowell

CASA EDITRICE: Piemme

GENERE: Urban fantasy young adult con romance MM

PAGINE: 496

DATA DI PUBBLICAZIONE: 23 novembre 2021

PREZZO EBOOK: € 9,99

PREZZO CARTACEO: € 18,00



TRAMA



Dopo aver scoperto di non poter contare sulle certezze del mondo magico e dopo essersi chiesti cosa fosse veramente autentico della loro magia, Simon, Baz, Penelope e Agatha devono decidere cosa fare delle loro vite. Per Simon, questo significa capire se vuole continuare a essere coinvolto nelle vicissitudini magiche dei suoi amici e, qualora scegliesse di non farne parte, quali sarebbero le conseguenze per sé e per la sua relazione con Baz. Nel frattempo Baz passa da una crisi famigliare all'altra, senza avere un momento per concentrarsi su se stesso. Penelope ha deciso di tornare a Londra con un Normale, ma quando sua madre lo viene a sapere la situazione si completa e lei dovrà affrontare tutto da sola. E Agatha Monamour? Be', lei ne ha avuto abbastanza di tutti.



RECENSIONE



Non puoi rinunciare a questo. A me. Non lo sai quello che abbiamo? Abbiamo una cosa che sognano tutti. Inventano delle pozioni per rubarla.



Sembra solo ieri che Simon e Baz entravano nelle librerie conquistando migliaia di cuori in tutto il mondo, invece eccoci qui, quasi cinque anni dopo, a parlare del gran finale. Avevamo lasciato i nostri eroi di ritorno dal loro movimentato viaggio negli Stati Uniti, e ora li ritroviamo profondamente cambiati. Penelope ha portato con sé il Normale americano Shepard per sciogliere il contratto che lo lega a un demone, e quando la madre conservatrice le volta le spalle è costretta a risolvere il problema con le sue sole forze. Agatha, dopo aver rischiato la pelle, capisce di non voler più essere indifesa e ricomincia a usare la magia, oltre a lavorare nell'ambulatorio medico di suo padre. Simon, sempre più in preda alla depressione, valuta di rinunciare al modo magico, farsi tagliare le ali e allontanare da sé le persone che ama, a cominciare dal suo ragazzo, che però non ha nessuna intenzione di rinunciare a lui. Ma proprio mentre cercano di capire insieme come far funzionare le cose tra loro, scoprono che la matrigna di Baz  è andata via di casa e si è fatta invischiare in un circolo misterioso, il cui capo è convinto di essere il vero Prescelto, colui destinato a salvare la magia come Simon non è riuscito a fare. Ma sarà vero?

Con Dove soffia il vento Rainbow Rowell ha superato se stessa, regalando il finale perfetto a una trilogia che mi resterà sempre nel cuore. È un romanzo divertente, intrigante e pieno d'amore, capace di farci toccare vette di felicità e abissi di disperazione. Come sempre i personaggi sono caratterizzati benissimo, e ognuno di loro pagina dopo pagina ha modo di crescere e di evolversi, trovando il giusto spazio per brillare. Ho trovato adorabili le disavventure tragicomiche di Penelope e Shepard, e devo ammettere che, nonostante nei due capitoli precedenti l'abbia detestata, sono rimasta piacevolmente sorpresa dall'evoluzione di Agatha, che è diventata più matura e premurosa. E naturalmente ho adorato Simon e Baz, che mi hanno trascinata sulle montagne russe, a volte facendomi piangere anche l'acqua del battesimo, altre facendomi sognare, sospirare e sorridere con gli occhi a forma di cuore. In particolare ho potuto percepire ancor più chiaramente che nel secondo capitolo il profondo dolore di Simon, al punto che mi sono ritrovata a soffrire insieme a lui, a stringergli forte la mano, e ho empatizzato moltissimo anche con Baz, che fa tutto il possibile per stargli vicino con gentilezza e amore. Una menzione speciale la merita anche l'antagonista, un mago tanto affascinante quanto subdolo capace di ammaliare le folle convincendole di poterle aiutare a "guarire" la loro magia difettosa. Mi ha fatto venire i brividi perché è reale: come non pensare infatti a tutte quelle persone ciarlatane che creano associazioni e gruppi convincendo con l'inganno di avere tutte le risposte, di aver smascherato "il grande complotto" e di poter salvare le menti ingenue, facendolo però cadere in trappola?







È questo che fanno le persone. Si avvicinano e restano così. Così. Si impegnano per restare aggrappate l'una all'altra, anche se immagino che non sia sempre possibile. Perchè le persone sono in continuo movimento, giusto? Eppure è questo che fanno. Si impegnano. Io continuerò a impegnarmi. Per farlo stare bene. Per farlo felice.



Ho iniziato a leggere questa trilogia nel 2017, quando Michele Bravi aveva da poco fatto il primo timido coming out, e questo, a parte il fatto che Simon un po' mi ricorda lui, mi ha portata ad associare ogni libro a una sua canzone: Carry On è Il diario degli errori, Un eroe ribelle è Chiavi di casa, e  Dove soffia il vento è Maneggiami con cura. A onor del vero quest'ultimo capitolo lo associo a tutto l'album La geografia del buio, perché, oltre all'elemento fantasy, che funge da metafora, due sono i suoi cardini principali: il dolore e l'amore. Simon ha subito un trauma improvviso dal quale in un primo momento ha tentato di fuggire, ma in questo romanzo impara finalmente ad accettarlo e a conviverci, senza pensare al futuro ma concentrandosi sul presente, sul qui e ora. Ed è allo stesso modo che vive il suo grande e sincero amore per Baz, il quale crede in lui e gli sta accanto anche nei momenti di crisi provocati dagli attacchi di panico. Naturalmente l'amore non risolve tutti i problemi come per magia, come viene ribadito diverse volte, ma senz'altro aiuta Simon a orientarsi nel suo buio, e dona tante scene commoventi piene di dolcezza, romaticismo e passione.

In conclusione, Dove soffia il vento è un romanzo davvero magnifico che dà una degna conclusione alla trilogia ed esalta l'amore e l'importanza della condivisione del dolore. Un romanzo in cui molte domande trovano finalmente risposte mentre altre conducono a nuove porte che, chissà, potrebbero aprirsi su nuove possibilità. Non mi resta che fare tanti complimenti a Rainbow Rowell e ringraziarla per aver dato vita a Simon e Baz, due personaggi che resteranno sempre nel mio cuore di lettrice.



-Mi basta

-Cosa?

-Il fatto che mi ami. Mi rende felice.

-Davvero?

-Sì. Non sistema le cose, ancora non so chi è quello che mi guarda nello specchio. Però... mi rende felice.



VOTO: 5/5








martedì 14 dicembre 2021

Violet Evergarden: The Movie

 

TITOLO: Violet Evergarden: The Movie

TITOLO ORIGINALE: Gekijouban Vaioretto Evaagaaden

TITOLO IN KANJI: 劇場版 ヴァイオレット・エヴァーガーデン

GENERE: Fantasy, guerra

ANNO: 2020

REGIA: Taichi Ishidate

MUSICHE: Evan Call

PAESE: Giappone

DURATA: 140 minuti

PRODUZIONE:  Tokyo Animation

DISTRIBUZIONE: Netflix

TRAMA

Nel presente la nipote di Anne Magnolia, trova le lettere inviatele da sua nonna per il giorno del suo compleanno. A scriverle è stata Violet Evengarden. Cinquanta anni nel passato, Violet trova una lettera che pare essere scritta proprio dal suo amato ufficiale superiore. Questo la spinge finalmente a mettersi sulle sue tracce.

RECENSIONE

 Se è vostro desiderio,
verrò dovunque voi mi richiediate.
Sono una bambola di scrittura automatica.
Violet Evergarden, agli ordini.

In un mondo immaginario, dai toni e dal sapore ottocenteschi e da primi del '900, molta gente non sa leggere o scrivere, e per mandare delle lettere ai propri cari ricorre all'aiuto delle bambole di scrittura automatica, grazie alle quali riescono meglio a far trasparire i propri sentimenti e a esprimere meglio un concetto. Fra di esse spicca Violet Evergarden, un'ex soldatessa, che ha iniziato questo mestiere per riuscire a comprendere il significato delle ultime parole che le ha lasciato il suo superiore: "Io ti amo". Con questo film originale Netflix si chiudono le vicende che vedono protagonista la rinomata bambola di scrittura automatica. La trama della pellicola inizia anni dopo gli eventi della serie, in una realtà dove l'uso delle lettere e il lavoro delle bambole sono ormai obsolete, e vediamo i fatti incentrarsi sulla pronipote di una dei clienti di Violet. In seguito si apre il flashback, e la storia si sposta proprio su Violet.

Si nota molto l'evoluzione della protagonista, che, sebbene già negli episodi della serie si dimostrava molto capace, nonostante la sua fredda logica, di penetrare nei cuori delle persone e di mostrare loro una via per superare il dolore e andare avanti, adesso ha anche sviluppato un modo di approcciarsi a esse più umano, riuscendo a leggere bene i loro sentimenti ed entrando in empatia.

  Mio adorato Maggiore Gilbert, anche oggi
sei prepotentemente apparso nei miei pensieri.
Qualunque cosa veda, qualunque cosa faccia,
ogni momento che vivo mi riporta a te.

La serie non viene smentita. Esattamente come nelle puntate e nello special di un'ora di durata, è molto forte e profondo il sentimentalismo che accresce la commozione. Nei minuti che si avviano verso la conclusione del film tutta questa commozione sfocia nelle lacrime, è impossibile trattenere il pianto, vedendo un'opera in cui viene rappresentata l'importanza di saper esprimere e conoscere i sentimenti, e un grande amore che perdura anche quando la persona oggetto di esso sembra persa per sempre.

Quelle parole che mi hai lasciato come
un dono, Maggiore, sono diventate
il faro che ha guidato la mia vita.
Adesso che ho capito cosa significano,
vorrei farti sapereche ti amo anche io.

Voto: 5/5



lunedì 13 dicembre 2021

Cry Macho- Ritorno a casa

  

TITOLO: Cry Macho - Ritorno a casa

TITOLO ORIGINALE: Cry Macho

GENERE: Drammatico, Western, Thriller

ANNO DI PRODUZIONE: 2021

PAESE DI PRODUZIONE: Stati Uniti d'America

CASA DI DISTRIBUZIONE: Warner Bros.

REGIA: Clint Eastwood

CAST: Clint Eastwood, Eduardo Minett, Natalia Traven, Dwight Yoakam, Fernanda Urrejola,  Horacio Garcia Rojas

DURATA: 104 Minuti 

  

TRAMA

Mike Milo è una vecchia stella del rodeo e allevatore di cavalli, che riesce a trovare un modo per riportare dal Messico il figlio del suo ex capo, allontanato dalla madre alcolizzata. Durante il loro viaggio, Mike, riesce a trovare una propria redenzione insegnando al ragazzo che cosa significa essere una brava persona.

RECENSIONE

Questa storia del macho è sopravvalutata.

Texas, 1980. Mike Milo è una vecchia stella dei circuti da rodeo con un passato tragico. Vecchio e claudicante, si dedica alla cura dei cavalli e delle bestie ferite. Un giorno, il suo vecchio datore di lavoro Howard, gli chiede il favore di andare in Messico. Il cowboy ormai in pensione ha il compito di rintracciare il figlio tredicenne di Howard, Rafa, che è vittima delle violenze della madre alcolizzata e del suo altrettanto violento compagno. L'unico vero amico di cui Rafa si fida è Macho, il suo gallo da combattimento. Il resto del mondo gli appare ostile. Mike, Rafa e Macho partono per un lungo viaggio che cambierà per sempre le loro esistenze.

A volte anche i più grandi sbagliano e Clint Eastwood ce lo dimostra con Cry Macho. Cry Macho è un  miscuglio tra un ordinario film western e Gran Torino, in sintesi si assiste ad un Clint che non fa altro che ripetere se stesso.

Per gran parte della durata del film, Eastwood sembra non riuscire nel compito di controllarne lo sviluppo e la storia non convince. Cry Macho vuole essere soprattutto una pellicola di denuncia sociale, come molti altri film diretti da Eastwood ma molto più riusciti, vedi il già citato Gran Torino e il bellissimo Million Dollar Baby.

 

Tu pensi di avere tutte le risposte, ma poi invecchi, e ti accorgi di non averne nessuna. E quanto te ne rendi conto, è troppo tardi.

Il film  è una trasposizione cinematografica del libro Cry Macho, scritto da N. Richard Nash e Eastwood ha atteso più di quarant'anni per portarlo sul grande schermo. I lati più riusciti del film sono l'interpretazione dello stesso Clint, che grazie alla sua figura iconica riesce sempre a spiccare e a fare la differenza, e la fotografia, uno degli elementi più belli, aiutata dagli splendidi paesaggi messicani e texani. Per il resto, il vero punto debole del film è la storia, che non riesce mai a svilupparsi realmente e rimane statica.

Cry Macho rimane pur sempre un film di Eastwood, uno dei più grandi cineasti americani viventi, e per questo vale ugualmente la pena vederlo.

Poliziotto messicano - Solo lei?- Mike - Solo io.

 

Voto: 2,5/5


 

 

 

 

domenica 12 dicembre 2021

"Unravel the dusk", di Elizabeth Lim

 


TITOLO: Unravel the dusk

TITOLO ORIGINALE: Unravel the dusk

SAGA: Il sangue delle stelle #2

AUTORE: Elizabeth Lim

CASA EDITRICE: Oscar Mondadori Vault, collana Oscar Fantastica

GENERE: Fantasy fiabesco young adult con romance FM

PAGINE: 348

DATA DI PUBBLICAZIONE: 31 agosto 2021

PREZZO EBOOK: € 9,99

PREZZO CARTACEO: € 20,00



TRAMA



Maia Tamarin ha già dimostrato di essere la più abile sarta del paese. Ha sbaragliato gli altri concorrenti nella gara con cui l'imperatore ha scelto il nuovo sarto imperiale. Ha viaggiato fino ai confini del mondo per procurarsi la risata del sole, le lacrime della luna e il sangue delle stelle. E con questi tesori ha cucito tre abiti magici, ciascuno degno di una dea. Ma le prove per lei non sono ancora terminate. Al ritorno dal suo viaggio, il regno è sull'orlo della guerra e Edan, il ragazzo che ama, è sparito. Forse per sempre. La guerra che impazza non è niente a confronto della battaglia che Maia combatte contro se stessa. Da quando è stata marchiata dal demone Bandur non è più la stessa... La posta in gioco è più alta che mai, ed è solo questione di tempo prima che Maia si perda completamente. Ma non si fermerà davanti a nulla pur di ritrovare Edan, proteggere la sua famiglia e garantire al suo paese una pace duratura.



RECENSIONE



Quello del sarto è un mestiere che persino gli dei rispettano. C'è qualcosa di magico. Persino il più semplice dei filati ha in sé un grande potere.



Ed eccoci di nuovo qua a parlare della dilogia Il sangue delle stelle con il secondo ed ultimo capitolo. Alla fine del precedente romanzo, Maia è riuscita a realizzare i tre abiti magici della dea Amana, è diventata la nuova sarta imperiale e ha liberato lo stregone che ama lasciandolo fuggire. Ora è arrivato il momento che tutti stavano aspettando: il matrimonio tra Lady Sarnai, figlia dello shansen, e l'imperatore Khanujin. Ma il giorno prestabilito, la combattiva Sarnai fugge insieme al suo amante, e suo padre usa questo pretesto per far scoppiare una guerra. Come se non bastasse, Maia si sta trasformando giorno dopo giorno in un demone, e la sua unica speranza di salvezza sembrerebbero essere proprio i tre abiti, che potrebbero aiutarla anche a salvare il regno. Per tenere al sicuro la sua famiglia e il suo amore è pronta a qualsiasi cosa, ma stavolta il prezzo da pagare potrebbe essere troppo alto.

Unravel the dusk è un fantasy affascinante e avvincente che abbandona quasi del tutto le atmosfere fiabesche del primo romanzo per abbracciare un'atmosfera più cupa e in prevalenza incentrata sulla guerra. Maia è ben lontana dalla ragazzina che sognava di diventare una sarta imperiale all'inizio della storia: ora è cresciuta e arricchita dalle esperienze, e si ritrova a combattere contro se stessa pagando le conseguenze delle sue azioni. Insieme a lei e a Edan, il quale tuttavia è assente per tutta la prima parte, tornano tanti personaggi già noti, che spesso vengono approfonditi e ricoprono un ruolo maggiore. Grande importanza viene data ai legami di amicizia e ai rapporti di odio e rispetto nei confronti di Lady Sarnai e dell'imperatore Khanujin, ma l'aspetto più importante è senza dubbio l'amore indissolubile che unisce Maia ed Edan, un amore da fiaba che sembra voluto dal destino e nonostante le mille difficoltà non vacilla mai.






Starò al tuo fianco finché il fuoco del sole non diventerà freddo e la luce della luna non splenderà più. Finché il tempo non oscurerà le stelle.



Questo libro non è perfetto. Avrei voluto che i due antagonisti fossero approfonditi di più e che la risoluzione finale fosse gestita meglio, e qui mi fermo perchè rischierei di fare spoiler. Ma l'ho comunque molto apprezzato per due motivi: i continui richiami alle antiche leggende, in particolare quella del filo rosso che ci lega alla nostra anima gemella e quella dei sei principi trasformati in gru (un evidente richiamo a Six of cranes, un romanzo ancora inedito in Italia ambientato nello stesso universo), e naturalmente il grande amore di Maia ed Edan, così dolce e romantico.

In conclusione, se cercate dei retelling romantici affascinanti e senza pretese dalle tinte orientali che vi facciano sognare per qualche ora, allora Il sangue delle stelle è proprio la dilogia che fa per voi.



L'altro capo del filo sei tu, Edan. Sei sempre stato tu.



VOTO: 4,5/5









lunedì 6 dicembre 2021

E' stata la mano di dio

 


TITOLO: E' stata la mano di Dio

GENERE: Drammatico

ANNO DI PRODUZIONE: 2021

PAESE DI PRODUZIONE: Italia

CASA DI DISTRIBUZIONE: Netflix, Lucky Red

REGIA: Paolo Sorrentino

CAST: Filippo Scotti, Toni Servillo,Teresa Sapoangelo, Luisa Ranieri, Lino Musella, Renato Carpentieri, Betti Pedrazzi, Massimiliano Gallo, Cristiana Dell'Anna, Monica Nappo, Enzo Decaro, Biagio Manna, Sofya Gerschevich, Marlon Joubert, Rossella Di Lucca, Ciro Capano, Adriano Saleri, Roberto Oliveri, Carmen Pommella

DURATA: 130 Minuti

    

TRAMA

La realtà non mi piace. La realtà è scadente.

Fabio è il minore dei tre figli di Saverio e Maria, una coppia della buona borghesia napoletana, circondata da parenti, amici e vicini di casa con il quale condividono l'allegria e i problemi famigliari. Adolescente insicuro che deve ancora ottenere un diploma di maturità classica, Fabio è intimidito dalle donne ed è innamorato di sua zia Patrizia, una donna molto sensuale con delle inquietanti allucinazioni. Intorno a lui ruota l'ambiente domestico, scandito da stoccate paterne e da scherzi materni, con un fratello che sogna di fare cinema e una sorella che vive in bagno. Tanti i personaggi che costituiscono un grande teatro partenopeo da fare invidia a Eduardo De Filippo. Ma questo universo protettivo ed esilarante è destinato a scomparire improvvisamente, dando vita a una nuova fonte creativa.

 

RECENSIONE

E' stata la mano di Dio è ambientato nella Napoli degli anni 80 e racconta la storia di Fabio, meglio noto come Fabietto, che vive nel capoluogo partenopeo. Fabio avrà l'opportunità di vivere uno dei più grandi sogni degli amanti del calcio, ovvero l'arrivo al Napoli di Diego Armando Maradona, il giocatore più forte di tutti i tempi. Ma questa grande gioia verrà distrutta da una tragedia inaspettata che sconvolgerà la sua vita. Il destino gioca brutti scherzi a Fabietto, che avrà modo di capire come la felicità, la gioia, lo sconforto e la tragedia siano strettamente intrecciati.

E' stata la mano di Dio è il film più personale che Paolo Sorrentino abbia mai realizzato. Difatti, il regista, attraverso Fabio racconta se stesso e il dramma famigliare che lui stesso ha vissuto.  E' probabilmente è il film più bello che il regista, premio Oscar per La grande bellezza, ha realizzato dai tempi del Divo.  L'intreccio tra la storia biografica e l'espressività del film sono in assoluto il punto di maggiore forza.

Il titolo è un palese riferimento a Maradona, che nel corso della pellicola si vede solo per brevi attimi in immagini di repertorio che danno una rappresentazione del "pibe de oro" molto originale. Con E' stata la mano di Dio Sorrentino fa una profonda riflessione sui motivi che lo hanno spinto a lasciare la propria città natale, Napoli, e sulla sua carriera di regista.

 
 

Antonio Capuano - A tien' 'na cosa da raccontà? Fabio- Si-Antonio Capuano A' 'dimmel. 


E' stata la mano di Dio è forse la pellicola più completa e riuscita che Sorrentino abbia realizzato fino ad oggi, sebbene per molti versi si distacchi completamente dai tipici canoni estetici sorrentiniani. Ma il regista napoletano è riuscito comunque a dare il proprio tocco stilistico all'opera. Inoltre, con questo film, Sorrentino è tornato a lavorare con Toni Servillo, il suo attore prediletto, con il quale ha realizzato i suoi maggiori successi.

E' stata la mano di Dio molto probabilmente sarà uno dei  protagonisti alla prossima notte degli Oscar e le possibilità che Sorrentino si ritrovi tra le mani la sua seconda statuetta sono molto alte. Questo perché è un film potente, di fronte al quale è impossibile rimanere indifferenti.

Antonio Capuano- 'E' mai possibile che questa città nun te fa veni' mente qualcosa da raccontà?

4,5/5 


 


 

 

 

domenica 5 dicembre 2021

Encanto

 


TITOLO: Encanto

TITOLO ORIGINALE: Encanto

GENERE: Film d'animazione musicale fantasy per famiglie

ANNO: 2021

REGIA: Byron Howard, Jared Bush e Charise Castro Smith

PAESE DI PRODUZIONE: USA

DURATA: 99 Minuti

DISTRIBUZIONE: The Walt Disney Company Italia



TRAMA



La straordinaria famiglia Madrigal vive nascosta tra le montagne della Colombia, in una casa magica, in una città vivace, in un luogo meraviglioso e incantato chiamato Encanto. La magia della casa ha donato a ogni bambino della famiglia un potere unico, dalla superforza alla capacità di guarire. A tutti tranne a Mirabel. Ma quando scopre che la magia che circonda Encanto è in pericolo, la ragazza decide che lei, l'unica Madrigal ordinaria, può essere l'ultima speranza della sua straordinaria famiglia.



RECENSIONE



Talento o non talento, sono speciale quanto il resto della mia famiglia.



Sembra solo ieri che Biancaneve e i sette nani usciva al cinema, dando inizio a un universo meraviglioso chiamato Disney. E invece eccoci qua, a parlare del sessantesimo classico d'animazione, un film che fin dall'uscita del primo teaser la scorsa estate, periodo in cui è esploso con maggior fervore il mio amore per la cultura latina, mi ha attirata come il canto di una sirena. La storia comincia in una valle tra le montagne della Colombia, dove, in un momento di grande sconforto, una candela benedice Alma Madrigal e i suoi tre figli Pepa, Bruno e Julieta con un miracolo, dando vita a Casita, una casa piena di magia. Da quel momento, col passare del tempo, ogni bambino della famiglia, al compimento dei cinque anni, riceve in dono un talento unico nel suo genere, fatta eccezione per la quindicenne Mirabel, figlia minore di Julieta, che si sente terribilmente sbagliata e fuori posto. Il giorno in cui il suo cuginetto riceve in dono il proprio talento, la ragazza comincia ad accorgersi che qualcosa non va: crepe sui muri e altri segnali improvvisi fanno presagire che il miracolo si sta indebolendo e che l'esistenza stessa di Casita è in grave pericolo. Tuttavia non viene creduta, e perciò decide di cogliere l'occasione al volo lanciandosi in una missione che la porterà a scavare nei segreti del passato. Solo così potrà salvare il miracolo e dimostrare a tutti di essere una degna Madrigal.

Non ci sono parole abbastanza grandi per esprimere quanto ho amato Encanto, che si è rivelato di gran lunga al di sopra delle mie aspettative. È una coloratissima fiaba musicale piena di magia, meraviglia e tenerezza, in cui ogni cosa è avvolta da quell'atmosfera calda e accogliente che ti fa sospirare e sussurrare: <<Eccomi qua, sono a casa>>. La famiglia Madrigal è davvero straordinaria, e ogni personaggio ha la sua storia, le sue peculiarità, un bagaglio con cui convivere. Ho adorato in particolare la dolcezza del piccolo Antonio, la tenacia di Luisa e anche la simpatia di... Non si nomina Bruno! Ma a conquistare davvero il mio cuore è stata Mirabel, che in una manciata di scene è diventata la mia eroina Disney preferìta di sempre.  A parte il fatto che dal punto di vista fisico ci somigliamo tantissimo, mi sono riconosciuta in lei, nel suo sentirsi sbagliata e fuori posto, nelal sua goffaggine,  nel suo desiderio di essere accettata, nella sua forte sintonia con chi le è caro, e anche nella sua capacità di rialzarsi sempre dopo ogni caduta. Sono convinta che molte altre persone potranno immedesimarsi in lei e provare nei suoi confronti un forte senso di empatia. In effetti si può dire che uno dei maggiori punti di forza di questo film è proprio l'empatia che riesce a suscitare, così come la cura con cui è stata raffigurata la Colombia, nelle sue ombre e nelle sue luci. C'è la tragica realtà del desplazamiento forzado, lo sfollamento di massa causato dalla violenza e dalla guerra civile, ma c'è anche una sorta di resiliente riscatto che ci mostra la bellezza del paese attraverso la flora, la fauna e la cultura. Tutto è curato nei minimi dettagli, dall'imponenza delle palme della valle del Cocora agli strumenti musicali, dalle arepas (che, in quanto ragazza con parenti venezuelani che cucinano sempre queste deliziose pagnotte rotonde a base di mais, mi hanno mandata in brodo di giuggiole) ai capibara, dalla varietà dei colori della pelle alla maestosità del fiume, dai colori dei fiori alla musica. È la dichiarazione d'amore alla Colombia, una Colombia pregna di quel realismo magico creato da Gabriel García Márquez, e chi ha letto Cent'anni di solitudine non potrà fare a meno di notare alcuni elementi in comune col romanzo, a partire dalla costante presenza delle farfalle.







Io salverò il miracolo. Aspetta, come si salva il miracolo?



Attraverso questa storia, in cui il principale cardine è ovviamente la famiglia, Mirabel ci conduce per mano in un percorso di crescita al termine del quale ci rivela tante importanti verità, come il fatto che a volte tutto quello che cerchiamo possiamo trovarlo già dentro di noi, che a volte dobbiamo avere il coraggio di lasciare andare le cose senza aver paura del cambiamento, che dal dolore si può ricominciare, e che la nostra più grande forza è stare insieme alle persone che amiamo, imparando ad apprezzare le nostre qualità e a guardare le cose sotto un'altra prospettiva. Per gran parte di questo viaggio si ride a crepapelle, ci si diverte e viene una voglia irrefrenabile di ballare, ma poi, verso la fine, arrivano quelle batoste che fanno addirittura piangere l'acqua del battesimo e mandano il cuore in frantumi per poi ricomporlo con delicatezza. Quindi un consiglio per chi è particolarmente sensibile: preparate i fazzoletti.

Ciliegina sulla torta è la strepitosa colonna sonora, curata ancora una volta da sua altezza reale Lin-Manuel Miranda, al quale bisognerebbe portare non una sola medaglia, ma l'intero arsenale. Ha dato vita a canzoni meravigliose con stili diversi che abbracciano a tutto tondo la cultura latina, e per la prima volta ne ha scritte due interamente in spagnolo, quelle che ho amato più di ogni altra: Colombia, mi encanto e Dos oruguitas (ribadisco: preparate i fazzoletti, non sapete cosa vi aspetta.)

Una cosa è certa: quest'anno la qualità dei film d'animazione è più alta che mai, e la prossima cerimonia degli Oscar sarà decisamente uno scontro fra titani. Nel frattempo però, fatevi un favore: andate a vedere questa meraviglia chiamata Encanto, e la vostra anima vi ringrazierà. Mi raccomando, fazzoletti alla mano e ricordate soprattutto: non si nomina Bruno.



Anche nei momenti più bui arriva la luce. Quando meno te lo aspetti.



VOTO: 5/5

























"Always be my Baby", di Naike Ror

  TITOLO: Always be my Baby AUTRICE: Naike Ror CASA EDITRICE: Always publishing GENERE: Romance MM young adult contemporaneo PAGINE: 352 DAT...