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sabato 22 maggio 2021

"MORDERE LA NEBBIA", di Alessio Boni

 


TITOLO: Mordere la nebbia

AUTORE: Alessio Boni

CASA EDITRICE: Solferino

GENERE: Autobiografico

PAGINE: 208

DATA DI PUBBLICAZIONE: 25 marzo 2021

PREZZO EBOOK: € 9,99

PREZZO CARTACEO: € 17,50



TRAMA



Quale storia può mettere insieme Giorgio Strehler e un sassofonista senza labbra? Questa. È la storia che Alessio Boni decide di raccontare a suo figlio Lorenzo, che ha appena spalancato gli occhi sul mondo, nello sterminato silenzio che avvolge la campagna. L’avventura di un ragazzo che si sentiva stretto nella vita disegnata per lui dal destino, nella piccola borghesia bergamasca, e che attraverso tentativi, errori e sacrifici ha scoperto e inseguito la sua vocazione di attore. Il percorso di un uomo che ha imparato a conoscere se stesso anche attraverso i personaggi interpretati sulla scena e sullo schermo, da Don Chisciotte a Caravaggio, da Ulisse al principe Bolkonskij. L’esperienza di un cittadino del mondo che ha deciso di incontrare vite lontane: quelle di chi lotta ogni giorno in condizioni estreme, nei luoghi che Alessio ha visitato insieme alle missioni umanitarie, dal Brasile al Malawi e da Lesbo a Haiti. Così questo racconto ci porta dai palcoscenici ai campi profughi, dal Festival di Cannes all’inferno di un lebbrosario a Belo Horizonte, nella costruzione instancabile di un grande affresco umano. 



RECENSIONE



Non c'è niente di più umano che voler conoscere e andare oltre, aggredendo gli ostacoli che si interpongono sul nostro cammino. Mordendo la nebbia.



Un quindicenne in sella al motorino che costeggia il lago d'Iseo inghiottito dalla nebbia. È stata quest'immagine a dare un titolo all'autobiografia di Alessio Boni, uno dei migliori attori nel panorama italiano, nonché uomo di grande cultura, intelligenza e umanità.  Due giorni fa ho avuto il piacere di vederlo e ascoltarlo alla presentazione presso il Circolo dei Lettori di Torino, e l'esperienza mi ha fatto apprezzare ancora di più sia lui sia questo suo primo libro. Scritto con uno stile diretto ed elegante che per certi versi mi ha piacevolmente ricordato Angela e D'Avenia, l'artista ha voluto raccontare il suo percorso, partendo dall' adolescenza claustrofobica a Villongo, nel bergamasco, per poi passare alla folgorazione che lo ha spinto a voler fare l'attore nonostante la disapprovazione paterna, ai suoi primi passi nel mondo del teatro sotto l'ala del compianto Strehler e alla grande svolta professionale avvenuta con La meglio gioventù nei panni di Matteo Carati, a oggi il ruolo che più di ogni altro gli è rimasto nel cuore. Pagina dopo pagina si susseguono numerosi aneddoti legati ad alcune delle interpretazioni più memorabili e i diversi modi in cui si è approcciato a personaggi immaginari e storici. Al percorso artistico naturalmente si accompagna il pecorso umano: Alessio ha infatti dedicato molto spazio alle missioni umanitarie a cui ha preso parte nel corso degli anni in luoghi come Lesbo, Haiti, il Brasile e il Malawi, senza fronzoli o censure di alcun tipo, descrivendo con forte empatia tragedie e condizioni atroci che sembrano non lasciare scampo. Il suo desiderio d'incontrare vite lontane gli ha fatto conoscere occhi sorridenti, ma anche situazioni di sofferenza al limite del disumano che non ha mai cessato di cercare. Tutto questo può apparire masochista, ma come spiega Alessio, si tratta della necessità di conoscere il dolore, per scandagliare le persone che si incontrano fino ad arrivare alla loro essenza.





Il coraggio è una qualità che amo particolarmente e che ammiro quando la trovo in un essere umano. Dal latino cor habeo, <<avere cuore>>, a differenza di altre caratteristiche, non ha nulla a che vedere con il luogo in cui si è nati, con lo status, con l'ambiente in cui si è cresciuti. Quale che sia la propria origine, anche se disperata, si può sempre trovare il coraggio di prendere un'altra direzione.



Come nel caso di Cervello ribelle, di cui vi ho parlato il mese scorso, questo librò è ben più di una semplice autobiografia: l'artista lo ha scritto per suo figlio Lorenzo, in modo da fornirgli risposte alle future domande sul senso dell'esistenza ricostruendo il tratto di cammino fin qui percorso. Per lui non desidera un grande destino, ma la possibilità di essere libero e felice attraverso i suoi strumenti e le sue scelte. Perchè nella vita, spiega Alessio, soltanto due cose non si possono scegliere: la famiglia e il luogo in cui si nasce. Tutto il resto dipende da noi, dalla fedeltà ai nostri sogni e dal coraggio di seguirli, di andare avanti e spingersi oltre.

Per lasciare questo messaggio si affida a due magnifici personaggi letterari (da lui interpretati) che considera da sempre le sue stelle polari: Ulisse e Don Chisciotte. Quest'ultimo merita una menzione speciale, perché prima dell'arrivo del Covid-19 aveva iniziato a portarlo in scena nei teatri italiani. Il mio augurio è che Alessio possa riproporlo a più presto, incontrando gli occhi rapiti e attenti del pubblico e ricevendo tanti applausi, simbolo di gratitudine e di contatto umano. Come lui stesso ha detto alla presentazione, in futuro potranno esserci altri TikTok, Facebook, Instagram o Netflix, ma il teatro...il teatro non morirà mai.



Credo che la sera, quando gli occhi di Lorenzo si chiudono per il sonno, gli narrerò le gesta di un re che ha lasciato tutto per seguire <<virtute e canoscenza>>. Oppure gli racconterò di quell'hidalgo della Mancha che, in sella a un ronzino smagrito, ha seguito il sogno per molti impossibile della giustizia.



VOTO: 4,5/5











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