TITOLO: Scheletro femmina
AUTORE: Francesco Cicconetti
CASA EDITRICE: Mondadori
GENERE: Autofiction
PAGINE: 336
DATA DI PUBBLICAZIONE: 8 novembre 2022
PREZZO EBOOK: € 9,99
PREZZO AUDIOLIBRO: € 12,95 (gratis per i primi 30 giorni con Audible)
PREZZO CARTACEO: € 18,00
TRAMA
Questo romanzo parla di transizione di genere. Ma non solo. Seguiamo la storia di Francesco fin dall'infanzia, con i legami che segneranno la sua vita e lo accompagneranno nel percorso di scoperta di sé. Un romanzo che sa essere molto crudo, ma anche pieno di tenerezza e di amore. Amore, come quello incondizionato della nonna Gioli, come quello potente per Sara e come quello, tutto da costruire, di Francesco nei confronti di se stesso. Quella che ci racconta Cicconetti, mescolando vita vera ed elementi di fiction, è una storia di trasformazione individuale che pur nella sua unicità è universale, perché metafora della lotta che tutte e tutti noi affrontiamo per scoprire chi siamo veramente, e per riuscire a esserlo fino in fondo.
RECENSIONE
Anche se ho lo scheletro femmina non è importante, perché tanto nessuno lo vede. Non cambia niente.
È iniziato ancora una volta il Pride Month, il mese che se fosse per me durerebbe tutto l'anno, e per inaugurarlo ho deciso di parlarvi dell'opera prima di Francesco Cicconetti, un noto influencer e attivista transgender che ha vinto il premio come miglior creator ai Diversity Media Awards del 2021 e che ho scoperto grazie a una sua video intervista con Michele Bravi. Il suo esordio consiste in un memoir appassionato ed emozionante che mescola elementi di finzione con la realtà e si fa leggere tutto d'un fiato. È suddiviso in quattro parti, ognuna delle quali introdotta dal titolo di una canzone e da un'unica parola che la identifica. Inizia dal primo giorno di scuola elementare per poi raccontare tutta l'infanzia, gli anni del liceo, gli anni universitari e i tempi più recenti. L'autore ha riversato su carta tutte le sue emozioni restituendole di pari intensità al pubblico, il che è straordinario, perché mi ha permesso di sentire come se fossero anche un po' mie la gioia di indossare il grembiule blu prestatogli dal suo migliore amico d'infanzia, le farfalle nello stomaco per quella ragazza dai capelli rossi destinata a segnare profondamente la sua vita, la confusione e la solitudine degli anni del liceo, l'angoscia che la disforia di genere suscita in lui, il desiderio di essere visto per chi è veramente e molto altro ancora. Con uno stile evocativo, schietto e spesso prolisso ha raccontato gli aneddoti più belli della sua vita, ma anche quelli più brutti e dolorosi, quelli in cui la negatività e il disprezzo per il proprio corpo ancora intrappolato tra due realtà e non riconosciuto come maschile erano così forti da spingerlo a riversarla brutalmente contro chi gli è caro. Sarebbe stato troppo facile raccontare solo i momenti di luce, ma lui ha avuto il coraggio di svelare anche il proprio buio e i propri sbagli, e questa condivisione è per me un grandissimo atto di fiducia degno di stima.
Qualcuno potrebbe pensare che la transizione sia tutto per me, che sia il fulcro della mia vita. Credo di averlo creduto anch'io, a un certo punto. Ma quella è l'erba del prato su cui cammino, schiacciata a terra; sempre presente, imprescindibile, ma pur sempre lì in basso. A volte dimenticata, spesso data per scontata, ormai naturale.
Contrariamente a quanto si potrebbe pensare il vero fulcro e motore di questo libro è l'amore, in tutte le sue forme possibili. C'è l'amore della mamma e della mitica nonna, che qualunque cosa accada sono sempre lì a sostenere e incoraggiare, c'è l'amicizia, ma soprattutto c'è l'amore di e per Sara, un amore totalizzante che ha toccato felicità e dolore capace di segnare la vita per sempre, nel bene come nel male, e di trasformare due ragazzini in adulti. Naturalmente un altro argomento importante, ma quasi più in secondo piano, è il percorso di transizione, un percorso difficile e doloroso andato avanti per le lunghe per colpa di un'estenuante burocrazia. Sentirlo raccontare da chi l'ha vissuto sulla propria pelle mi ha colpita profondamente, e non nego di essermi emozionata in certi momenti, per esempio quando una professoressa universitaria rivela a Francesco l'esistenza della carriera alias, o quando verso la fine Francesco entra in un bar e il barista lo chiama ragazzo facendolo sentire felice.
Scheletro femmina è senza dubbio uno dei memoir più belli e toccanti che abbia mai letto, una storia personale e universale allo stesso tempo che fa riflettere e riempie di speranza. Spero tanto che Francesco Cicconetti scriva altri libri in futuro, perché ha davvero un grande talento.
Io sono, a prescindere. A prescindere da quello che mi viene detto, da quello che gli altri pensano, a prescindere dal mio scheletro. Prendetevelo pure, esponetelo nei musei. Coloratelo di rosa, mettetegli un fiocchetto. Se potrò, verrò pure a fotografarlo.
VOTO: 4,5/5
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