TITOLO: Stranizza
AUTORE: Valerio la Martire
CASA EDITRICE: Rizzoli
GENERE: Narrativa LGBTQIA+ storica
PAGINE: 192
DATA DI PUBBLICAZIONE: 16 maggio 2023
PREZZO EBOOK: € 9,99
PREZZO CARTACEO: € 17,00
TRAMA
Sicilia, estate 1980. Da una radio la musica di Franco Battiato si mischia al frinire delle cicale e allo spumare delle onde tra Scilla e Cariddi. Due ragazzi sono sdraiati all'ombra di un pino marittimo in un agrumeto sulle sponde del mare. Il sole sopra di loro, gli aghi di pino sotto la pelle. Ma l'unico movimento è quello del vento. Stranizza è la storia di due ragazzi che si sono innamorati una mattina di giugno. Che hanno vissuto un'estate insieme e che hanno sognato che una stagione potesse diventare una vita. Ispirata ai fatti reali del delitto di Giarre, una storia che parla d'amore e dell'odio cieco e immotivato che nasce dal pregiudizio.
RECENSIONE
-Magari potremmo essere gli ultimi due uomini sulla Terra. Non è detto che debba per forza rimanerne uno solo.
-Allora possiamo restare qui tutto il tempo che vuoi a fare gli unici due uomini sulla Terra.
Sul delitto di Giarre che ha sconvolto l'Italia nel 1980 e ha avuto un impatto fondamentale per la storia del movimento omosessuale italiano sono state dette molte cose. Diverse opere si sono ispirate alla vicenda, tra cui questo romanzo del mio amico e collega Valerio la Martire, uscito per la prima volta nel 2013 e ripubblicato quest'anno con Rizzoli per il decimo anniversario. Ci troviamo a Fochi, un paesino siciliano, e il ventenne Marco Accordino è appena tornato a casa dopo aver passato sei mesi in prigione a causa di un malinteso. È stanco dei pettegolezzi di paese e del padre che lo odia e lo ha fatto arrestare, e desidera soltanto guadagnare abbastanza denaro per trasferirsi a Catania ed essere finalmente libero e felice. Un giorno però si imbatte per caso nel sedicenne Nino Scalia, appartenente a una famiglia di mafiosi, che non sa nulla dei pettegolezzi e gli propone di lavorare insieme a lui alle fiere. Col passare dei giorni, tra i due ragazzi sboccia un sentimento irrazionale e bellissimo, ma purtroppo impossibile. Tutto il paese è contro di loro, e l'unica speranza sembra fuggire.
Sono contenta di essere stata abbastanza masochista da cimentarmi in una lettura che sapevo mi avrebbe fatto star male, perché Stranizza si è rivelato un romanzo breve ma tanto intenso e, come si evince dallo stile di Valerio la Martire, scritto con il cuore. Avevo già avuto modo di ammirare la sua capacità di evocare atmosfere ben delineate con la sua trilogia fantasy Nephilim, e in questo caso ne ho avuto la piena conferma. Mi è sembrato di trovarmi davvero nella Sicilia di poco più di quarant'anni fa, complici le tanti frasi in dialetto pronunciate dai personaggi, la rievocazione di leggende locali, le varie fiere di paese, la canzone Stranizza d'amuri di Franco Battiato (che naturalmente dà il titolo al romanzo) e luoghi suggestivi come l'agrumeto e il fiume che si rivelano di grande importanza per la storia d'amore dei due protagonisti, così poetica, straziante, disperata e romantica, capace in certi momenti di farti sorridere, ma con la consapevolezza della spada di Damocle che pende sulla testa. Ho molto apprezzato in particolare l'amore per ogni forma d'arte e il coraggio di Marco e la dolcezza e l'ingenuità di Nino, e soprattutto ho amato Leo, un professore originario del Veneto con una storia difficile alle spalle che stima e vuole bene ai due ragazzi così come sono, al punto da desiderare di proteggerli e prendersene cura. Quanto agli altri personaggi, fatta eccezione per il fratello maggiore di Nino, che col senno di poi mi ha piacevolmente sorpresa, e il nipotino Ciro, hanno suscitato in me un'unica, fortissima emozione: la rabbia. Persone che non vogliono riconoscere i propri figli, che preferirebbero vederli morti piuttosto che omosessuali... mamma mia, avrei tanto voluto prenderli a ceffoni, tutti, dal primo all'ultimo, e questo significa che l'autore ha fatto centro. La cosa più triste ovviamente è sapere che purtroppo persone del genere esistono anche nella realtà, e che se non fosse stato per loro questa storia non sarebbe mai stata raccontata.
Credo che sia questo l'amore. L'anima che lotta per uscire dal corpo e va a cercare quella della persona amata.
È inutile negarlo: fin dal prologo il libro ci fa immergere fino in fondo nella tragicità della vicenda, lasciando un senso di angoscia, rabbia e dolore che resta fino alla fine. Anche nei momenti di gioia, quel senso è sempre lì, pronto a ricordarci che, anche se vorremmo con tutte le nostre forze il contrario, non c'è alcuna speranza per un lieto fine. È una lettura che ci fa vivere in prima persona quanto possono far male l'odio, il pregiudizio e i pettegolezzi di chi preferisce accettare la morte piuttosto che l'amore, di chi considera l'omosessualità una vergogna da annientare e nascondere, come se non fosse mai esistita (non è un caso che la tagline sulla copertina reciti Che fosse amore non si disse mai.) È il grido di chi vuole lottare per proteggere l'amore e la sua bellezza, ricordando le persone che in passato, in nome di quel sentimento, hanno perso la vita. Ed è per questo che è una lettura dolorosa ma estremamente necessaria: perché non si dimentichi mai dei Marco e Nino che sono vissuti in questo mondo.
Stranizza non è un libro perfetto, e avrei voluto che alcune questioni fossero meglio approfondite, ma è comunque splendido, intenso e struggente, e rende piena giustizia alla storia di Giorgio Giammona e Antonio Galatola, i due ragazzi innamorati di Giarre. Non mi resta che mandare un abbraccio fortissimo a Valerio la Martire, e un grande in bocca al lupo per tutto.
Credo che i loro spiriti siano vicini, che non siano riusciti davvero a separarli. Stanno ancora facendo l'amore sotto il pino marittimo, convinti che le persone sapranno aprire gli occhi e vedere la bellezza di quell'amore che nessuno ha voluto proteggere.
VOTO: 4/5
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