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venerdì 26 marzo 2021

Miyo, un amore felino

 

TITOLO: Miyo, un amore felino

TITOLO ORIGINALE: Nakitai watashi wa neko wo kaburu

TITOLO IN KANJI: 泣きたい私は猫をかぶる

GENERE: animazione, commedia, fantastico, sentimentale

REGIA: Jun'ichi Sato, Tomotaka Shibayama

PAESE: Giappone

ANNO: 2020

DURATA: 104 minuti

PRODUZIONE: Studio Colorido, Toho Animation, Twin Engine

DISPONIBILITA': Netflix

TRAMA

Una ragazza particolare si trasforma in una gatta per attirare l'attenzione del ragazzo che le piace, ma presto la distinzione tra umana e animale inizia a svanire.

RECENSIONE

Odio tutti, e odio anche questo stupido mondo.
Come vorrei che finisse tutto!

Come sarebbe la nostra vita se potessimo scegliere di essere un gatto? Sarebbe tutto migliore, oppure no? A questa domanda troviamo risposta attraverso le vicende che attraversa la giovane Miyo, una ragazza molto esuberante che, grazie a una maschera magica, ha il potere di trasformarsi in un gatto quando vuole, per poter passare del bel tempo col ragazzo di cui è innamorata, al quale non riesce a esprimere apertamente i propri sentimenti, senza che lui sappia chi sia in realtà il grazioso felino che ha addomesticato.

In questa pellicola rivediamo la difficoltà del comunicare su uno sfondo fantastico e metaforico, tra intrighi e momenti dolci, e anche divertenti. Miyo, non riuscendo a raggiungere il cuore di Hinode, il compagno di classe oggetto del suo amore, fa affidamento al proprio lato felino. Solo quando si mostra a lui come gatta, riesce a farsi apprezzare e a stare fra le sue braccia. Tutto ciò è un bel simbolo di come spesso, per farci accettare, ci nascondiamo dietro una maschera. Tale maschera, Miyo non la indossa soltanto quando diventa un gatto, ma anche attraverso i suoi atteggiamenti vitali e allegri, coi quali cerca di destare simpatia, essendo sempre stata isolata a causa della sua difficile situazione familiare. Questa difficoltà, nel corso della storia, la porta a compiere una scelta che rischia di rimpiangere per il resto dei suoi giorni, una scelta che la potrebbe portare a perdere definitivamente qualsiasi possibilità di comunicare.


 Ho finito di essere Miyo

Noi stessi, a volte, siamo vittime di noi stessi, delle scelte che facciamo, spesso senza essere realmente consapevoli delle conseguenze che esse comportano. La scelta peggiore che possiamo fare, come ci trasmette il film, è di isolarci e decidere di non provare più a comunicare, di fare muro con il mondo, di diventare, quindi, dei gatti. Tutto ciò viene espresso con una bellissima chiave metaforica: la trasformazione in gatto di Miyo rappresenta la tendenza ad isolarsi o a rifugiarsi in un proprio mondo, conseguenza a cui può portare il non riuscire a farsi accettare. Tale metafora è spesso ricorrente nelle storie fantastiche, insieme agli intrecci che si creano, però è una visione favolosa. La trasformazione in animale è un cliché, ma esso viene comunque elaborato abbastanza bene, immergendo lo spettatore in una storia che insegna molto, raccontando la semplice storia di una ragazza innamorata.

Ascolta. Io ti voglio conoscere meglio, Muje.
Voglio vedere questo lato di te, non solo il tuo volto sorridente.
Vorrei vedere anche la ragazza che si arrabbia

Voto: 4,5/5



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