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venerdì 4 ottobre 2024

Il mio matrimonio felice (anime)



TITOLO: Il mio matrimonio felice

TITOLO ORIGINALE: Watashi no shiawase na kekkon

TITOLO IN KANJI: わたしの幸せな結婚

REGIA: Takehiro Kubota

STORIA: Akumi Agitogi

DISEGNI: Tsukino Tsukioga

CATEGORIA: shojo

GENERE: storico, fantastico, sentimentale

STUDIO: Kinema Citrus

PAESE: Giappone

ANNO: 2023

DURATA: 12 episodi (in corso)

DISTRIBUZIONE: Netflix (coi sottotitoli)

TRAMA

Miyo Saimori, una giovane ragazza figlia di una madre amorevole, venuta a mancare precocemente, vive una situazione familiare difficile. Rifiutata dal suo stesso padre per la mancanza di abilità soprannaturali, e per questo considerata inutile per l’eredità della famiglia, maltrattata dalla sorellastra e dalla matrigna, vive giorni infelici e privi di amore. Un giorno la famiglia, sperando di liberarsi di lei, offre la ragazza in sposa a Kiyoka Kudo, un uomo di buona estrazione sociale, attorno al quale circolano voci maligne. Così, Miyo viene mandata a vivere col suo futuro sposo, e da qui inizierà una nuova svolta per la vita di questa Cenerentola giapponese.

RECENSIONE

Voglio essere la persona con la
quale lei si senta al sicuro

Il mio matrimonio felice è una serie tratta da un ciclo di light novel tradotto in manga. Qui discutiamo della trasposizione animata, che non è stata doppiata in italiano, ma possiamo averne l’accesso tramite le piattaforme di streaming legale coi sottotitoli. La storia che ci viene presentata è a metà tra lo storico e il fantastico. Ambientata nel contesto del Periodo Meiji (1868-1912), ci racconta, sulle corde delle consuetudini di quel tempo, una storia d’amore dai toni dolci.

La trama viene sviluppata con un ritmo lento e con dei toni leggeri, creando un’atmosfera che fa sì che lo spettatore apprezzi ogni istante di ogni episodio, godendosi lo sviluppo degli eventi e al tempo stesso rilassandosi e sciogliendosi il cuore. È senza ombra di dubbio una storia romantica, degna di un romanzo rosa, per chi ha voglia di dolcezza.
I personaggi sono caratterizzati secondo stereotipi pienamente giapponesi. Miyo rappresenta la yamato nadeshiko, la donna ideale del Sol Levante, sempre buona, gentile e aggraziata, mentre Kudo è un uomo con un atteggiamento zen degno del guerriero. Le loro interazioni sono fatte di piccoli ma dolci gesti, dietro cui traspaiono sentimenti soavi ma forti e genuini. Ogni momento che passano insieme ci regala attimi di tenerezza, si percepisce la profondità dei loro sentimenti ed emozioni. Inoltre, Miyo suscita compassione, poiché si avverte quanto essa sia terribilmente segnata dai maltrattamenti che ha subito nel suo stesso ambiente familiare, una situazione che sembra averle spento ogni fiamma, che ha distrutto la sua autostima, inducendola a considerarsi lei stessa inutile e senza valore. Gli sviluppi della trama raccontano con gradualità la sua maturazione, grazie alla quale Miyo impara a riconoscere di servire anche lei a qualcosa e a riacquisire rispetto per sè stessa e per i propri sentimenti, inseguendo il suo sogno di diventare la degna sposa del suo futuro marito, che, dopo anni di sofferenza, sarà la prima persona (escludendo l’amico d’infanzia) a darle amore.



Sarebbe facile per me
arrendermi ora

Miyo è buona e sincera, ma dimostra comunque di avere forza e coraggio, datele anche dall’amore che prova per Kudo. Nei primi episodi è totalmente sopraffatta dalla vita, però piano piano si trasforma e diventa, a suo modo, combattiva e determinata, fino a scoprire di possedere anche lei un dono, grazie al quale potrà anche lei proteggere la persona amata. Lei e Kudo sono una bellissima coppia, fra tutte le coppie degli shojo manga delle ultime generazioni, loro sono tra le migliori. Certamente Miyo è la tipica protagonista shojo timida, remissiva e insicura, però non è una sciocca, e anche se si tormenta e si scusa in maniera compulsiva, fa tenerezza, vedendo la situazione che ha alle spalle. Kudo, invece, è anche lui il tipico maschio degli shojo all’apparenza duro e bel tenebroso, ma al contrario di quel che appare a occhio non è affatto prepotente. Ha un atteggiamento è una compostezza da samurai, reticente nel manifestare i propri sentimenti ed emozioni, però con Miyo si comporta da gentiluomo, dimostrandole affetto e dandole la protezione di cui lei ha sempre avuto bisogno, e desidera con tutto il cuore la sua felicità, consapevole di quanto per lei la vita sia stata dura. Col tempo impara anche Miyo ad essere forte da sola, diventando più clemente con sè stessa, accettando si è di conseguenza liberandosi dai suoi fardelli passati, provando amore anche per sè, oltre che per gli altri.
Il mio matrimonio felice è una serie dai toni dolci, e con un’atmosfera rosea come il personaggio di Miyo, rosea come i ciliegi. E a proposito di ciliegi, Miyo è un fiore che sboccia in ritardo e nelle avversità, che come si suol dire, è sempre il più raro e il più bello di tutti.

Io sono la fidanzata
di Kiyoka Kudo

Voto: 5/5






martedì 1 ottobre 2024

"Gli Animali di Lockwood Manor", di Jane Healey

 


TITOLO: Gli Animali di Lockwood Manor

TITOLO ORIGINALE: The Animals at Lockwood Manor

AUTRICE: Jane Healey

CASA EDITRICE: Oscar Mondadori Vault, collana Oscar Fantastica

GENERE: Romanzo gotico storico con romance FF

PAGINE: 480

DATA DI PUBBLICAZIONE: 29 agosto 2023

PREZZO EBOOK: € 8,99 (gratis con kindle unlimited)

PREZZO CARTACEO: € 17,00



TRAMA



Agosto 1939. La guerra incombe su Londra e Hetty Cartwright viene incaricata di portare in salvo la preziosa collezione di mammiferi impagliati del Museo di storia naturale. Quando giunge a Lockwood Manor, futura dimora del museo, Hetty si rende conto che il suo compito è più difficile del previsto. Deve vedersela con l'irascibile Lord Lockwood e con i suoi domestici tutt'altro che collaborativi; e, come se non bastasse, alcuni degli animali della collezione iniziano a scomparire. Hetty ha l'impressione che qualcuno - o qualcosa - la stia pedinando tra le buie stanze della magione. Mentre la situazione precipita, Hetty stringe un legame sempre più profondo con Lucy, l'affascinante e tormentata figlia di Lord Lockwood.



RECENSIONE



Lockwood aveva troppe stanze vuote. Se ne stavano lì, silenziose e spalancate, in attesa che la mia mente le riempisse di orrori, spettri e ombre e strane creature striscianti.



È iniziata la spooky season, e per inaugurarla non c'è niente di meglio di un romanzo gotico, che mi ha conquistata fin da subito per la meravigliosa copertina e la componente queer. È l'agosto del 1939, e a causa della guerra incombente il governo britannico dispone che ogni reperto storico e scientifico dei musei cittadini venga evacuato in campagna per essere preservato dai bombardamenti. Hetty Cartwright, un'orfana trentenne londinese, deve quindi trasferirsi insieme ai mammiferi impagliati del Museo di Storia Naturale a Lockwood Manor, dove si ritrova a fare i conti con un padrone di casa scontroso e irascibile e servitori che in caso di problemi si voltano dall'altra parte, perfino quando gli animali cominciano a sparire. L'unica felice di averla lì è la sua dolce coetanea Lucy, figlia di Lord Lockwood, con la quale instaura fin da subito un legame fortissimo, destinato a trasformarsi in qualcosa di più di un'amicizia. Ed è un bene che sia così, perché quando accadono cose sempre più inquietanti e misteriose avere accanto una persona cara è proprio quello che ci vuole per rimanere a galla.

Gli Animali di Lockwood Manor si è rivelata davvero una bella lettura, con un intreccio intrigante e uno stile di scrittura molto evocativo. L'autrice è riuscita a rendere benissimo le atmosfere gotiche e inquietanti, rendendo di fatto il maniero il vero grande protagonista della storia. È il teatro di eventi spaventosi e misteriosi, un luogo infestato e claustrofobico dove gli animali impagliati si spostano e spariscono senza lasciare traccia, una presenza maligna sembra muoversi tra le stanze e girano voci su fantasmi e maledizioni. La tensione si può tagliare con un coltello, e sa tenere col fiato sospeso fino alla fine, facendoci sentire come se fossimo anche noi personaggi della storia. A tal proposito, se c'è un personaggio che non vorrei incontrare mai nella vita è l'antagonista, Lord Lockwood, un uomo minaccioso, odioso e pieno di sè che crede che tutto gli sia dovuto e non si fa alcuno scrupolo pur di prendersi ciò che vuole, arrivando talvolta a ferire verbalmente e fisicamente. Avrei voluto prenderlo a ceffoni tutte le volte che lo vedevo entrare in scena, e questo vuol dire che l'autrice ha fatto centro. Mi sono invece piaciute Hetty, una persona determinata che svolge i suoi compiti con dedizione e ama paragonare le persone agli animali, e Lucy, un' anima dolce e gentile. Sono due donne peculiari e piene di vita alle quali è affidato il compito di raccontare la storia, due donne in qualche modo emarginate reduci di un'infanzia difficile che si portano dentro un grande dolore e riescono a incontrarsi in un mondo sull'orlo del caos, unendo le loro anime prima nell'amicizia e poi nell'amore. Un amore profondo che magari non risolve tutti i problemi e non può proteggerle dagli incubi, ma le aiuta ad orientarsi facendo sì che si stringano forte la mano in ogni avversità.






È folle da parte mia dire che penso di averti amata dal primo momento che ti ho vista, con i tuoi abiti da viaggio nel bel mezzo del salotto?



Se vi aspettate un libro con molta azione e sequenze da thriller adrenalinico, sappiate che non è ciò che troverete qui: questo è un libro che punta sulle atmosfere opprimenti e a tratti disturbanti, sullo sviluppo del legame tra Hetty e Lucy  e sull'esplorazione dell'animo umano, andando a indagare sui segreti di famiglia, sulla salute mentale e sulla follia. Nella seconda parte il ritmo tende a rallentare, ma per fortuna riesce a risollevarsi, tenendo sulle spine in modo quasi claustrofobico per poi regalare un finale dolceamaro, ma bello e piuttosto soddisfacente.

Gli Animali di Lockwood Manor è un libro che merita di essere letto, e lo consiglio in particolare a chi ama il genere gotico e le storie d'amore saffiche.



-È troppo... noi due, in questo momento? È una preoccupazione in più per te, vero?

-No, tu sei un conforto, un rifugio nella tempesta della mia mente.



VOTO: 4,5/5








lunedì 30 settembre 2024

Il tempo che ci vuole

 

TITOLO: Il tempo che ci vuole

TITOLO ORIGINALE: Il tempo che ci vuole

GENEREdrammatico

PAESE DI PRODUZIONE: Italia, Francia

CASA DI DISTRUBUZIONE01 Distribution

REGIA: Francesca Comencini

Cast: Fabrizio Gifuni, Romana Maggiora Vergano

DURATA: 110 minuti


TRAMA

Durante i difficili anni di piombo, che erano anche caratterizzati da lotte politiche e sociali, un padre e sua figlia si ritrovano a condividere la passione per il cinema.

RECENSIONE

Prima la vita, poi il cinema.

La regista Francesca Comencini realizza un commovente film dove racconta il rapporto con suo padre Luigi Comencini, il grande regista che ha realizzato  opere come lo sceneggiato Rai di Pinocchio per il quale viene più spesso ricordato.
In questa pellicola autobiografica la Comencini narra, con uno stile delicato, la figura umana e registica di suo papà. Nel corso della sua giovinezza Francesca Comencini vive anche esperienze drammatiche e complesse che causano profondo dolore a suo padre. Ciò nonostante l'appoggio paterno non viene mai meno e il film sottolinea con sensibilità questa accoglienza.


Io ho passato tutta la vita a scansare l'autobiografia, a raccontare le storie degli altri. Tu arrivi e vuoi raccontare la tua storia? Ci vuole un bel coraggio.

La come sempre ottima interpretazione di Fabrizio Gifuni si concentra soprattutto sul rappresentare la gentilezza e la pacatezza caratteriale di Comencini, che ha anche condizionato il suo cinema dandogli una precisa caratterizzazione e facendone un autore molto popolare. Più che un lungometraggio esclusivamente biografico la Comencini tenta di utilizzare la storia, sua e di suo padre, come metafora per raccontare il rapporto tra genitori e figli, concentrando anche lo sguardo sulle differenze generazionali che sempre ci sono e che in questo caso vengono drammaticamente rappresentate dai  tragici avvenimenti degli anni di piombo.

Francesca Comencini realizza una pellicola autobiografica non canonica, che più che sul narrare i dettagli della storia vissuta con suo padre, racconta i sentimenti e le emozioni che hanno condizionato e formato il loro bellissimo rapporto.

Luigi : Se io ti chiedessi qual'è il tuo personaggio preferito di Pinocchio tu chi mi diresti? - Francesca : Lucignolo.


Voto: 4/5




martedì 24 settembre 2024

"All that's left in the world", di Erik J. Brown

 


TITOLO: All that's left in the world

TITOLO ORIGINALE: All that's left in the world

SAGA: All that's left in the world #1

AUTORE: Erik J. Brown

CASA EDITRICE: Rizzoli

GENERE: Romanzo post-apocalittico young adult con romance MM

PAGINE: 448

DATA DI PUBBLICAZIONE: 6 febbraio 2024

PREZZO EBOOK: € 9,99

PREZZO CARTACEO: € 17,00



TRAMA



Che cosa rimane quando non hai più niente da perdere? Speranze azzerate e un umorismo nero con cui affrontare il mondo. Con questo bagaglio viaggia Andrew, solo, affamato e ferito, attraverso un'America spettrale, colpita da un virus che ha sterminato buona parte della popolazione mondiale. I pochi sopravvissuti sono gente pericolosa, disperati che non esitano a uccidere a sangue freddo chiunque contenda loro una latta di cibo o qualche medicina abbandonata sugli scaffali dei negozi saccheggiati. Andrew lo sa. Per questo, quando bussa alla baita di Jamie in cerca di aiuto ed è accolto da un fucile spianato, si aspetta che sia la fine. E invece no. Andrew e Jamie si riconoscono, perché in fondo si assomigliano: tutti e due provano un'innata repulsione per la spietata legge del più forte, e fidarsi uno dell'altro diventa inevitabile. La fiducia diventa amicizia, e l'amicizia con il tempo si trasforma in un legame più profondo. Ma i due ragazzi nascondono anche dei segreti e, nel corso del lungo viaggio che li attende, dovranno mettersi a nudo e chiudere i conti con il passato, lottando fianco a fianco per costruire una nuova vita insieme. Ma, proprio quando ogni cosa sembra perduta, scopriranno che l'amore è tutto ciò che resta, tutto ciò per cui vale la pena rischiare, vivere e morire.



RECENSIONE



A volte bisogna fidarsi. A volte, in questo mondo, il bene potrebbe sorprenderti.



È sempre bellissimo quando libri che puntavi da anni arrivano finalmente in italiano. Libri come questo, che costituisce l'esordio di Erik J. Brown. A causa di una pandemia di superinfluenza diffusa dagli uccelli, gran parte della popolazione mondiale è stata decimata. Andrew, un sedicenne del Connecticut, vaga da solo per l'America postapocalittica finché non finisce in una trappola per orsi. Ferito alla gamba, cerca rifugio in una baita sperduta nella foresta, e viene accolto da un fucile puntato addosso. Il proprietario è Jamison, detto Jamie, un coetaneo di Filadelfia rimasto solo a sua volta, che dopo un'iniziale ostilità accetta di aiutarlo. Piano piano i due ragazzi diventano amici, e quando uno spiacevole evento turba la quiete, si ritrovano inaspettatamente a viaggiare insieme in un mondo che sotto sotto non è cambiato affatto. Ma mentre il loro legame si trasforma in qualcosa di più profondo, oscure minacce e segreti del passato incombono.

Sapete cosa c'è di più bello di vedere i libri tanto attesi uscire in italiano? Vedere quei libri appagare e superare le aspettative, e questo è proprio il caso di All that's left in the world. Con uno stile splendido, l'autore ha dato vita a una storia estremamente toccante e profonda, ambientata in un futuro non molto lontano, come si evince dai riferimenti ai film Marvel, a Tom Holland e alla recente pandemia di COVID, tema a cui si è avvicinato con la massima sensibilità possibile. È un futuro triste che fa molta paura, perché nonostante tutto vige ancora la legge del più forte, la natura si riprende fino in fondo i suoi spazi e aumenta i pericoli a dismisura, e uomini senza scrupoli gridano forte il loro odio, cercando di costruire una società a propria immagine e somiglianza che vede una minaccia in chiunque non sia un maschio alfa bianco etero. A questo ottimo worldbuilding si accompagnano ottimi personaggi, in modo particolare Andrew e Jamie, che raccontano le loro avventure in prima persona e si fanno amare a dismisura così come sono, pregi e difetti. Sono due ragazzini smarriti che hanno perso tutto e si tengono dentro segreti che potrebbero mettere a repentaglio il loro legame, ma piano piano imparano a fidarsi l'uno dell'altro e si salvano a vicenda. Il loro amore è stupendo e commovente, mi ha fatto venire le farfalle nello stomaco con gli occhi a cuoricino, e mi ha ricordato un piacevole mix tra quello di Mateo e Rufus in  L'ultima notte della nostra vita e quello di Arthur e Ben nella dilogia What if it's us. Mi rendo conto di averlo già detto altre volte, ma credo che in questo caso il paragone sia ancora più azzeccato, visto che si tratta di un romanzo queer post-apocalittico: se Andrew e Jamie fossero una canzone, sarebbero Cronaca di un tempo incerto di Michele Bravi.





Ero così spaventato prima che arrivassi. Mi hai fatto sentire al sicuro. Come se non fosse finito tutto, come se al mondo fosse rimasto ancora qualcosa. Perché adesso ho te.



L'autore ha rivelato di aver scritto questo libro perché era stufo di non vedere rappresentate le persone queer nella letteratura post-apocalittica, e fin dall'inizio è sempre stato inteso come un prodotto di finzione e intrattenimento. Poi la realtà ha finito inevitabilmente per mescolarsi alla fantasia, rendendo la pandemia un tema universale, e ciò ha in qualche modo rafforzato il cardine di questa storia: la fiducia. Stanno accadendo così tante cose brutte in questo mondo, tra guerre, ingiustizie, malattie e crisi climatiche, ma nonostante tutto esistono ancora persone capaci di dare speranza e fiducia nel genere umano, perché credono nella gentilezza, nella collaborazione, nell'amore. Persone meravigliose come Andrew e Jamie, che malgrado le avversità in realtà non hanno perso nulla di ciò che erano, né la speranza né la bontà, e fidandosi prima l'uno dell'altro e poi di chi viene loro in aiuto compiono uno di quei gesti sottili che possono rendere il mondo migliore. C'è più bisogno che mai di persone così, e di storie così.

All that's left in the world è un libro meraviglioso che entra nel cuore, un libro che commuove, fa sorridere, riflettere, tiene col fiato sospeso fino alla fine e dà speranza, ricordandoci che c'è sempre qualcosa o qualcuno per cui vale la pena lottare. Mando un forte abbraccio a Erik J. Brown, e mi auguro che il sequel esca al più presto in italiano.



Poi, però guardo Jamie; sento la sua risata, vedo il suo sorriso, e le tenebre svaniscono. Allora ritrovo di nuovo la speranza, perché so che in questo mondo c'è qualcosa per cui vale la pena lottare. Qualcosa per cui vorrò lottare sempre, se sarò costretto a farlo.



VOTO: 5/5










lunedì 23 settembre 2024

Limonov


 

TITOLO: Limonov

TITOLO ORIGINALE: Limonov

PAESE DI PRODUZIONEItalia, Francia, Spagna

GENERE: Biografico

ANNO DI PRODUZIONE: 2024

CASA DI DISTRIBUZIONE: Vision Distribution

REGIAKirill Serebrennikov

CASTBen Whishaw, Viktorija Mirošničenko, Tomas Arana, Corrado Invernizzi, Evgenij Mironov, Andrej Burkovskij, Odin Lund Biron, Maša Maškova, Vadim Stepanov, Vlad Cenev, Sandrine Bonnaire, Céline Sallette, Louis-Do de Lencquesaing, Emmanuel Carrère, Donald Sumpter

DURATA: 138 minuti


TRAMA

La vicenda scandalosa del poeta sovietico radicale Eduard Limonov, che divenne un barbone a New York, successivamente una figura culturale di spicco in Francia e un antieroe in Russia.


RECENSIONE

Ho sempre lavorato nella mia vita e so che i lavoratori sono i cornuti della storia.

Il regista dissidente russo  Kirill Serebrennikov, arrivato al suo nono film, decide di raccontare la vita di un altro dissidente (il quale ha però sempre rifiutato questa definizione), ovvero il poeta russo Eduard Limonov. Limonov, liberamente tratto dal  rinomato romanzo biografico dello scrittore francese  Emmanuel Carrère, uscito nel 2011 e che ha fatto diventare molto popolare in occidente la figura di Limonov.

La trama si basa soprattutto  sul racconto dei primi anni della sua giovinezza nell'Ucraina sovietica, dove è divenuto un poeta, proseguendo con gli anni americani a New York, dove  viveva come un barbone, fino ad arrivare agli anni della perestrojka di Gorbacëv. Limonov viene mostrato come un personaggio dalle mille sfaccettature ideologiche, che passa da essere un anarcho punk fino a diventare un tipico socialista sovietico e addirittura un nazionalbolscevico. Serebrennikov si concentra poi sul raccontare gli anni edonisti e libertini vissuti in America, che vengono contornati da una splendida colonna sonora composta soprattutto da canzoni di Lou Reed.

 

In Russia diciamo se vieni al ballo devi essere pronto a ballare.

Il film però mostra in maniera un pò troppo frettolosa la parte della fondazione del Partito  Nazional Bolscevico, che Limonov ha creato insieme ad Aleksandr Dugin, uno dei filosofi ritenuti ispiratori di Putin. Questa parte viene narrata a un ritmo eccessivo e si ha la sensazione che il regista abbia bisogno di terminare il lungometraggio. Ci sarebbe invece stato bisogno di un approfondimento maggiore, visto che viene narrato un pezzo di storia russo post caduta del muro di Berlino e post caduta dell'Urss che successivamente avrebbe aperto, pochi anni dopo, all'arrivo al potere di Putin, del quale Limonov era oppositore ma sostenendone l'invasione della Crimea nel 2014, come molto probabilmente avrebbe anche sostenuto l'attuale guerra in Ucraina.

Tutte le sfaccettature e le incongruenze ideologiche di Limonov Serebrennikov le usa come metafora per raccontare la Russia contemporanea, una Russia che Limonov incarna alla perfezione con un unico confuso, complesso miscuglio ideologico che a tratti appare quasi delirante.

Chi è il migliore? Sono io il migliore.

Voto: 3,5/ 5 





martedì 17 settembre 2024

"Io, te & la corona reale", di Donna Freitas

 


TITOLO: Io, te & la corona reale

TITOLO ORIGINALE: Stefi and the Spanish Prince

AUTRICE: Donna Freitas

CASA EDITRICE: Mondadori

GENERE: Romance FM e MM young adult contemporaneo

PAGINE: 368

DATA DI PUBBLICAZIONE: 16 luglio 2024

PREZZO EBOOK: € 8,99

PREZZO CARTACEO: € 18,00



TRAMA



Stefi è sicura che Barcellona abbia tutto ciò che serve per rendere la sua estate indimenticabile e curare il suo cuore spezzato: una spiaggia splendida, tapas buone da svenire, una scuola di pasticceria prestigiosa e la possibilità di riscoprirsi più audace e libera in un posto in cui nessuno la conosce, lontano dagli Stati Uniti. E quando incontra Xavi, occhi blu come il cielo di Barcellona, capelli lunghi e scompigliati e un sorriso mozzafiato... la sua vacanza sembra prendere una strada promettente. Il ragazzo, però, nasconde un segreto che non può rivelarle: a fine estate verrà presentato al mondo intero come il Principe ereditario di Spagna. Sotto l'occhio vigile di Santiago, sua guardia del corpo, dovrebbe passare gli ultimi mesi di anonimato senza scandali e relazioni complicate. Peccato che Xavi proprio non riesca a ignorare l'aspirante pasticciera americana. E peccato che Santiago sia sempre più distratto da Diego, l'affascinante amico d'infanzia di Xavi. Ma quando qualcuno minaccerà di rivelare il segreto della Corona, potrà il cuore prevalere sul dovere e le responsabilità?



TRAMA



L'amore ci fa fare ogni genere di cose.



Dopo il bagno di sofferenza dovuto a Dark Heir avevo bisogno di una lettura leggera per riprendermi, così mi sono buttata a capofitto sul romanzo d'esordio di Donna Freitas, attirata dalla trama e dagli elementi royalty e queer (sì, lo ammetto: mi mancano i principini). Ci troviamo a Barcellona, dove Stefi, una diciassettenne americana di origini catalane a cui è stato da poco spezzato il cuore, si trasferisce per l'estate e inizia a frequentare un corso di pasticceria presso la prestigiosa Scuola Hofmann. Girando per il mercato la Boqueria si imbatte in un bancone di tapas, e viene conquistata non solo dal cibo, ma anche da Xavi, il figlio della proprietaria. Quello che la ragazza ignora è che Xavi non è altri che l'erede segreto al trono di Spagna, che sta vivendo un'ultima estate di libertà prima di essere presentato ufficialmente al mondo intero. L'ultima cosa che un principe dovrebbe fare è innamorarsi di una semplice ragazza americana, ma Santiago, il membro della guardia reale incaricato di tenerlo d'occhio, è sempre più distratto perché si sta innamorando di Diego, il migliore amico d'infanzia di Xavi, e come se non bastasse qualcuno trama nell'ombra minacciando di svelare il segreto.

Io, te & la corona reale è un romanzo delizioso e molto carino adatto per trascorrere pomeriggi di totale relax. L'autrice ha dato vita a una storia leggera e romantica con delle vibe da Piccolo grande amore e Una ragazza e il suo sogno, e da ogni pagina traspare il suo grande amore per Barcellona, che funge da vera grande protagonista. Ci sono descrizioni vivide e dettagliate di luoghi, tradizioni e piatti tipici, che hanno un unico effetto collaterale: fanno venire una gran voglia di visitare davvero questa città meravigliosa, possibilmente in un periodo diverso dell'anno, visto che la seconda parte del romanzo fa capire fin troppo bene come ci si sente a dover sopportare un'ondata di caldo. Si può quindi dire che l'ambientazione vale da sola tutto il libro. Per quanto riguarda i personaggi, li ho trovati carini e interessanti. La storia è raccontata dal punto di vista di Stefi, pronta a ricominciare da capo dopo una forte delusione e a far sentire davvero la sua voce, di Xavi, precipitato senza volerlo in qualcosa di più grande di lui e deciso a godersi fino in fondo quel che resta della sua libertà, e di Santiago, costretto a scegliere tra il desiderio di onorare il padre e i sentimenti irrazionali e bellissimi che stanno sbocciando. Ammetto di essermi approcciata a questa lettura soprattutto per la storia d'amore tra lui e Diego, ma anche quella tra Stefi e Xavi è molto dolce e carina e sa far sognare. C'è poi un'altra storia d'amore senza punti di vista che meriterebbe un romanzo a parte, ma non vi svelerò di più per non rovinarvi la sorpresa.





Di certo non si era mai sentito così. Come se volesse piantare radici nella sua mente e nel suo cuore, incidersi dentro di lei in modo che non lo dimenticasse.


Questa è una romcom fresca e leggera che fa viaggiare col cuore e la mente e ha quel pizzico di tensione che non guasta mai. È una sorta di fiaba contemporanea, che tuttavia mi sembra incompleta, visto che tante questioni che avrebbero meritato un maggior approfondimento vengono lasciate in sospeso. Inoltre, anche se la copertina recita perfetto per chi ha amato Rosso, Bianco & Sangue Blu, ritengo che qui manchi quella scintilla che rende quello di Casey McQuiston uno dei miei due romanzi del cuore. Rimane comunque una bella lettura, e considerando che speravo mi aiutasse a riprendermi, direi che è riuscita nel suo intento.
Io, te & la corona reale è un libro delizioso pieno di speranza nel futuro che ci invita a seguire il nostro cuore dovunque voglia andare, e credo che funzionerebbe anche in forma di serie tv. Se volete leggerlo anche voi vi do un consiglio: non fatelo mai a stomaco vuoto, altrimenti non oso immaginare come potreste reagire alla prima menzione del manchego, anzi del Manchego, manchego county, per citare Taylor Zakhar Perez.


Non credo di poter stare senza averti nella mia vita.


VOTO: 4/5









lunedì 16 settembre 2024

Campo di battaglia

 

TITOLO: Campo di battaglia

TITOLO ORIGINALE: Campo di battaglia

ANNO DI PRODUZIONE: 2024

GENERE: Storico, drammatico

PAESE DI PRODUZIONE: Italia

CASA DI DISTRIBUZIONE01 Distribution

REGIA: Gianni Amelio

CAST: Alessandro Borghi, Gabriel Montesi, Federica Rosellini, Giovanni Scotti, Vince Vivenzio, Alberto Cracco, Luca Lazzareschi, Maria Grazia Plos, Rita Bosello

DURATA: 104 minuti


TRAMA

Nel bel mezzo della prima guerra mondiale, Stefano e Giulio sono due amici d'infanzia ed entrambi sono ufficiali medici nel medesimo ospedale militare. Oltre che dall'attrazione per la stessa donna, i due sono divisi da due visioni profondamente diverse della loro disciplina. Quando uno dei due, in gran segreto, inizia a peggiorare le condizioni dei feriti più gravi per evitare di rimandarli al fronte, dove l'unico destino possibile è la morte, si accende tra i due una complessa competizione.

RECENSIONE

Umiliati dalla politica. Ignorati dagli italiani che se ne sbattono di questa guerra.

Dopo aver raccontato Bettino Craxi e l'era di Tangentopoli in Hammamet e la vicenda di Aldo Braibanti in Il signore delle formiche,  Gianni Amelio torna a raccontare un pezzo di storia italiana con il  dramma storico Campo di battaglia.
 Amelio ha tratto ispirazione dal romanzo La sfida, scritto da Carlo Patriarca. Il film raffigura la guerra non tanto attraverso le scene di battaglia ma piuttosto per mezzo delle scene ospedaliere, che ben illustrano l'orrore e la devastazione che la guerra porta sui corpi e sulle anime degli uomini.

 

Ti farebbe bene un pò di trincea. 

I due protagonisti sono interpretati dagli ottimi Alessandro Borghi e Gabriel Montesi. Soprattutto Borghi sembra essersi completamente calato dentro la parte  da protagonista che Amelio gli ha affidato, dimostrando ancora una volta di essere uno dei migliori interpreti sull'attuale palcoscenico italiano. Inoltre Amelio sfrutta il rapporto amicale tra i due protagonisti per rappresentare le divisioni e le inutili lacerazioni che la guerra causa tra gli uomini.

Campo di battaglia è stato presentato all'ultima edizione della mostra del cinema di Venezia alla presenza dello stesso Amelio e di Borghi. E' un'opera che evita qualsiasi identificazione con i suoi personaggi concentrandosi piuttosto sul mostrare l'assurdità della guerra, di tutte le guerre, con l'unico strumento possibile e cioè la compassione.

La guerra non fa niente di buono ma almeno ci ha fatti incontrare.


Voto: 4/5 


 






Highest 2 Lowest

  TITOLO : Highest 2 Lowest   TITOLO ORIGINALE  :  Highest 2 Lowest CASA DI DISTRIBUZIONE :  Escape Artists, Mandalay Pictures, 40 Acres and...