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domenica 12 settembre 2021

"La Casa sul Mare Celeste", di TJ Klune

 


TITOLO: La Casa sul Mare Celeste

TITOLO ORIGINALE: The House on the Cerulean Sea

AUTORE: TJ Klune

CASA EDITRICE: Oscar Mondadori Vault, collana Oscar Fabula

GENERE: Fantasy contemporaneo con romance MM

PAGINE: 390

DATA DI PUBBLICAZIONE: 13 luglio 2021

PREZZO EBOOK: € 9,99

PREZZO CARTACEO: € 18,00



TRAMA



Linus Baker è un assistente sociale impiegato al Dipartimento della Magia Minorile. Il compito che esegue con scrupolosa professionalità è assicurarsi che i bambini dotati di poteri magici, cresciuti in appositi istituti in modo da proteggere quelli "normali", siano ben accuditi. La vita di Linus è decisamente tranquilla, per non dire monotona: vive in una casetta solitaria in compagnia di una gatta schiva e dei suoi amati dischi in vinile. Tutto cambia quando, inaspettatamente, viene convocato nell'ufficio della Suprema Dirigenza. È stato scelto per un compito inconsueto e top secret: dovrà recarsi su un'isola remota, Marsyas, e stabilire se l'orfanotrofio diretto da un certo Arthur Parnassus abbia i requisiti per rimanere aperto. Appena mette piede sull'isola, Linus si rende conto che i sei bambini ospitati nella struttura sono diversi da tutti quelli di cui ha dovuto occuparsi in passato. Il più enigmatico tra gli abitanti di Marsyas è però Arthur Parnassus, che dietro ai modi affabili nasconde un terribile segreto.



RECENSIONE



Oh, mannaggia. Questo sì che è insolito.



Se dovessi chiedere ai lettori chi è il loro autore della comunità LGBT+ preferito , uno dei più gettonati sarebbe senza dubbio il grande TJ Klune, che ho scoperto l'anno scorso con il romanzo fantascientifico Le ossa sotto la pelle. Quando ho letto la trama di questo libro in particolare ho sentito dentro di me il forte desiderio di averlo tradotto, quindi figuratevi la mia gioia quando Oscar Vault ne ha acquistato i diritti e poi a sorpresa ha anticipato l'uscita a quest'estate. Il protagonista è Linus Baker, un assistente sociale quarantenne impiegato al DiMAM, il Dipartimento della Magia Minorile. È un uomo pragmatico e ligio alle regole che vive da solo con la gatta Calliope e una fantastica collezione di vinili, e si preoccupa esclusivamente del benessere dei bambini che tutela, mantenendo però un distacco professionale. Poi un bel giorno, con suo sommo stupore, riceve un incarico di massima segretezza: deve trascorrere un intero mese sull'isola di Marsyas per ispezionare l'orfanotrofio che ospita. Una volta giunto a destinazione conosce i piccoli Talia, Theodore, Phee, Lucy, Sal e Chauncey, e soprattutto conosce il direttore, il misterioso e affascinante quaranticinquenne Arthur Parnassus. E non sa ancora che quelle persone tanto speciali stanno per rivoluzionare totalmente la sua vita, cambiandola in meglio.

Ci sono libri dotati della straordinaria capacità di avvolgerti come una coperta di Linus (tanto per stare in tema) e di scaldarti il cuore riempiendolo di gioia, meraviglia e tenerezza. Libri che in una manciata di pagine diventano un po' come i tuoi migliori amici e sono destinati a rimanere impressi nella tua anima per sempre. Ebbene, sono lieta di poter affermare senza timore di essere smentita che La casa sul mare celeste appartiene a questa categoria. La storia è esilarante, toccante e di una dolcezza disarmante, e i suoi protagonisti sono uno più bello dell'altro, al punto da farmi pensare: "Quanto vorrei che esistessero davvero." Nonostante la differenza di età mi sono in parte riconosciuta in Linus, nel suo desiderio di essere altrove, nelle sue paure, nella sua voglia di trovare un posto da chiamare davvero casa e nel suo sconfinato amore per la musica. Ho amato tanto anche i bambini, ognuno con la propria natura magica e un difficile trascorso. Non vi svelerò a quali specie appartengono perchè non voglio rovinarvi la sorpresa, ma posso dirvi che a oggi il piccolo Lucy, con la sua irriverenza e le sue fragilità, è a oggi uno dei migliori personaggi maschili del 2021, tanto che in certi momenti mi è venuta voglia di abbracciarlo forte forte. Così come avrei voluto abbracciare gli altri bambini e Arthur Parnassus, tanto misterioso quanto gentile  e con un passato estremamente doloroso alle spalle. L'amore che sboccia piano piano tra lui e Linus tra divertenti avventure in mezzo ai boschi, confidenze e canzoni di Nat King Cole è davvero incantevole, quel tipo di amore che non ho mai avuto la fortuna di provare e che, mi rendo conto con profondo rammarico, probabilmente non vivrò mai.





L'odio fa molto rumore, ma ti accorgerai che è solo perché le persone che gridano sono poche e vogliono disperaramente farsi sentire. Magari non riuscirai a fargli cambiare idea, ma se tieni a mente che non sei solo, vincerai tu.



Questo libro è molto più di un semplice fantasy: la natura magica dei bambini è un'analogia di tutti gli emarginati, costretti da secoli a subire odio, discriminazione, violenza e pregiudizi da parte di chi non riesce a comprenderli. Allo stesso modo, il Dimam, che a parole tutela il benessere dei bambini ma di fatto fa ben altro, nonché la continua presenza di cartelloni pubblicitari con scritto "Chi non denuncia è complice" ricordano molto da vicino il nazismo e l'invito a denunciare gli ebrei, gli omosessuali, i disabili e tutti gli oppositori del regime. Un altro argomento molto interessante è la salute mentale: si parla di abusi, si parla di attacchi di panico, di momenti dissociativi, di disturbi post traumatici da stress, e sono presenti anche delle sedute terapeutiche, a riprova del fatto che non bisogna mai avere paura di chiedere aiuto. Ma nonostante tutti i momenti tristi, La casa sul mare celeste è un toccante inno alla vita, alla ricerca della propria casa (che non è fatta solo di luoghi, ma soprattutto di persone), alla famiglia, all'amore in ogni sua forma, ci invita a lottare per rendere il mondo un posto migliore partendo dai gesti sottili, e soprattutto, come ho già detto prima, fa un gran bene al cuore, perché lo arricchisce di gioia, speranza e umanità. Per quanto mi riguarda, a oggi è uno dei libri più belli del 2021, e spero che molti altri libri di TJ Klune vengano portati in Italia (il che mi ricorda che devo recuperare in fretta tutti gli arretrati).



A volte si può scegliere la vita che si vuole. E, se si è abbastanza fortunati, magari quella vita ci sceglie a sua volta.


VOTO: 5/5 






martedì 7 settembre 2021

"Leonardo", raccontato da Messer Stefano Giraldi

 



TITOLO: Leonardo

AUTORE: Messer Stefano Giraldi

CASA EDITRICE: Rai Libri

GENERE: Giallo storico

PAGINE: 523

DATA DI PUBBLICAZIONE: 25 marzo 2021

PREZZO EBOOK: € 10,99

PREZZO CARTACEO: € 20,00



TRAMA



Dall'apprendistato presso la bottega del Verrocchio alla gloria della sua arte e del suo genio multiforme, l'esistenza di Leonardo da Vinci viene raccontata in questo romanzo tanto nelle sue vicende private quanto guardando alle incredibili opere che l'hanno reso famoso. E alle circostanze nascoste dietro questi lavori. L'amore e la sofferenza nella sua particolare relazione con Caterina da Cremona, la solitudine, il complicato rapporto con il padre e con gli uomini di potere che da sempre sono stati i suoi committenti, sono al centro di una narrazione che si tinge di giallo con la morte di uno dei suoi protagonisti. La soluzione e il racconto del mistero dell'uomo Leonardo oltre il genio ossessionato dalla ricerca della bellezza e dal raggiungimento della perfezione, sono affidati alle memorie di un personaggio letterario, messer Stefano Giraldi, investigatore impegnato a risolvere il caso che coinvolge e rischia di mettere in pericolo la vita del grande artista.



RECENSIONE



C'è una storia che vorrei raccontare. La storia di un uomo che sapeva spostare i fiumi e uccidere cento uomini con un gesto, il genio più incredibile che sia mai apparso sulla terra.



Come molti miei coetanei ho seguito con grande interesse l'acclamata serie tv in onda su Rai 1 dedicata a uno dei più grandi geni italiani, perciò non ho potuto fare a meno di acquistare la novelizzazione. Siamo nella Milano rinascimentale, dove Stefano Giraldi, un ex agente di polizia ormai anziano, sta trascorrendo gli ultimi giorni che gli restano in una locanda. Quando si imbatte in un ragazzino di strada, decide di proporgli di trascrivere le sue memorie sotto dettatura in cambio di vitto e alloggio. Così, giorno dopo gliorno, gli racconta la storia dell'indagine più importante della sua vita: quella nei confronti del geniale Leonardo da Vinci, accusato di aver ucciso la sua amica e musa ispiratrice Caterina da Cremona.

Leonardo è una novelizzazione davvero ben fatta che si legge tutta d'un fiato e ripercorre i principali avvenimenti della serie con uno stile fluido, semplice e immediato. L'espediente di far raccontare la vicenda da uno dei protagonisti è efficace e permette una maggiore immedesimazione, specialmente nei momenti di approccio con il geniale artista. Ovviamente, come nella serie, non ci troviamo tra le mani una biografia o un documentario su Leonardo, e le licenze poetiche non mancano. Tuttavia la narrazione riesce ad amalgamare bene la realtà storica e la finzione, spaziando tra incontri con personaggi famosi dell'epoca come Ludovico il Moro o Bernardo Bembo, le indagini di Giraldi e la nascita di capolavori come Il Cenacolo o La Gioconda, fino ad arrivare al mistero che ruota intorno a Leda col cigno, un dipinto purtroppo andato perduto. In effetti, si può dire che, più che l'artista in sé, è la sua stessa arte a essere la vera, grande protagonista della storia, il  che è buono e giusto.







Solo l'arte può assorbire il dolore e la sofferenza delle nostre vite e trasformarli in bellezza. La bellezza - la vera, grande bellezza - è una verità che riecheggia nei secoli, facendosi beffe del tempo.


Ci sono due pecche che ho riscontrato: la prima è il fatto che, un po' come nella serie, verso la fine il ritmo narrativo subisce un'accelerazione fin troppo brusca che impedisce di offrire una conclusione del tutto soddisfacente; la seconda, nonché quella che più mi è dispiaciuta, è il fatto che uno dei legami più importanti della vicenda, ovvero l'amore tra Leonardo e Salaì, è lasciato più in secondo piano rispetto alla serie, al punto che persino il loro bacio non viene menzionato. Per queste ragioni ho preferito di gran lunga la serie televisiva. In ogni caso, entrambe le opere risultano davvero interessanti e piacevoli se prese per il verso giusto, ossia come una sorta di Shakespeare in love sull'arte italiana. Naturalmente i puristi storceranno il naso, ma ritengo che storie come questa abbiano il grande pregio di approcciare i più giovani alle opere dei grandi artisti spingendoli a fare ricerche e approfondimenti, quindi ben vengano.



Ero partito per strappare una confessione, mi ero ritrovato a interrogarmi sul senso della vita, dell'arte, di tutto.



VOTO: 4/5













lunedì 6 settembre 2021

Falling

 

TITOLO: Falling - Storia di un padre

GENERE: Drammatico

PAESE DI PRODUZIONE: Canada, Regno Unito, Danimarca

CASA DI DISTRIBUZIONE: Bim Distribution

REGIA: Viggo Mortensen

CAST: Viggo Mortensen, Lance Henriksen, Sverrir Gudnason, Laura Linney, Hannah Gross, Terry Chen, Bracken Burns, David Cronenberg

DURATA: 112 minuti

TRAMA

   Willis, un contadino ancorato al passato e alle tradizioni, è costretto a lasciare la sua fattoria quando l'età avanzata gli impedisce di occuparsene. Si trasferisce a Los Angeles e si ritrova a vivere con suo figlio John. Quest'ultimo vive con il marito e la figlia adottiva Monica. Le divergenze tra Willis e John non tarderanno a arrivare.

RECENSIONE

So che sei andato a nuotare. Prima volta nell'oceano pacifico?

Willis Peterson è ormai anziano,  affetto da demenza senile  si appresta a trasferirsi vicino al figlio John, che vive a Los Angeles insieme a suo marito Eric e la figlia adottiva Monica. I ricordi del passato di Willis si mescolano con il presente, le difficoltà di comprensione tra padre e figlio emergono portando entrambi a fare i conti con il loro rapporto da sempre complicato. Il tradizionalismo di Willis, infatti, si scontra con le larghezze di vedute di John e con le esperienze traumatiche che ha vissuto con suo padre ma, nonostante tutto, cerca di convivere con lui per tentare di ritrovare il legame famigliare che sembra ormai perso da tempo.

Viggo Mortensen esordisce alla regia con  un film che racconta un dramma famigliare in una maniera molto intima. Attraverso le vicende di questa famiglia, Viggo Mortensen intende raccontare l'America contemporanea, mostrandoci il lato più progressista e moderno degli Stati Uniti,  incarnato dal figlio John e dall'altro lato viene rappresentata un'America conservatrice, che fatica ad adattarsi e ad accettare la modernità, ben incarnata dal padre Willis.


 

Hai messo su questa storia con tua sorella perchè pensate che mi si sono arrugginite le rotelle!

Il rapporto conflittuale padre e figlio è appesantito da misteri e da cose non dette,  che si chiariranno solo nel corso della narrazione. La trama è cosparsa di salti temporali che aiutano a comprendere il passato dei protagonisti e a darne una visione più ampia. Vediamo così Willis oscillare tra passato e presente sempre più confuso e smarrito.

Viggo Mortesen  si presenta da regista con un film emozionalmente complesso. La pellicola affronta molte tematiche attuali ma che non vengono mai mostrate banalmente, riuscendo così a coinvolgere lo spettatore.

Tua madre mi ha avvertito ieri notte. - Papà, lo sai che mamma non è qui.

Voto: 4/5



 

   

 

 

 

domenica 5 settembre 2021

Vivo

 


TITOLO: Vivo

TITOLO ORIGINALE: Vivo

GENERE: Film d'animazione musicale per famiglie

ANNO: 2021

REGIA: Kirk DeMicco e Brandon Jeffords

PAESE DI PRODUZIONE: USA

DURATA: 99 Minuti

DISTRIBUZIONE: Netflix



TRAMA



Vivo è un simpatico cercoletto che trascorre le sue giornate suonando musica nella piazza di L'Avana insieme al suo amato proprietario Andrés. Sebbene non parlino la stessa lingua, sono un duo perfetto grazie alla passione per la musica che li accomuna. Ma una tragedia li colpisce poco dopo l'arrivo di un invito della celebre Marta Sandoval ad assistere al proprio concerto d'addio che si terrà a Miami, con la speranza di rivedere il suo vecchio partner. Toccherà a Vivo consegnare il messaggio che Andrés ha sempre tenuto segreto: una lettera d'amore per Marta, scritta molto tempo fa sotto forma di canzone. Per riuscire a raggiungere Miami, il cercoletto dovrà accettare l'aiuto di Gabi, un'energica ragazzina con un ritmo tutto suo.



RECENSIONE



Anche se Andrés e io non parlavamo la stessa lingua, quando si trattatava di musica eravamo così in sintonia che...beh!


Ho un debole per Lin-Manuel Miranda da diversi anni, perciò provate a immaginare come ho reagito quando ho saputo che ha scritto le canzoni per questo nuovo film d'animazione prodotto da Sony e distribuito da Netflix. Considerando poi che ultimamente Sony sta sfornando dei piccoli capolavori, le mie aspettative erano molto alte, ma andiamo con ordine. La nostra storia si apre a L'Avana, Cuba, dove, nella piazza principale, si esibiscono Vivo, un cercoletto con un grande talento per la musica, e il suo amato proprietario, l'anziano Andrés. Dopo un'esibizione, l'uomo riceve una lettera da Marta Sandoval, la cantante della quale è sempre stato segretamente innamorato, che lo invita a cantare ancora una volta insieme a lei al suo concerto di addio al Mambo Cabana di Miami. Per lui è una seconda occasione da cogliere al volo, e Vivo, dopo un'iniziale diffidenza, accetta di accompagnarlo. Ma proprio alla vigilia della partenza, il povero Andrés muore, e tocca al cercoletto andare da Marta a consegnarle la canzone d'amore che l'amico ha scritto per lei. Così, con l'aiuto della piccola e scatenata Gabi, pronipote di Andrés, si lancia in una corsa contro il tempo per raggiungere Miami, affrontando mille insidie che lo porteranno a scoprire il valore dell'amicizia e dell'amore.

Vivo non solo è riuscito a soddisfare le mie aspettative, ma le ha addirittura superate, rivelandosi un piccolo grande capolavorio dell'animazione, con una storia divertente, avventurosa dal forte impatto emotivo che accarezza con grande delicatezza le corde dell'anima facendole tanto bene. I personaggi sono adorabili e indimenticabili, specialmente i due protagonisti, che instaurano poco a poco una splendida amicizia capace di superare qualsiasi differenza e di creare un ritmo ancora più bello. Ho amato moltissimo anche l'ambientazione, che spazia dalla vivacità delle strade di L'Avana alla bellezza selvaggia delle Everglades, fino alle mille luci di Miami. Ma il maggiore punto di forza è senza dubbio la splendida colonna sonora. Ancora una volta Lin-Manuel Miranda ha scritto brani stupendi che abbracciano tanti generi diversi, dal rap alla musica latina. Quest'ultima in particolare contribuisce a creare un maggior coinvolgimento emotivo ed esprime, insieme all'uso dello spagnolo in alcune frasi e ai tipici strumenti musicali come il tres, un inno toccante alla cultura cubana. Avevo paura che nell'adattamento italiano le canzoni potessero perdere gran parte della loro magia, ma per fortuna così non è stato, e devo dire che la scelta di prendere Stash e Massimo e Lopez come doppiatori sia nei dialoghi sia nelle parti cantate è stata davvero azzeccata.







Vivo, io devo consegnare questa canzone a Marta. Deve sapere che io la amo.



Questo film, e non lo ripeterò mai abbastanza, è un tesoro prezioso, così delicato e commovente da lasciare, a visione conclusa, un senso di dolorosa felicità. Ti fa divertire, ti fa riflettere, ti fa piangere anche l'acqua del battesimo, e oltre a celebrare la musica e l'amicizia, affronta temi come l'elaborazione del lutto con molta delicatezza. Ma soprattutto lascia due messaggi di vitale importanza: non aspettare a dire a una persona a te cara quanto le vuoi bene, e ricorda sempre che, qualunque cosa accada, anche quando quella persona non ci sarà più, vivrà nel tuo cuore per sempre, attraverso le tue azioni. Insommma, come ho già detto altre volte fatevi un regalo al cuore, preparate una scorta abbondante di fazzoletti e guardate Vivo, che è uno dei lungometraggi animati più belli degli ultimi anni. Una cosa è certa: quella per l'Oscar 2022 come Miglior Film d'Animazione sarà una battaglia durissima, data l'altissima qualità vista finora, e non escludo che Vivo possa ricevere una candidatura anche per la miglior canzone.



Legami indissolubili. Ecco cosa abbiamo.



VOTO: 5/5






mercoledì 1 settembre 2021

"L'ultima estate", di André Aciman

 



TITOLO: L'ultima estate

TITOLO ORIGINALE: The Last Summer

AUTORE: André Aciman

CASA EDITRICE: Guanda

GENERE: Narrativa contemporanea

PAGINE: 160

DATA DI PUBBLICAZIONE: 25 febbraio 2021

PREZZO EBOOK: € 3,99

PREZZO CARTACEO: € 16,00



TRAMA



Sud Italia, un'estate sulla Costiera amalfitana. A causa di un guasto alla loro imbarcazione, un gruppo di giovani americani si ritrova a soggiornare in un hotel frequentato da attempati turisti poco inclini al divertimento. Lì conoscono Raúl, personaggio riservato e imperscrutabile, sempre seduto in disparte con il suo taccuino. Finché un giorno si avvicina al loro tavolo: accortosi che Mark soffre visibilmente a una spalla, gli posa una mano sul punto dolorante, alleviandone il fastidio. Non contento, procede rivelando dettagli personali, anzi intimi, su tutti i presenti, informazioni che nessuno avrebbe mai potuto conoscere... Per vincere la diffidenza dei giovani, spiazzati dalle sue scomode verità, decanta loro le meraviglie della zona: una zona che frequenta d'estate fin da quando era bambino, piena di risonanze legate al mondo della mitologia, come i Lugentes Campi, i campi del pianto, dove gli amanti infelici errano ricordando le loro pene d'amore. L'unica del gruppo che non sembra lasciarsi ammaliare dal suo fascino e dalla sua retorica è Margot, che Raúl inizialmente aveva chiamato con quello che secondo lui doveva essere il suo vero nome di battesimo, Maria. Ma con il passare delle ore e dei giorni, dopo un pranzo condiviso e lunghe camminate sulla spiaggia, Margot comincia a fidarsi di lui, ad aprirsi... E Raúl la condurrà in un viaggio indietro nel tempo, verso un passato che li lega molto da vicino.



RECENSIONE



Erano almeno tre giorni che lo vedevano in hotel, seduto a un tavolo all'angolo nella zona ristorante vicino alla piscina, all'estremità opposta rispetto a dove si mettevano loro.



L'estate sta ormai volgendo al termine, perciò non poteva esserci occasione migliore per rimanerci aggrappati ancora un po' leggendo questo breve romanzo nato dalla penna che ha scritto la fortunata dilogia Chiamami col tuo nome. Ancora una volta ci troviamo in Italia, sulla costiera amalfitana, dove, nell'estate di un anno imprecisato, un gruppo di trentenni americani è costretto a fermarsi a causa di un guasto al motore. Lì conoscono Raúl, un sessantenne solitario e misterioso che, accortosi del dolore alla spalla di uno di loro, riesce a guarirlo tramite un semplice tocco. Riconoscenti, gli amici lo invitano a stare in compagnia, ma ben presto la curiosità lascia il posto allo stupore, nel momento in cui lui rivela dettagli sulla loro vita che non avrebbe mai potuto conoscere. L'unica a mostrare un po' di ostilità nei suoi confronti è la giovane Margot, anche se ancora non sa che c'è un filo invisibile che la lega stretta a quell'uomo in un modo che non si aspetta neanche lontanamente.

L'ultima estate è un romanzo breve e intenso che si legge tutto d'un fiato. Con lo stile raffinato ed evocativo che lo contraddistingue, Andrè Aciman ha regalato ai lettori una storia permeata di nostalgia e dolci rimpianti in cui l'amore è il motore principale, con due protagonisti molto interessanti, specialmente Raúl. Tra le pagine si susseguono numerosi riferimenti al mondo della mitologia, e ovunque si respira un affetto sconfinato per le meraviglie del nostro paese, dalla bellezza dei paesaggi alla cultura, dal profumo dei limoni a quell'atmosfera estiva che sembra rallentare il volo del tempo.






La persona amata ritorna sempre. L'attesa, però, è straziante: si aspetta non solo di vivere, ma anche di morire insieme. Vedete, è la vita a essere transitoria, non l'amore.



Il libro copre un arco di pochi giorni ed è fatto quasi prevalentemente di dialoghi, in un'atmosfera di quiete apparente che si incrina soltanto verso la fine. Data la brevità del romanzo, non posso dilungarmi oltre per evitare spoiler, perciò concluderò dicendo che, sebbene non mi sia affezionata alla storia e ai personaggi quanto mi sono affezionata al grande amore di Elio e Oliver, è un libro che vale la pena di essere letto, non solo per chi ha amato gli altri romanzi di André Aciman, ma anche per chi ha bisogno di ricordare un'importante verità: il vero amore è più forte di qualsiasi cosa, e torna sempre, sfidando il destino.



Stasera sembra quasi un sogno di una notte di mezza estate. Si aprono spazi, si rimediano errori, si sbrogliano destini, e si può porre rimedio a tutto.



VOTO: 4/5







lunedì 30 agosto 2021

Beckett

 

 

TITOLO: Beckett

GENERE: Thriller

ANNO DI PRODUZIONE: 2021

 PAESE DI PRODUZIONE: Italia, Brasile

CASA DI DISTRIBUZIONE: Netflix

REGIAFerdinando Cito Filomarino

CAST: John David Washington, Alicia Vikander, Vichy Krieps, Boyd Holbrook

DURATA: 108 minuti

TRAMA

Beckett (John David Washington) ha un brutto incidente in cui rimane coinvolto con la sua ragazza. Ma l'uomo non sa che, in quel frangente, ha visto qualcosa che doveva rimanere segreto, mettendo così in pericolo la sua vita.

RECENSIONE

Nessuno sa dove siamo. Ci siamo soltanto noi due.

Beckett, il protagonista del film interpretato da John David Washington, guarda incredulo  una donna e la polizia che  gli sparano addosso. In una Grecia che attraversa una turbolenta situazione politica, sceglie di viaggiare nelle montagne dell'entroterra, dove un incidente causerà non solo la morte della sua ragazza, ma metterà a repentaglio la sua personale sicurezza. Precipitando in una casa vuota, scoprirà che in realtà contiene un terribile segreto al suo interno.

Beckett è un film d'azione-spionistico con tinte politiche. Palesi sono i riferimenti verso la politica d'austerità europea applicata ai tempi del governo Tsipras, inserendo elementi di finzione nelle manifestazioni di piazza Syntagma.

Beckett fa un unico groviglio di vari generi cinematografici, che all'interno della narrazione riescono ad essere coerenti solo fino ad un certo punto. John David Washington con la sua interpretazione conferma ancora una volta di essere uno dei nuovi astri nascenti di Hollywood raccogliendo così l'eredità lasciatagli dal padre Denzel.

  

Chi è che mi insidia?

 

Beckett sfugge all'inserimento in un genere preciso, teso com'è tra una forte impronta action e inquietanti suggestioni da complotto e intrigo politico. La pellicola diretta da Ferdinando Cito Filomarino riesce a  mantenere alta l'attenzione del pubblico non indugiando su particolari che potrebbero spezzare il filo narrativo, scandito da continui colpi di scena che animano la storia.

Un film di ottima fattura realizzato da un italiano che ha imparato molto bene la lezione dei modelli del thriller americano anni '70.

Che cosa volete da me?

Voto: 3,5/5

  

 

 

 

domenica 29 agosto 2021

"Resilienza", di Maria Claudia Sarritzu

 



TITOLO: Resilienza

AUTORE: Maria Claudia Sarritzu

CASA EDITRICE: Triskell Edizioni

GENERE: Romance FM young adult contemporaneo

PAGINE: 346

DATA DI PUBBLICAZIONE: 20 maggio 2021

PREZZO EBOOK: € 5,49

PREZZO CARTACEO: € 15,00



TRAMA



Athena si considera una persona resiliente, impermeabile alla sofferenza. Una dote fondamentale per chi, come lei, ambisce a diventare un bravo medico. Ma quando, per superare un esame, viene costretta insieme ai suoi colleghi a prestare servizio presso il Glasgow Mental Hospital, le sue incrollabili certezze cominciano a vacillare. I pazienti ricoverati all'interno della struttura sono infatti ragazzi che, in seguito a un evento traumatico, hanno sviluppato comportamenti patologici. Creature fragili, apparentemente annientate dalla vita e incapaci di reagire alle avversità. È qui che Athena conosce River, un giovane ombroso e schivo che rifiuta di parlare, comunicando solo attraverso un sintetizzatore vocale. Per penetrare il suo muro di silenzio, Athena sarà costretta a mettersi in  discussione, scoprendo che la vera resilienza non consiste nel fuggire dal dolore, ma nel viverlo fino in fondo, abbracciando le proprie fragilità e imparando a trasformarle in punti di forza.



RECENSIONE



Esistono due tipi di persone al mondo: quelle che riescono a superare le difficoltà della vita e quelle che, nel tentativo di affrontarle nel modo più positivo possibile, finiscono per peggiorare tutto. Io appartengo alla prima categoria. Non ho mai sofferto di grandi dolori, a essere sincera. Forse perchè in generale tendo a evitare le brutte cose che mi capitano.



È per me un onore e un grandissimo piacere parlarvi del quinto romanzo di Maria Claudia Sarritzu, una delle giovani autrici più promettenti del panorama italiano. In questa ultima fatica, la protagonista è Athena Cooper, una ventunenne scozzese che sostiene di essere resiliente e studia medicina insieme al fratello minore Lex e agli amici Liam e Jimmy, tutti e tre pieni di fisime e stranezze. Pur essendo la migliore del suo corso, è alquanto carente nei rapporti umani, il che risulta ancora più evidente quando un professore, come modalità d'esame, costringe gli studenti, per tre volte alla settimana, a prestare servizio presso il Glental (Glasgow Mental Hospital), una struttura per bambini e ragazzi che hanno sviluppato comportamenti patologici a seguito di un trauma. A lei, tramite sorteggio, viene affidato River Moore, un coetaneo schivo e misterioso che non parla da tre anni e comunica soltanto attraverso un sintetizzatore vocale. All'inizio il rapporto tra i due è ostile, ma conoscendo meglio lui e gli altri pazienti, Athena comincia a spogliarsi di tutte le sue certezze, imparando poco a poco ad abbracciare le proprie emozioni, a scoprire il vero significato della parola resilienza e  del vero amore.

Resilienza è un romanzo straordinario che conferma ancora una volta il talento di questa giovane autrice, rivelandosi, per gli argomenti trattati, il migliore che abbia mai scritto. La sua genialità sta tutta nella capacità di riuscire ad alternare con maestria momenti di irresistibile comicità ai momenti più seri, riflessivi e toccanti, facendo un ottimo uso di ironia, schiettezza e dolcezza. Ancora una volta la storia è caratterizzata da personaggi ben caratterizzati, ognuno con i propri segreti, i propri sogni, la propria deliziosa unicità. Devo ammettere che Athena, col suo ripetere costantemente quanto sia resiliente, non mi è stata simpatica fin da subito, ma col procedere della storia e del suo percorso di crescita personale ho imparato a provare empatia nei suoi confronti e ho iniziato piano piano a volerle bene. Ben riusciti anche il fratello Lex e gli amici Jimmy e Liam, che svolgono alla perfezione il loro ruolo di spalle comiche (sebbene non manchino colpi di scena inaspettati per alcuni di loro). Ma i miei personaggi preferiti in assoluto sono stati i pazienti del Glental, in modo particolare River: attraverso i loro occhi, scopriamo come ci si sente ad aver subito un trauma improvviso, i diversi modi in cui possiamo reagire al dolore, e non possiamo fare a meno di commuoverci, di soffrire insieme a loro, di tenerli per mano anche da lontano, aiutandoli ad orientarsi nel buio che devono attraversare da soli. A tal proposito, la storia d'amore tra i due protagonisti non solo è tenera e commovente, ma ci ricorda continuamente che forse l'amore non può risolvere tutti i problemi come per magia, ma senz'altro aiuta.






L'unico resiliente qui sei tu, River. E devi continuare a esserlo. Devi fare della resilienza il tuo punto di forza. Continua a soffrire e a rialzarti. Quando potrò, io ci sarò. Ma dovrai farlo anche senza di me al tuo fianco.



Non aspettatevi di leggere questo libro seduti tranquilli in poltrona. È inutile girarci intorno: pur ridendo a crepapelle, pur sognando, pur sorridendo per l'amore, l'amicizia e lo splendido legame tra fratello e sorella, in Resilienza si soffre, e parecchio. Si parla di malattie mentali, di disturbi post traumatici da stress, di episodi allucinatori, di perdita e di tentativi di suicidio, e ci saranno dei momenti in cui sentirete il bisogno di prendervi una pausa per elaborare il tutto. Ma non temete, e fatevi un regalo al cuore dedicandovi a questa lettura. Perché Resilienza è prima di ogni altra cosa un messaggio di speranza, che ci invita a prenderci cura del prossimo, ad abbracciare la tristezza esattamente quanto abbracciamo la felicità, a condividere il dolore e soprattutto a non aver mai paura di chiedere aiuto.



Non tutte le persone che soffrono riescono a parlarne. Ci sono storie che vengono raccontate e che bisogna ascoltare, per dare sostegno a chi le ha condivise con noi. E ci sono storie che non verranno mai raccontate, che resteranno silenziose. Ciò che conta è essere sempre pronti ad ascoltare, a essere empatici verso il dolore degli altri. Essere umani.



VOTO: 5/5






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