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mercoledì 19 maggio 2021

Rifkin's festival


   

TITOLO: Rifkin's Festival

GENERE: Commedia sentimentale

ANNO DI PRODUZIONE: 2020

PAESE DI PRODUZIONE: Stati Uniti, Spagna, Italia

CASA DI DISTRIBUZIONE: Vision Distribuition, Wildside

REGIA: Woody Allen

CAST:  Wallace Shawn, Louis Garrel, Christoph Waltz,  Elena Anaya, Gina Gershon, Sergi Lopez, Steve Guttenberg, Richard Kind, Nathalie Poza, Enrique Arce, Damian Chapa, Georgina Amoròs, Douglas McGrath, Tammy Blanchard, Bobby Slayton, Ken Appledorn.

DURATA: 92 minuti

 

TRAMA 

Mort Rifkin e Sue sono una coppia appassionata di cinema. Quando lui inizia a sospettare di una possibile relazione di Sue con un giovane regista, decide di fare un viaggio, così da liberarsi anche del terribile blocco creativo che gli impedisce di portare a termine il suo primo libro. Durante il viaggio, grazie ai film e alla nuova visione della vita che questi gli conferiscono, Mort trova una nuova speranza per il futuro.


RECENSIONE

-Philipe è anche un ottimo suonatore di Bongo. Non è eccitante?   -Più di quando Neil Amstrong camminò sulla luna. 

Mort Rifkin teme di soffrire di cuore da quando ha lasciato New York, per accompagnare sua moglie a San Sebastiàn. L'occasione è il festival intenazionale del cinema. Tra cocktail e proiezioni, il carosello festivaliero accelera la crisi di coppia che i due attraversano. Fermi ad un bivio da un lasso di tempo troppo lungo, Mort e Sue non si intendono più. Lui, ex professore di cinema, prova a scrivere il romanzo della vita, lei, press agent, si lascia sedurre da un regista francese vanesio convinto di risolvere con l'arte il conflitto israelo-palestinese. A complicare le cose si aggiunge la cardiologa cinefila che cura l'ipocondria di Mort, risvegliandolo dal suo stato di torpore. Menzogne, tradimenti, conquiste, fallimenti, la materia perfetta di cui  parlare con il proprio psicologo.

Dietro  l'ex professore Mort Rifkin, il protagonista interpretato da Wallace Shawn, si cela la figura di un intellettuale pessimista, cinico, logorroico ma anche malinconicamente romantico, che riprende una tipologia di personaggi già apparsi in svariate pellicole di Woody Allen. In Rifkin's Festival sono presenti molte citazioni di classici del cinema come Quarto potere, Il settimo sigillo, L'angelo sterminatore, Il posto delle fragole, 8 e mezzo, Fino all'ultimo respiro e Jules et Jim. Sono i film con il quale Allen si è formato come cineasta e qui vuole dimostrare quanto i classici siano sempre attuali.

Rifkin's Festival rappresenta un elogio alla leggerezza e una critica ad un certo tipo di intellettuali che si prendono troppo sul serio. Come ha già fatto in pellicole quali Midnight in Paris, Woody Allen idealizza la romanticità di una città come San Sebastiàn, rappresentando ancora una volta tutta la passione che nutre per la bellezza e la cultura del continente europeo. 

  

Di che cosa parliamo? Questo è tutto ciò che esiste o c'è di più? 

Come spesso accade nelle sue pellicole, Woody Allen vede nel protagonista maschile se stesso e spesso anche in maniera autocritica. In Rifkin's Festival si nota l'abilità di Allen ad affrontare argomenti complessi ed esistenziali in maniera semplice ed ironica. Ma forse eccede nel mettere troppo di se stesso nel personaggio di Mort, così ripetendo un copione già visto in molti suoi film.

Ma Woody Allen è, per nostra fortuna, sempre Woody Allen e i suoi film rimangono godibili e divertenti  e anche Rifkin's Festival non sfigura in questa compagnia. Utilizzando la leggerezza come ingrediente principale, la pellicola di Allen riesce ad essere originale e romantica senza mai essere scontata né banale.

Io non faccio che discutere di che cosa voglio, chi sono, chi sono nel mondo?


Voto: 3,5/5


 

 


 

 


2 commenti:

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