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venerdì 28 maggio 2021

Minari

 

TITOLO: Minari

GENERE: Drammatico

ANNO DI PRODUZIONE: 2020

PAESE DI PRODUZIONE: Stati Uniti

CASA DI DISTRIBUZIONE: Plan B Entertainment

REGIA: Lee Isaac Chung

CAST: Steven Yeun, Han Ye-ri, Alan S. Kim, Noel Kate Cho, Yoon Yeo-jeong, Will Patton, 

Scott Haze, Jacob Wade

DURATA: 115 Minuti 

 

TRAMA

  A metà degli anni Ottanta David, un bambino coreano-americano di sette anni, vede la sua quotidianità gettata alle ortiche quando il padre decide di trasferirsi con tutta la famiglia nelle campagne dell'Arkansas per guidare una propria fattoria e concretizzare il suo sogno americano.

RECENSIONE

Abbiamo detto di volere un nuovo inizio, è questo!

Jacob, Monica e i loro due figli si  trasferiscono dalla California in Arkansas per realizzare il sogno di Jacob di coltivare ortaggi coreani e venderli ai suoi conterranei immigrati negli USA. La casa in cui si trasferiscono cade a pezzi  e il terreno non ha sistema di irrigazione adatto per coltivare. In più, Jacob ha lasciato il suo lavoro di sessatore di pulcini per poter realizzare il suo sogno e Monica teme che ben presto avranno bisogno di molti soldi per poter pagare le cure per la malattia cardiaca della quale il loro figlio più piccolo soffre. Per aiutare la famiglia, dalla Corea arriva la nonna che possiede un carattere singolare, ma la sua presenza stravolgerà i già precari equilibri famigliari. Con i suoi modi inusuali riuscirà ad attrarre l'attenzione del suo piccolo nipotino e a far riscoprire alla propria famiglia l'amore che la unisce.

Il minari è una tipica erba aromatica coreana, una sorta di prezzemolo piccante, che può essere coltivata ovunque e rappresenta simbolicamente la resilienza e l'amore per le proprie radici famigliari. Da questo significato deriva il titolo del film di Lee Isaac Chung e rappresenta il messaggio che il film vuole trasmettere.

Minari parte dall'interessante idea di rappresentare il senso di smarrimento che si ha quando si vive lontani dalle proprie radici attraverso i drammi personali di una famiglia di coreani immigrati. Nonostante l'idea iniziale sia interessante e la pellicola abbia un buon inizio, durante tutto il resto della durata del film questa tematica non viene sviluppata in maniera convincente e sembra quasi che il film si perda dentro se stesso finendo per indebolire l'interesse dello spettatore.

  

Papa coltivera un campo gigante!

 Il film possiede la consueta lentezza dei film orientali ma nel caso di Minari questa caratteristica risulta poco efficace e contribuisce a indebolire la trama che sembra sempre in procinto di arrivare ad un punto di evoluzione della storia al quale però non arriva mai. Nella pellicola, i problemi sociali vengono mostrati all'interno del nucleo familiare e il razzismo della società statunitense verso gli orientali viene a malapena abbozzato in poche scene.

Un grande plauso va al cast di Minari tra i quali è presente un eccelso Steve Yeun che con questa notevole interpretazione riesce a togliersi di dosso definitivamente lo spettro di Glenn, il personaggio della serie The Walking Dead che lo ha fatto conoscere al grande pubblico televisivo. Molto brava anche Yoon Yeo-jeong,   perfettamente in grado di saper incarnare la sensibilità della nonna dal lei interpretata.

Minari si può considerare in tutti sensi un'occasione persa. Lee Isaac Chung aveva davvero tutte le carte per realizzare un progetto originale ma alla fine ha confezionato un film sull'immigrazione negli Stati Uniti riproponendo un tipo di storia già vista in tante altre pellicole di questo genere, lasciandoci davvero l'amaro in bocca per un'occasione perduta.

 Il minari cresce ovunque, come le erbacce. Così chiunque può raccoglierlo e mangiarlo. Ricco o povero che sia, chiunque può cibarsene ed essere in salute. Il minari può essere utilizzato nel kimchi, nello stufato, nella zuppa. Può essere una medicina se sei malato. Minari is wonderful, wonderful!


Voto: 2/5



 

 


 

 

 

 

3 commenti:

  1. Non concordo con questo giudizio severo! L’ho trovato molto bello. L’immagine del ex marine che sconta gli orrori della guerra coreana portando la croce in una sorta di solitario delirio penitenziale, rappresenta questo modo sotterraneo e minimalists di affrontare tematiche pesanti facendo appello alla sensibilità degli spettatori... è un film sussurrato!

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  2. Questioni di opionioni, io personalmente tutto questo non c'è l'ho visto. Sul tema del razzismo verso le popolazioni sud-est asiatiche ho trovato più incisivo un film come Gran Torino di Clint Eastwood.

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  3. Una trama interessante. Proverò a vederlo

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