TITOLO: Miyo, un amore felino
TITOLO ORIGINALE: Nakitai watashi wa neko wo kaburu
TITOLO IN KANJI: 泣きたい私は猫をかぶる
GENERE: animazione, commedia, fantastico, sentimentale
REGIA: Jun'ichi Sato, Tomotaka Shibayama
PAESE: Giappone
ANNO: 2020
DURATA: 104 minuti
PRODUZIONE: Studio Colorido, Toho Animation, Twin Engine
DISPONIBILITA': Netflix
TRAMA
Una ragazza particolare si trasforma in una gatta per attirare l'attenzione del ragazzo che le piace, ma presto la distinzione tra umana e animale inizia a svanire.
RECENSIONE
Come sarebbe la nostra vita se potessimo scegliere di essere un gatto? Sarebbe tutto migliore, oppure no? A questa domanda troviamo risposta attraverso le vicende che attraversa la giovane Miyo, una ragazza molto esuberante che, grazie a una maschera magica, ha il potere di trasformarsi in un gatto quando vuole, per poter passare del bel tempo col ragazzo di cui è innamorata, al quale non riesce a esprimere apertamente i propri sentimenti, senza che lui sappia chi sia in realtà il grazioso felino che ha addomesticato.
In questa pellicola rivediamo la difficoltà del comunicare su uno sfondo fantastico e metaforico, tra intrighi e momenti dolci, e anche divertenti. Miyo, non riuscendo a raggiungere il cuore di Hinode, il compagno di classe oggetto del suo amore, fa affidamento al proprio lato felino. Solo quando si mostra a lui come gatta, riesce a farsi apprezzare e a stare fra le sue braccia. Tutto ciò è un bel simbolo di come spesso, per farci accettare, ci nascondiamo dietro una maschera. Tale maschera, Miyo non la indossa soltanto quando diventa un gatto, ma anche attraverso i suoi atteggiamenti vitali e allegri, coi quali cerca di destare simpatia, essendo sempre stata isolata a causa della sua difficile situazione familiare. Questa difficoltà, nel corso della storia, la porta a compiere una scelta che rischia di rimpiangere per il resto dei suoi giorni, una scelta che la potrebbe portare a perdere definitivamente qualsiasi possibilità di comunicare.
Ho finito di essere Miyo
Noi stessi, a volte, siamo vittime di noi stessi, delle scelte che facciamo, spesso senza essere realmente consapevoli delle conseguenze che esse comportano. La scelta peggiore che possiamo fare, come ci trasmette il film, è di isolarci e decidere di non provare più a comunicare, di fare muro con il mondo, di diventare, quindi, dei gatti. Tutto ciò viene espresso con una bellissima chiave metaforica: la trasformazione in gatto di Miyo rappresenta la tendenza ad isolarsi o a rifugiarsi in un proprio mondo, conseguenza a cui può portare il non riuscire a farsi accettare. Tale metafora è spesso ricorrente nelle storie fantastiche, insieme agli intrecci che si creano, però è una visione favolosa. La trasformazione in animale è un cliché, ma esso viene comunque elaborato abbastanza bene, immergendo lo spettatore in una storia che insegna molto, raccontando la semplice storia di una ragazza innamorata.
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