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martedì 9 dicembre 2025

“L’Alchimista”, il paradosso dei sogni

 

TITOLO: L’Alchimista

TITOLO ORIGINALE: O Alquimista

STORIA: Paulo Coelho

GRAPHIC NOVEL: Artword Lab

EDITORE: La Nave di Teseo

PAESE: Brasile

L’Alchimista è un romanzo il cui titolo è noto a molte persone, e la maggior parte di esse ne dà un giudizio positivo. La trama presenta la storia di Santiago, un giovane pastore della Spagna che, in seguito ad un sogno ripetuto, sente una vocazione, per cui intraprende un lungo viaggio fino alle Piramidi d’Egitto, in cerca di un tesoro nascosto. L’impresa non sarà priva di ostacoli, ma saranno proprio essi che metteranno alla prova il protagonista. In ogni tappa egli apprende molte cose sia del mondo, sia di sé stesso, sia anche di ciò che si nasconde oltre quello che vediamo e percepiamo. Attraverso gli eventi vissuti da Santiago, Paulo Coelho introduce dei temi legati all’alchimia. Essa è una disciplina che da sempre è nota per il suo esoterismo, fatto di principi e insegnamenti difficili da comprendere, ed è definibile come un connubio tra scienza, magia, filosofia e spiritualità.



Ma che cosa ha mai reso tanto popolare un romanzo come L’Alchimista? In primis il fatto che sia una storia piena di mistero, un tale senso di mistero che risveglia nel lettore quella voglia di conoscere, di esplorare l’ignoto. In secondo luogo perché le vicende sono in grado di riaccendere il desiderio di sognare, quel desiderio che tutti abbiamo avuto da bambini, e che la crescita e la disillusione hanno affievolito. Uno spunto narrativo semplice, che tuttavia si amplifica, riuscendo a portare ad una profonda comprensione grazie alla quale il lettore sente riaffiorare la speranza, tornando a credere nella magia dell’universo e dei sogni, riacquisendo parte di quel candore che si è lasciato dietro insieme all’infanzia.



Che cosa sono i sogni? Servono veramente a qualcosa? In ogni storia il protagonista che insegue un sogno, prima o poi, arriva a porsi degli interrogativi per cui si domanda se è davvero servito a qualcosa intraprendere il sentiero per la sua realizzazione, e spesso succede quando il personaggio si ritrova in una condizione disperata, che lo ha messo con le spalle al muro, vanificando tutto quello in cui lui credeva. Però Paulo Coelho, senza dissociarsi dagli eventi che riguardano Santiago, delinea bene le dinamiche di ciò che accade quando s’insegue un sogno. Nel momento in cui il sognatore sbatte il muso contro la realtà, vede davanti a sé il vuoto, e la sua mente viene assalita da questi pensieri: “Cosa mi posso aspettare dal futuro? Sarò più duro con gli altri e non mi fiderò di nessuno? Odierò coloro che ce l’hanno fatta perché io non ci sono riuscito?” Santiago, dopo essere stato derubato in Marocco da un truffatore, cade nella disperazione, ponendosi queste domande.



Quasi sul punto di perdere la fiducia, il giovane viene raccolto da un venditore arabo di cristalli, e assunto nel suo negozio. Tra i due si sviluppano dei rapporti dapprima professionali, per i quali Santiago si dimostra molto intraprendente, facendo di tutto per infondere vitalità nel negozio, con l’accondiscendenza del capo, che fino ad allora si era limitato solo a stare seduto dietro il bancone ad attendere clienti, gestendo con inerzia il proprio lavoro. L’influenza del ragazzo finisce per stuzzicare i demoni interiori dell’uomo, ponendolo di fronte ai propri rimpianti. A causa di questo si scatena un conflitto tra generazioni, da una parte la gioventù piena di speranze, dall’altra l’età adulta disillusa e rassegnata. Il contrasto che si manifesta mette in risalto i drammi di chi ha lasciato andare le speranze, riducendo il sogno a dei semplici obbiettivi pratici, con il solo fine di sopravvivere, senza mettere il cuore in ciò che viene fatto.



È facile porsi degli obbiettivi. Ciò che è difficile è sognare. I sogni sono un atto di fede, e come disse il filosofo Kierkegaard “La fede è un paradosso”. Molto spesso i sogni non si attengono a nessuno schema predisposto, e anzi, il conseguimento di essi porta alla rottura di ogni logica. Per questo motivo chi sogna è considerato folle, oppure stupido, se non un disadattato. È facile scegliere di rinunciare a sognare, perché significa rischiare, mettersi in gioco, e più il sogno è grande, più sono alti i rischi. Di fronte ai rischi abbiamo possibilità di scelta. Possiamo prenderli come una sfida e decidere di affrontarli, perseguendo i nostri sogni, ma possiamo anche decidere di arrenderci. Chi sceglie la seconda opzione, spesso pensa “Non era il mio destino”. Ma siamo davvero sicuri che sia così? Siamo davvero convinti che la sorte abbia deciso per noi? Oppure è una scusante per non accettare di aver compiuto una scelta? Non si parla di negativizzare la rinuncia, ma soltanto di vedere le cose da una prospettiva più ampia e di avere consapevolezza.


La scelta di rinunciare si pone davanti a Santiago diverse volte, anche nel momento in cui crede che tutto quello che ha trovato gli basti. L’amore per Fatima è la tentazione più potente, eppure è proprio la forza e la sincerità di questo amore che lo stimola ad andare avanti, facendogli comprendere che il suo sogno potrà dirsi compiuto solo dopo che sarà realizzato. Alla conclusione della storia Santiago scopre che quel tesoro che stava cercando era sempre stato sepolto sotto casa sua. Questo colpo di scena esprime il paradosso dei sogni: essi portano lontano, per poi farci rendere conto che quello che cercavamo lo abbiamo sempre avuto vicino. Nonostante questo paradosso Santiago non rimane sconcertato dalla verità, e non vanifica tutti i passi che ha compiuto per arrivare alla sua destinazione, perché ognuno di essi gli ha insegnato qualcosa, permettendogli di trovare una profonda connessione con il mondo, ma soprattutto l’amore.


Gli eventi che vengono raccontati appaiono vuoti di significato e pieni di insulse fantasticherie, se osservati da un punto di vista cinico e scettico. Da questa prospettiva Santiago può essere soltanto uno sciocco credulone che compie un viaggio del tutto inutile, per trovare una cosa che ha sempre avuto sotto i suoi piedi. Uno dei momenti che verrebbero considerati più assurdi di tutta la sua storia sono i capitoli in cui il ragazzo deve trovare un modo per trasformarsi in vento. Ma L’Alchimista è un romanzo filosofico, che per essere compreso non deve essere letto in maniera distaccata. Per essere compreso realmente è importante avere delle basi di filosofia. Può piacere anche a chi non ha mai studiato filosofia, però essa è una buona chiave di lettura.



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“L’Alchimista”, il paradosso dei sogni

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