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martedì 27 febbraio 2024

"Ravensong. Il canto del corvo", di TJ Klune

 


TITOLO: Ravensong. Il canto del corvo

TITOLO ORIGINALE: Ravensong

SAGA: Green Creek #2

AUTORE: TJ Klune

CASA EDITRICE: Triskell Edizioni (ora fuori catalogo)

GENERE: Urban Fantasy contemporaneo con romance MM

PAGINE: 504

DATA DI PUBBLICAZIONE: 25 novembre 2020



TRAMA



Gordo Livingstone non ha mai dimenticato le lezioni incise sulla sua pelle. Temprato dal tradimento di un branco che lo ha abbandonato, ha cercato conforto in un’officina nella piccola città di montagna in cui vive, giurando di non lasciarsi più coinvolgere dagli affari dei lupi. Avrebbe dovuto bastargli. E gli è bastato, finché i lupi non sono tornati, e con loro anche Mark Bennett. Alla fine, hanno affrontato la bestia insieme, come un branco… e hanno vinto. Un anno dopo, Gordo si ritrova ancora una volta a essere lo stregone del branco dei Bennett. Green Creek ha trovato un equilibrio dopo la morte di Richard Collins, e con difficoltà Gordo cerca di ignorare Mark e il canto che ulula tra loro. Ma il tempo stringe. Qualcosa è in arrivo. E questa volta striscia da dentro. Alcuni legami, non importa quanto forti, sono fatti per essere spezzati.



RECENSIONE



-Hai un odore strano.

-Invece no.

-Un po'. È come... la terra. Come il fango e le foglie e la pioggia.



Come sanno anche i muri TJ Klune è uno dei miei autori del cuore, e visto che in questo momento c'è tanto bisogno d'amore e magia ho deciso di approfittarne per tuffarmi di nuovo nel mondo dei miei licantropi queer preferiti, la cui saga, fuori catalogo nella sua prima edizione, è in corso di ripubblicazione con Oscar Vault. A un anno di distanza dagli avvenimenti di Wolfsong, il branco Bennett è più felice e forte che mai. Gordo ha riabbracciato il suo ruolo di stregone, ma malgrado gli amici cerchino di spronarlo, ancora non si decide a sistemare le cose con Mark, il lupo di cui era innamorato da ragazzino, prima che capitasse una tragedia e il branco lo abbandonasse per molti anni. Tornare a fidarsi è difficile per lui, almeno finché non arriva un nuovo pericolo che minaccia di distruggere le identità dei lupi e recidere ogni legame. Per salvare Mark e il resto del gruppo, Gordo dovrà rischiare il tutto per tutto e cercare di riaprire le porte del proprio cuore.

Ravensong si è rivelato un altro romanzo meraviglioso al profumo di terra, fango, foglie e pioggia, ed è riuscito nella difficile impresa di superare in bellezza il suo predecessore, offrendo un nuovo tassello a una storia intrigante e romantica in cui le emozioni diventano sempre più intense. Fin dalla prima pagina mi sono resa conto di aver sottovalutato la mia nostalgia per il branco Bennett, e non solo mi sono sentita di nuovo come se ne facessi parte anch'io: il mio affetto si è rafforzato, per ciascuno di loro, e in particolare per coloro a cui Ox e Joe, comunque molto presenti, hanno passato il testimone. Ero rimasta colpita da Gordo già nel capitolo precedente, per via della natura stregonesca, il lavoro in officina che mi fa sempre pensare al mitico Julian di Cemetery Boys e la bontà che, seppur con riluttanza, lascia emergere dietro una maschera scontrosa. Sono stata quindi molto felice di conoscerlo meglio, di toccare da vicino le fragilità dovute ai traumi del passato e al senso di tradimento e abbandono e di vederlo crescere e riaprire il cuore. Nella prima parte del romanzo abbiamo modo di scoprire il suo passato, dal primo incontro col  branco agli anni della caccia a Richard Collins, mentre nella seconda lo vediamo barcamenarsi tra i nuovi pericoli (che espandono in modo eccellente il worldbuilding) e il rapporto col branco, soprattutto con l'amato Mark, un uomo spezzato come lui ma dall'animo buono e coraggioso. La loro storia d'amore è magnifica, e mi ha fatto salire su un'altalena perenne in cui il cuore continuava a spezzarsi e a ricomporsi (in parole povere: mi ha fatto penare, ma ne è valsa la pena). Magnifico però è anche il legame che unisce Gordo agli altri membri del branco, soprattutto Ox, gli amici dell'officina  (meno male che esistono: sanno stemperare la tensione in modi esilaranti) e i tre giovani fratelli Bennett. Quest'ultimo aspetto merita una menzione speciale, perché proprio in questo libro regala una delle scene più belle che TJ Klune, con quel suo stile unico, abbia mai scritto.






Non voglio perdere questo. Questo legame. È l'unica parte di te che è sempre stata mia.



Come ho già accennato, in questo nuovo capitolo il worldbuilding viene espanso in modo eccellente, e rimette in discussione molte delle cose che credevamo di sapere sui lupi e sulla natura di certi personaggi. La paura e la tensione sono sempre più forti, e la parte finale non lascia un attimo di respiro, ma in mezzo a tanti tumulti ritroviamo degli elementi che ci sono familiari: anche qui, infatti, tornano l'importanza della famiglia, le scene di passione a sensualità medio-alta, le risate a crepapelle, le batoste improvvise, la tenerezza, il romanticismo, la salute mentale. Tutti elementi che fanno sentire a casa.

Ravensong è il romanzo delle persone che sono state abbandonate e hanno bisogno di ritrovare la fiducia in chi le circonda. È il romanzo di chi ha commesso molti errori e vuole tentare anche l'impossibile per rimediare. È il romanzo di chi sta soffrendo per amore, ma nel profondo sente che, per quanto il male cerchi di spezzarlo, quel legame è più forte di tutto. È il romanzo di chi lotta per proteggere il sentimento più bello che ci sia in una corsa contro il tempo, anche quando tutto sembra perduto e si è sprecato troppo tempo ad alimentare l'orgoglio e il rancore. È il romanzo di chi desidera essere sceltə da una persona speciale, ed è il romanzo di chi ascolta il canto del lupo, consapevole che, da qualche parte nel mondo, c'è un branco che ulula per riportarlə a casa. Grazie di cuore, TJ Klune.



Non abbiamo mai avuto bisogno l'uno dell'altro per sopravvivere. Se così fosse stato, saremmo morti entrambi tanto tempo fa. Non si è mai trattato di questo, Mark. Siamo qui adesso perché ci siamo scelti. Alla fine, è sempre stata una questione di scelte. Abbiamo scelto di farci la guerra finché non abbiamo deciso di lottare insieme. Tu mi scegliesti tanto tempo fa. E adesso io scelgo te.



VOTO: 5/5









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