TITOLO: My Policeman
TITOLO ORIGINALE: My Policeman
AUTORE: Bethan Roberts
CASA EDITRICE: Frassinelli
GENERE: Narrativa LGBTQIA+ storica
PAGINE: 330
DATA DI PUBBLICAZIONE: 9 novembre 2021
PREZZO EBOOK: € 9,99
PREZZO CARTACEO: € 17,90
TRAMA
Marion e Patrick: così simili nella loro presunzione romantica di ottenere ciò che desiderano. Per entrambi, l'oggetto del desiderio si chiama Tom Burgess, un giovane uomo dal fascino irresistibile e imperscrutabile. Tom è il fratello maggiore della migliore amica di Marion. Si conoscono da adolescenti e per lei è amore a prima vista. Di lì a poco, Tom parte per il servizio militare e poi per l'accademia di polizia, ma Marion è decisa ad aspettarlo, a conquistarlo, sperando in una proposta di matrimonio. Quando finalmente arriva, lei è al settimo cielo, incurante dei segnali che dovrebbero metterla in guardia. Convinta che il suo amore basterà per entrambi. Ignara che Tom ha un'altra vita. Patrick è un artista e lavora come curatore al museo di Brighton. Anche per lui Tom è stato un colpo di fulmine, una folle beatitudine per cui sarebbe disposto a rischiare tutto. Ma nell'Inghilterra di fine anni Cinquanta, in cui l'omosessualità è condannata dalla società e dalla legge, il matrimonio resta per Tom un nascondiglio sicuro. E così, Marion e Patrick dovranno dividersi l'amore di Tom, fino a quando uno di loro non resisterà più. E le loro tre vite saranno spezzate.
RECENSIONE
Pensavo di cominciare così: Non voglio più ucciderti, perché è vero, ma poi ho deciso che l'avresti trovato melodrammatico.
Mancano pochi giorni all'uscita dell'attesissimo film con Harry Styles, Emma Corrin e David Dawson, e non poteva esserci occasione migliore per parlarvi del romanzo omonimo su cui è basato. Ambientato in due archi temporali, uno nel 1999 e l'altro tra il 1957 e il 1958, racconta la storia di Marion, una giovane donna di Brighton che sogna di diventare insegnante. Mentre frequenta la grammar school conosce il fratello della sua migliore amica, Tom, un ragazzo affascinante e a tratti misterioso di cui si innamora perdutamente e che, poco prima di partire prima per il servizio militare e poi per l'accademia di polizia, si offre di insegnarle a nuotare. Al suo ritorno finalmente la promessa viene mantenuta, e dopo qualche mese lui le chiede di sposarlo. Nel frattempo le presenta Patrick, un uomo di dodici anni più di lui che fa il curatore del museo di Brighton, dando vita a un bel trio di amici. Tuttavia Marion ignora che in realtà Patrick e Tom sono innamorati e che quest'ultimo ha deciso di sposarla solo per rifugiarsi dalla mentalità bigotta e omofoba dell'Inghilterra dell'epoca. E quando tutto viene a galla, il dolore e la rabbia la spingono a compiere un gesto destinato a distruggere le loro vite.
Ho sentimenti molto contrastanti nei confronti di My Policeman. Dal punto di vista oggettivo è un bel libro e si vede lontano un miglio che l'autrice è molto brava a scrivere, tant'è che ha saputo rendere alla perfezione l'atmosfera dell'Inghilterra dell'epoca, con tutti quegli assurdi pregiudizi ancora profondamente radicati in una società omofoba, sessista e bigotta, ha dato vita a personaggi complessi e umani molto interessanti che commettono errori, amano e convivono con grandi dolori. Tuttavia, ci sono stati diversi elementi che mi hanno lasciata alquanto perplessa. Tanto per cominciare, l'autrice ha dichiarato di essersi liberamente ispirata alla vera storia di E. M. Forster, creandone però una versione fin troppo tragica con rarissimi, minuscoli sprazzi di felicità e concentrando gran parte dell'attenzione non sui due innamorati come ci si potrebbe aspettare, ma su Marion, sulle sue illusioni infrante, sulle sue storie da insegnante, sulle sue decisioni e sul suo tentativo di espiazione. Dà l'impressione che il libro non sia stato affatto scritto per la comunità LGBTQIA+, ma per altre persone etero che associano alla comunità stessa il solo concetto di tragicità e che, se chiedi loro di citarti un'opera queer, ti rispondono sempre e soltanto I segreti di Brokeback Mountain (in parole povere, quelle che non vogliono storie d'amore omosessuali nei classici Disney perché, testuali parole, vogliono che "i bambini non scoprano subito queste cose e crescano con l'idea di lieto fine". Ma stiamo scherzando?). Quest'impressione è avvalorata anche dal fatto che il povero Patrick, il personaggio più positivo e meglio riuscito insieme alla collega di Marion, Julia (che avrei voluto conoscere meglio), viene usato come un sacco da boxe vivente: provate a fare un'elenco delle peggiori sofferenze che vi vengono in mente, moltiplicatele per due e avrete una vaga idea di ciò che gli è toccato in sorte. E questo perché? Perché è gay. Poveraccio, avrebbe meritato decisamente di meglio.
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