Un soffio di vita o di morte. Il tocco delle labbra di un amante o di un assassino. Un bacio immortale in grado di cambiare il mondo.
RECENSIONE
Atena faceva in modo che le sue vittime sembrassero morte in modo naturale, scegliendole tra i malati degli ospedali. Valo agiva con maggiore noncuranza: sebbene disconoscesse il fatto di essere stato Apollo, era rimasto molto più simile a quel dio di quanto non ammettesse nemmeno con se stesso.
A distanza di più dieci anni, per mia gran gioia, la bravissima Aurora Corsini è tornata alle origini con una nuova edizione riveduta e corretta della sua prima trilogia fantasy, dedicata al mondo della mitologia greca. Ambientata sulle sponde del Mediterraneo, esplora una realtà in cui gli dèi dell'Olimpo, ben lontani dalla propria natura di un tempo, vagano per il mondo costretti, per sopravvivere, a nutrirsi dell'energia degli esseri umani attraverso il loro tocco. I fratelli Valo, un tempo Apollo, e Atena, sono tra gli ultimi sopravvissuti, e si accontentano di vivere alla giornata immersi in un rimpianto che non cessa mai. Tutto cambia quando, attirati in Spagna da un richiamo irrefrenabile, fanno la conoscenza di Penelope, una ventiquattrenne schiacciata da una terribile colpa che pensa di non avere alcun valido motivo per continuare a vivere. Origliando una loro conversazione, la ragazza si convince di aver trovato il sistema perfetto per uscire dolcemente di scena, ma non sa ancora che tra lei e Valo sta per sbocciare un sentimento travolgente capace di riaccendere la speranza, né che una verità sconvolgente sulla sua natura sta per venire a galla, né che Hera, la perfida regina degli dèi, si è risvegliata dal suo lungo sonno ed è disposta a tutto pur di uccidere chiunque le si opponga.
Rileggere Bacio immortale è stato come tornare, dopo tanto tempo, in una bellissima casa piena di magia e amore. Mi ha tanto emozionata tanto incontrare di nuovo Penny, Valo e Atena. Sono personaggi dotati di una complessità unica che hanno vissuto sulla propria pelle un dolore indicibile, ma non hanno mai perduto l'empatia, e insieme hanno iniziato a ritrovare la speranza e la gioia, cercando di scendere a patti col proprio passato. È stato bello anche ritrovare la cura e il rispetto con cui l'autrice, attraverso uno stile evocativo e pieno di pathos, ha trattato la mitologia greca, offrendo allo stesso tempo una concezione degli dèi davvero originale e affascinante. Ho amato in particolare i riferimenti all'Iliade (confesso che nella sequenza in cui vengono menzionati Achille e Patroclo mi è scappata la lacrimuccia) e il fortissimo legame di fratellanza che unisce Valo e Atena nonostante le differenze, così come ho amato le loro fragilità e la loro capacità di provare sentimenti umani.
Annullò all'istante ogni pensiero, senza sguardi al passato o delusioni per la mancata dipartita. Per la prima volta da tantissimo tempo si sentiva bene, felice di essere viva.
Essendo il primo capitolo di una trilogia, quasi tutto il libro è dedicato giustamente alle prime informazioni sul mondo degli immortali, alla scoperta dell'amicizia e alla nascita del meraviglioso amore di Penny e Valo, mentre negli ultimi capitoli si concentra la parte d'azione, che apre le porte alle vicende degli ancor più belli libri successivi, che non vedo l'ora di rileggere.
Prima di concludere, vorrei fare una menzione speciale alla copertina, che incarna alla perfezione lo spirito del romanzo, e a Profetesse di sventura, uno splendido racconto extra presente in appendice che racconta alcuni retroscena di Apollo durante la guerra di Troia e arricchisce ulteriormente la storia. Non mi resta che consigliare caldamente questa seconda edizione della trilogia, sia ai lettori della prima ora come me sia alle nuove leve, perchè attraverso l'elemento fantasy riesce a trattare con grande maestria il percorso di rinascita e guarigione che segue a un trauma improvviso e ci ricorda che l'amore e l'amicizia sono le cose per cui vale la pena vivere.
Ti crederei anche senza la conferma dell'empatia. Mi hai permesso di vedere oltre la tua corazza da divinità, io so chi sei.
VOTO: 4/5
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