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sabato 7 agosto 2021

Old

 

 

TITOLO: OLD

 ANNO DI PRODUZIONE: 2021

GENERE: Thriller

PAESE DI PRODUZIONE: Stati Uniti

CASA DI DISTRIBUZIONE: Universal Pictures

REGIA: M. Night Shyamalan

CAST: Gael Garcia Bernal, Vicky Krieps, Rufus Sewell, Ken Leung, Nikki Amuka-Bird, Kathleen Chalfant, Aaron Pierre, Alex Wolff, Luca Faustino, Emun Eliott, Eliza Scanlen, Mikaya Fisher, Kyle Bailey, Thomasin McKenzie, Alexa Swinton, Embeth Davidtz, Gustaf Hammarsten, Daniel Ison, Jeffrey Holsoman, M. Night Shyamalan   

DURATA: 108minuti

  

TRAMA

 Old, il film diretto da M. Night Shyamalan, è ambientato su una paradisiaca e isolata spiaggia tropicale, dove si trova per motivi diversi un gruppo di tredici persone, formato da una coppia, una famiglia, qualche turista e un rifugiato. Tutto sembra trascorrere al meglio, fino a quando viene rinvenuto in mare il corpo di una donna senza vita. Il mistero si fa ancora più grande quando il gruppo inizia a invecchiare velocemente senza una ragione, tanto che l'intera esistenza di ogni individuo rischia di ridursi spaventosamente ad un solo giorno. Il gruppo si rende presto conto che ciò che sembrava un paradiso si sta trasformando in un incubo.
Bloccati sulla misteriosa spiaggia, che sembra nascondere un oscuro segreto, i protagonisti dovranno affrontare una corsa contro il tempo per cercare di salvarsi e sfuggire alla morte imminente.

RECENSIONE

Pare che questa spiaggia non sia poi così segreta

Guy e Prisca Cappa stanno attraversando un momento difficile, ma tengono tutto nascosto ai figli Trent e Maddox, per non rovinare la loro vacanza speciale che si accingono a vivere, un periodo di relax in un resort esclusivo e poco noto. La proposta dei gestori di accedere ad una splendida spiaggia oceanica sembra impossibile da rifiutare, ma presto i Cappa scopriranno che quel luogo nasconde un terribile segreto.

Il film diretto da M. Night Shyamalan è tratto dal fumetto Il castello di sabbia di Pierre Oscar Levy. E' stato ideato e girato nel bel mezzo della pandemia, sulle meravigliose spiagge di alcune isole della  Costa Rica. L'intera pellicola ruota intorno all'indagine sul rapporto tra uomo e tempo e vuole in un certo senso raccontare come questo legame possa essere inquietante.

Old è un thriller con dei tratti da film dell'orrore.  Questi due generi vengono ben assortiti all'interno della trama della pellicola. Anche se all'inizio questo miscuglio di generi può sembrare banale, in realtà permette alla trama di raggiungere il suo obiettivo.

  
Qualcosa non va in questa spiaggia

L'arco narrativo può essere complesso da seguire, per via dei continui colpi di scena presenti. Va anche detto che uno dei limiti del film è che riprende una trama già vista molto spesso in pellicole di questo genere, riuscendo però a raggiungere una certa brillantezza rispetto ad altre pellicole simili.

Shyamalan con Old affronta un genere in cui sicuramente si trova a suo agio e riesce ad inserire il proprio tocco personale che serve alla pellicola per  non rendere la trama banale, come accaduto invece in altre svariate produzioni a questa assimilabili.

Qualsiasi cosa stia succedendo, sta succedendo troppo in fretta.

Voto: 3,5/5  





venerdì 6 agosto 2021

In questo Angolo di Mondo (Anniversario della Bomba di Hiroshima)

 

TITOLO: In questo Angolo di Mondo

TITOLO ORIGINALE: Kono Sekai no Katasumi ni

TITOLO IN KANJI: この世界の片隅に

GENERE: animazione, drammatico, storico

ANNO: 2016

REGIA: Sunao Katabuchi

PAESE: Giappone

DURATA: 128 minuti

PRODUZIONE: MAPPA

DISPONIBILITA': Netflix, Dynit

TRAMA

Suzu Urano è una giovane e allegra ragazza che nel 1944 si trasferisce alla piccola cittadina di Kure, sulla costa nella prefettura di Hiroshima, dove sposa Shusaku Hojo, un giovane impiegato che lavora nella locale base navale. 
Suzu diventa ben presto indispensabile nella gestione della vita familiare, e mentre si occupa delle faccende domestiche quotidiane, prepara anche deliziosi e creativi pranzetti nonostante le difficili condizioni economiche causate dalla guerra. Nel 1945, i bombardamenti delle forze americane colpiscono Kure, con effetti devastanti per tutti i cittadini e il loro modo di vivere. La vita di Suzu cambia in modo irrevocabile, ma con perseveranza e coraggio continua a tirare avanti e a vivere la vita al massimo. Questa bellissima e tragica storia dimostra come anche di fronte alle avversità e alle perdite, le persone possano riunirsi e ricostruire la propria vita.

RECENSIONE 

Mi dicevano spesso che ho la testa tra le nuvole...

Siamo a Hiroshima, in pieno tempo di guerra, i cittadini conducono quella che allora era la vita quotidiana, ignari dell'imminente tragedia che avrebbe cambiato per sempre la loro realtà e il mondo. La protagonista è Suzu, una ragazza molto ordinaria e dotata di spirito artistico, che vive queste vicende con una grande capacità di adattamento e, malgrado tutte le sofferenze che la sua gente sta subendo, affronta ogni giorno con un sorriso e dando forma, attraverso il disegno, alla propria immaginazione.

Il film è ispirato al manga dall'omonimo titolo di Fumiyo Kono, i disegni hanno un tratto infantile ma c'è comunque molta tecnica, e sono dotati di una splendida colorazione acquerellosa, una grafica che contribuisce ad alleggerire una storia contestualizzata su uno sfondo tragico, esaltando gli aspetti più sereni della vita dei giapponesi in un tempo così spietato. Nei minuti che seguono lo spettatore si ritrova immerso in quella realtà, quasi come se lui stesso vivesse le giornate della protagonista e dei suoi compaesanei. E' una storia di vita ordinaria, ma tuttavia per niente noiosa, e piena di amore. Un contesto storico, una storia di famiglia e di amore che coinvolgono e insegnano a saper apprezzare ciò che si ha e che ricorda quali sono i veri valori, una storia che ci unisce e che ci ricorda l'importanza di riuscire ad andare avanti, anche quando tutto ci appare difficile, e del rispetto reciproco, un aspetto che noi tutti sappiamo, al giorno d'oggi, mancare a molti di noi. La grafica cattura, l'interesse di un contesto storico molto cruciale suscita la curiosità, e gli eventi fanno sentire arricchito chi osserva.


 Quindi non ci resta che arrenderci alla violenza?
Ho sempre desiderato morire restando una sognatrice a occhi aperti

In questo Angolo di Mondo non è una pellicola da poco, nonostante sia drammatica è un'opera che può essere vista senza troppo impegno per recepirne il messaggio e che rilassa. Lo spettatore è consapevole della tragicità di cui è impregnata la storia, sapendo che triste destino aspetta la città in cui vivono i personaggi, un destino che li farà sentire come se si fossero svegliati da un sogno, scoprendo che tutta la vita vissuta fin'ora era una bugia, che il loro impero non era il paese protetto dagli déi come avevano sempre pensato. Forte è la sconfitta interiore che avverte Suzu quando l'imperatore, il dio in cui lei e tutti i giapponesi credono, lancia il messaggio di resa del Giappone, facendo ritrovare i sudditi a dover "sopportare l'insopportabile". Eppure negli eventi sono presenti delle note positive, in cui si avverte un fil di speranza che dà il coraggio di continuare a vivere, anche quando il mondo che si credeva di conoscere va in pezzi. E' una di queste note positive che chiude il film, lanciando questi importanti messaggi.

Ti ringrazio tanto, Shusaku,
per essere venuto a cercarmi fin quaggiù,
in questo angolo di mondo.

Voto: 5/5



mercoledì 4 agosto 2021

"La regina delle sirene", di Alexandra Christo

 


TITOLO: La regina delle sirene

TITOLO ORIGINALE: To kill a kingdom

AUTORE: Alexandra Christo

CASA EDITRICE: Fanucci editore

GENERE: Fantasy fiabesco young adult con romance FM

PAGINE: 300

DATA DI PUBBLICAZIONE: 27 maggio 2021

PREZZO EBOOK: € 7,99

PREZZO CARTACEO: € 14,90



TRAMA



La principessa Lira è una sirena regale e la più letale di tutte; con i cuori di diciassette principi nella sua collezione, è venerata in tutto il mare. Fino a quando uno scherzo del destino la costringe a uccidere uno suo simile . Per punire sua figlia, la regina dei Mari trasforma Lira nell'unica cosa che detesta di più: un essere umano. Derubata del suo canto, Lira ha tempo fino al prossimo solstizio per consegnare il cuore del principe Elian a sua madre o rimarrà un'umana per sempre. L'oceano è l'unico posto che il principe Elian chiama casa, anche se è l'erede del regno più potente del mondo. La caccia alle sirene è più di un hobby per lui: è la sua unica passione. Quando salva una donna che sta annegando nell'oceano, lei in cambio promette di aiutarlo a trovare la chiave per eliminare per sempre tutta la specie delle sirene. Ma può fidarsi di lei? E quanti accordi dovrà negoziare per annnientare il più grande nemico dell'umanità?



RECENSIONE



-Così tanti cuori! Tra poco non avrai più spazio per seppellirli tutti.

-Forse. Ma una principessa deve avere il suo principe.


Estate. Tempo di mare, di vacanze, di avventure. Quale momento migliore per immergersi in un libro dedicato alle sirene, o meglio ancora, in un retelling de La sirenetta? Ma dimenticatevi della dolce princessa che sogna di diventare umana. In questa versione della storia, la quasi diciottenne Lira non è quel che si dice un angioletto: ogni anno seduce un principe col suo canto, lo uccide e gli strappa il cuore dal petto per tenerlo nella sua macabra collezione, non per niente è conosciuta come Flagello dei principi. Il suo prossimo obiettivo è il giovane erede al trono di Midas, Elian, un ragazzo scontento del proprio  ruolo che passa le giornate insieme alla sua fedele ciurma di pirati a viaggiare per il mondo e a dar la caccia alle sirene, in modo da mettere fine al loro regno di terrore. Ma quando un'ondina cerca di ucciderlo, Lira si trova costretta a eliminare la sua simile, finendo di fatto per salvargli la vita. Sua madre, la regina dei Mari, decide allora di punirla privandola del canto e trasformandola in un'umana, ordinandole di portarle il cuore del principe entro il solstizio. Tratta in salvo proprio dal ragazzo che deve uccidere, la giovane sirena si arruola nella sua ciurma, e col passare del tempo, approfondendo la conoscenza reciproca, i due ragazzi cominciano a crescere, a cambiare in meglio, e soprattutto a innamorarsi. Ma il segreto di Lira minaccia di dividerli per sempre.

La regina delle sirene è un retelling molto carino, con un world building davvero ben fatto e una concezione delle sirene attinente alle antiche leggende, che permette di rielaborare la fiaba in modo originale. I personaggi principali sono interessanti, e nonostante un'antipatia iniziale nei loro confronti ho imparato ad apprezzarli poco a poco, complice la doppia narrazione in prima persona, e a provare un po' di empatia. Molto interessanti anche i compagni di viaggio di Elian, che avrebbero meritato un maggiore approfondimento, e la regina dei Mari, la cui crudeltà e la cui incapacità di amare  mi hanno fatto spesso venire voglia di afferrarla per i tentacoli e scagliarla al centro della terra per il nervoso. Ma ciò che ho apprezzato di più è il percorso di crescita della sirenetta e del principe, nonché la loro storia d'amore, capace di appianare tutte le divergenze e di renderli migliori, aiutandoli a capire che sono più simili di quanto credono: sono entrambi delle vittime, l'una delle manipolazioni della madre, l'altro della pressione del trono che lo aspetta, e quando si innamorano riescono a liberarsi e a salvarsi a vicenda.





Elian e io non siamo così diversi. Due regni forieri di responsabilità che entrambi facciamo fatica a sopportare. Per lui, il peso di essere incatenato a una terra e a una vita. Per me, l'essere intrappolata nei confini della dinastia omicida di mia madre. E l'oceano, che ci chiama entrambi. Un canto di libertà e desiderio.


Nonostante l'originalità e le splendide descrizioni, ho purtroppo riscontrato una grande pecca: il ritmo della narrazione. Per gran parte del libro si ha la sensazione di essere in un mare perfettamente piatto con ben poche increspature degne di nota, mentre gli ultimi tre capitoli si trasformano in uno tsunami in cui succede di tutto, per di più alla velocità della luce. Persino l'epilogo, pur essendo lieto, risulta un po' troppo affrettato e non all'altezza delle aspettative. Stando così le cose, forse la storia avrebbe potuto essere sviluppata meglio in una dilogia piuttosto che in un romanzo autoconclusivo.

Nonostante tutto, ritengo che La regina delle sirene sia una lettura piacevole e perfetta da leggere sotto l'ombrellone, perché fa viaggiare in terre lontane, ma soprattutto ci ricorda l'importanza di andare oltre ai pregiudizi e di scrivere la nostra storia, senza lasciarci influenzare dalle aspettative di chi vuole il meglio per noi senza tenere conto del nostro benessere e dei nostri desideri.


Questa umanità mi ha trasformato in modo più profondo di semplici gambe al posto delle pinne e pelle al posto delle squame. Adesso sono diversa dentro e fuori. Capisco l'orrore di ciò che ho fatto e sono travolta dal desiderio di ricominciare daccapo.



VOTO: 3,5/5








sabato 31 luglio 2021

La regina degli scacchi

 

  

TITOLO: La regina degli scacchi

TITOLO ORIGINALE: The Queen's Gambit

GENERE: Miniserie televisiva

STAGIONI: 1

PAESE DI PRODUZIONE: USA

CASA DI DISTRIBUZIONE: Netflix 

REGIA: Scott Frank

CAST: Anya Taylor-Joy, Isla Johnston, Annabeth  Kelly, Bill Camp, Mosese Ingram, Christiane Seidel, Rebecca Root, Chloe Pirrie, Akemnji Ndifornyen, Marielle Heller, Harry Melling, Patrick Kennedy, Jacob Fortune-Lloyd, Thomas Brodie-Sangster, Marcin Dorociński.

DURATA: 46-68 minuti (puntata)

  

 TRAMA 

La serie raccconta la storia di Beth Harmon, una bambina prodigio degli scacchi rimasta orfana. Con uno sguardo alla sua vita dagli 8 ai 22 anni, La regina degli scacchi segue la sua lotta contro le dipendenze da alcol e psicofarmaci e la sua determinazione di conseguire il titolo di grande maestro degli scacchi.

 

RECENSIONE 

Quelle come te non hanno vita facile. Sei due facce della stessa medaglia; da una parte il talento, dall'altra il prezzo da pagare. Non si può dire quale sarà il tuo prezzo, avrai il tuo momento di gloria, ma questo non durerà, tu hai così tanta rabbia dentro, che devi fare attenzione.

 Elizabeth "Beth" Harmon è una bambina di otto anni sopravvissuta ad un tragico incidente stradale nel quale ha perso la vita sua madre. In quanto orfana, viene accolta in un istituto per ragazze e qui conosce il custode, Mister Shaibel (Bill Camp), il quale le insegna il gioco degli scacchi. Beth dimostra non solo di essere una bambina molto intelligente, ma anche un enfant prodige, tanto che viene presentata ad un club liceale degli scacchi. Tuttavia, nell'orfanotrofio non solo impara ad essere un abile scacchista, ma inizia la sua dipendenza dagli psicofarmaci, che le vengono regolarmente somministrati nell'istituto alle bambine per mantenerle calme. In seguito, Beth viene adottata da una coppia borghese. Fuori dall'orfanotrofio inizierà a dare prove del suo eccezionale talento, partecipando a tornei di scacchi e a battere avversario dopo avversario, aspirando al titolo di regina degli scacchi, seppur dilaniata dalla dipendenza dall'alcol.

 La mini-serie televesiva prodotta da Netflix e tratta dal romanzo di Walter Trevis si può certamente dire che abbia deluso le aspettative, malgrado il grande successo di pubblico avuto. La serie scritta e diretta da Scott Frank sembra vagare nel nulla senza mai raggiungere il suo reale obiettivo (che non si capisce quale sia) ed è a tratti noiosa.

La trama della serie sembra voler essere originale ma in realtà è una storia già vista mille altre volte. Colpisce il grande talento recitativo di Anya Taylor-Joy, che con il suo magnetismo e la sua bellezza alienica riesce ad incarnare perfettamente Elizabeth Harmon nei suoi tratti psicologici più particolari e complessi.


 

 Creatività e psicosi spesso sono compagne

Molto convincente è anche l'interpretazione di Harry Melling, l'ex interprete di Neville Paciock nella saga di Harry Potter, come del resto quelle di tutto il cast. Una delle note positive della serie è la scenografia, che ricostruisce in maniera eccellente il periodo degli anni '60.

Va detto che senza la presenza di un attrice come Anya Taylor-Joy la serie avrebbe perso totalmente il suo senso e il personaggio di Elizabeth Harmon non sarebbe divenuto un'icona com'è accaduto. La regina degli scacchi è una serie con un grande potenziale che però si perde  dentro il suo stile e ne rimane imprigionata.

La rabbia è una potente spezia, un pizzico ti sveglia il cervello, troppa ti ottunde i sensi.



Voto: 2,5/5



 

 

 

  

 

venerdì 30 luglio 2021

Yasuke

 

TITOLO: Yasuke

TITOLO ORIGINALE: Yasuke

TITOLO IN KANJI: 弥助

GENERE: animazione, fantasy storico, samurai, sci-fi

ANNO: 2021

REGIA: LeSean Thomas

PAESE: Giappone, Stati Uniti

DURATA: 6 episodi

PRODUZIONE: MAPPA

DISPONIBILITA': Netflix

TRAMA

Un pacifico barcaiolo un tempo noto come il Samurai Nero è riportato in conflitto quando prende una bambina con poteri misteriosi sotto la sua ala protettrice.

RECENSIONE

 Tu non sei uno di noi, eppure lui ti considera tale.
I servi saranno sempre servi, questa è la nostra maniera.
La vecchia maniera.

Siamo nel periodo Azuchi-Momoyama (1573-1603). Gli eventi della storia di questa serie raccontano le vicende di Yasuke, il cosidetto Samurai Nero, uno schiavo africano di mercanti portoghesi, realmente esistito, giunto nel Sol Levante, raccolto ed elevato al rango di samurai da Oda Nobunaga, iniziatore dell'unificazione del Giappone. La linea temporale segue la sua storia dopo essere degradato al rango di Ronin, in seguito alla morte del suo signore, in alternanza con alcuni flashback dove lo spettatore vive i ricordi del guerriero dal momento in cui sbarcò nel Paese dei Giunchi.

Tralasciando la precisione e la coerenza storica, poiché gli episodi mostrano una storia trasposta e narrata in maniera fantasiosa e mistificata, c'è tuttavia da dire che un aspetto deludente è il fatto che l'anacronismo si spinge troppo oltre. Si presentano, infatti, già nei primi minuti, elementi che vanno troppo al di fuori del contesto del Giappone feudale: compaiono addirittura dei robot, intelligenze artificiali che, all'epoca, non esistevano neanche in Occidente. Facendo comparire i robot proprio all'inizio, viene subito abbassata la qualità della serie e fa perdere l'interesse, se ciò che ci si aspetta è una rappresentazione più fedele al folklore nipponico. Altri aspetti molto al di fuori del contesto storico non solo del Giappone, ma del contesto storico in senso generico, è la comparsa di personaggi caratterizzati con costumi dallo stile avanzato.

 

 C'è un'antica profezia, secondo cui, un giorno,
arriverà un guerriero nero e salverà il popolo. 

Il protagonista rende bene la filosofia del samurai. Ha una grande forza, sia fisica che d'animo, che da sempre contraddistingue i guerrieri giapponesi, che vengono dipinti, anche nell'immaginario collettivo, come persone dal grande rigore morale e combattivo. Questa base, insieme a quella dell'ispirazione storica, sono buone, ma la serie non lascia nulla di particolare nella mente dello spettatore, non c'è molto da dire sul messaggio che lascia. Racconta la storia di Yasuke che, dopo la caduta del suo padrone, ha perso la propria strada e, col susseguirsi degli eventi, la ritrova, ma non viene dato molto peso a questo percorso che lui segue per ridare un senso alla propria esistenza. Molti elementi sono presenti in questa storia, come anche il percorso che deve seguira la ragazzina protetta da Yasuke che deve scoprire sé stessa, e la caratterizzazione dei personaggi in generale, ma non vengono approfonditi più del necessario. I fatti si concludono senza aver lasciato molte emozioni, gli stessi personaggi non presentano tanto tali emozioni e appaiono quasi piatti.

Un vero guerriero prega, prima di tutto, per la pace.

Voto: 2,5/5


mercoledì 28 luglio 2021

"Circe", di Madeline Miller

 


TITOLO: Circe

TITOLO ORIGINALE: Circe

AUTORE: Madeline Miller

CASA EDITRICE: Marsilio

GENERE: Fantasy storico mitologico

PAGINE: 416

DATA DI PUBBLICAZIONE: 14 gennaio 2021

PREZZO EBOOK: € 3,99

PREZZO CARTACEO: € 11,40



TRAMA



Ci sembra di sapere tutto della storia di Circe, la maga raccontata da Omero, che ama Odisseo e trasforma i suoi compagni in maiali. Eppure esistono un prima e un dopo nella vita di questa figura, che ne fanno uno dei personaggi femminili più fascinosi e complessi della tradizione classica. Circe è figlia di Elios, dio del sole, e della ninfa Perseide, ma è tanto diversa dai genitori e dai fratelli divini: ha un aspetto fosco, un carattere difficile, un temperamento indipendente; è perfino sensibile al dolore del mondo e preferisce la compagnia dei mortali a quella degli dèi. Quando, a causa di queste sue eccentricità, finisce esiliata sull'isola di Eea, non si perde d'animo, studia le virtù delle piante, impara a addomesticare le bestie selvatiche, affina le arti magiche. Ma Circe è soprattutto una donna di passioni: amore, amicizia, rivalità, paura, rabbia, nostalgia accompagnano gli incontri che le riserva il destino – con l'ingegnoso Dedalo, con il mostruoso Minotauro, con la feroce Scilla, con la tragica Medea, con l'astuto Odisseo, naturalmente, e infine con la misteriosa Penelope. Finché – non più solo maga, ma anche amante e madre – dovrà armarsi contro le ostilità dell'Olimpo e scegliere, una volta per tutte, se appartenere al mondo degli dèi, dov'è nata, o a quello dei mortali, che ha imparato ad amare.



RECENSIONE



Nacqui quando ancora non esisteva nome per ciò che ero.


Lo scorso aprile, quando ho saputo della promozione su alcuni libri del catalogo Feltrinelli, mi sono precipitata subito a comprare il secondo bestseller della bravissima Madeline Miller, che puntavo da tempo, decidendo, data l'ambientazione, di tenermelo da parte per l'estate. E finalmente, qualche giorno fa, mi sono tuffata nel mondo di una delle maghe più famose della mitologia, scoprendo pagina dopo pagina la storia della sua vita, dall'infanzia fino agli anni successivi all'incontro con Odisseo. È stato un viaggio emozionante che ha confermato il talento dell'autrice, la quale ha saputo ricreare l'atmosfera e la magia dei poemi omerici contando sulla sua solida conoscenza delle fonti e sulla comprensione dello spirito greco. Circe, da sempre associata alla pazzia e alla crudeltà che la spinge a trasformare gli uomini in maiali, ottiene un riscatto di forte impatto che la rende una figura più umana in cui potersi identificare. Il suo è il ritratto di una ragazzina che da sempre si è sentita un'estranea persino nella propria famiglia, e che piano piano si trasforma in una donna complessa, coraggiosa, dotata di una forte empatia e capace di amare appassionatamente, spingendosi dove nessuno ha mai osato. Nel corso della sua vita ha modo di incontrare tanti personaggi indimenticabili, come Prometeo, Dedalo, il Minotauro, Medea, Odisseo, Penelope e molti altri. E ognuno di loro si rivela molto più di ciò che appare, ognuno di loro in qualche modo riesce a segnare una svolta nella vita della protagonista, nel bene e nel male. È stato bello conoscerli, o in alcuni casi incontrarli per la seconda volta, e ho molto apprezzato il fatto che ci siano riferimenti anche ai personaggi del precedente romanzo, in particolare Achille e Patroclo.






Celato sotto il dolce volto familiare delle cose, ce n'è un altro in attesa di spaccare in due il mondo.


Il romanzo affronta temi come la violenza, il pregiudizio, la maternità, l'amicizia, l'amore e il ruolo delle donne. Essendo ambientato in gran parte sull'isola di Eea, è caratterizzato da una profonda introspezione che permette di comprendere al meglio  la personalità della protagonista. E nonostante nella parte finale il ritmo tenda a rallentare riempiendosi di prolissità e trovi che il romanzo sia un gradino al di sotto di La canzone di Achille, a oggi uno dei miei preferiti, ritengo che la lettura valga davvero la pena. Circe è la voce delle donne che lottano per difendere le proprie idee, i propri sogni e la propria identità contro l'oppressione degli uomini, delle donne disposte a qualunque cosa pur di proteggere le persone che amano dai pericoli che le minacciano. Una voce che dovrebbe essere ascoltata ancora di più.

In conclusione, Circe è il libro perfetto per chi ama la mitologia greca e le storie di formazione e rinascita.


Siamo qui. È questo che vuol dire nuotare nella corrente, camminare sulla terra e sentirne il tocco sotto i piedi. È questo che significa essere vivi.


VOTO: 4,5/5






domenica 25 luglio 2021

Luca

 


TITOLO: Luca

TITOLO ORIGINALE: Luca

GENERE: Film d'animazione fantasy per famiglie

ANNO: 2021

REGIA: Enrico Casarosa

PAESE DI PRODUZIONE: USA

DURATA: 95 Minuti

DISTRIBUZIONE: The Walt Disney Company Italia



TRAMA


In una splendida città di mare della Riviera Ligure, un giovane ragazzo vive un'esperienza di crescita personale durante un'indimenticabile estate contornata da gelati, pasta e infinite corse in scooter. Luca condivide queste avventure con Alberto, il suo nuovo migliore amico, ma tutto il divertimento è minacciato da un segreto profondo: sono mostri marini di un altro mondo situato appena sotto la superficie dell'acqua.



RECENSIONE



Luca, ma ci pensi? Ogni giorno visiteremo un posto nuovo, e ogni notte dormiremo sotto i pesciolini. Nessuno che ci dica cosa fare, saremo tu ed io là fuori. Liberi.


A livello artistico e sportivo questo è decisamente un anno d'oro per il nostro paese, perciò non poteva che essere questa la cornice ideale per l'uscita del primo film Disney Pixar ambientato in Italia e diretto da un italiano, il genovese Enrico Casarosa. La storia si svolge tra gli anni '50 e '60, e segue le avventure del piccolo Luca Paguro, un mostro marino preadolescente che vive nel Mar Ligure, nei pressi delle Cinque Terre, e trascorre le sue giornate come pastore di triglie. Poi un bel giorno conosce Alberto Scorfano, un suo scatenatissimo coetaneo che lo conduce a scoprire le meraviglie della superficie. Con lui instaura un'amicizia indissolubile e inizia ad accarezzare il desiderio di possedere una Vespa con cui viaggiare per il mondo in piena libertà. Ma quando i signori Paguro li scoprono e minacciano di dividerli, i due ragazzini assumono sembianze umane e fuggono alla volta di Portorosso, dove, insieme alla piccola emarginata Giulia Marcovaldo, si iscrivono a una gara sportiva nella speranza di vincere la Vespa dei loro sogni. Ma in quella pittoresca cittadina la gente ha paura dei mostri marini, e come se non bastasse un terribile bullo rischia di far scoprire a tutti il segreto di Luca e Alberto.

Sono felice di poter affermare che Luca ha superato di gran lungo le mie aspettative, rivelandosi un film davvero delizioso. Uno dei suoi maggiori punti di forza è senza dubbio la semplicità, che sacrificando intrecci complessi e colpi di scena continui permette di concentrarsi maggiormente sulle dinamiche dei piccoli e adorabili protagonisti. Il motore che li lega è l'amicizia, quell'amicizia indissolubile fatta di alti e bassi che aiuta a crescere e cambia in meglio, accompagnandoci per tutta la vita. Casarosa, prendendo spunto dalla sua infanzia, ha saputo rappresentare questo legame alla perfezione, creando un forte senso di empatia. E la cura per i dettagli risulta evidente anche nel modo poetico in cui ha riprodotto la sua terra. Ci sono i caruggi in tutta la loro bellezza, ci sono le allegre comari di paese (doppiate nell'adattamento italiano da nientemeno che Orietta Berti e Luciana Littizzetto), ci sono le corse in motorino, i gelati, le tradizionali trenette al pesto. Tutto, dai sassolini che ricoprono la spiaggia alle casette colorate illuminate dal tramonto, è perfetto, reso ancora più ricco da una strepitosa colonna sonora, che include brani iconici come Il gatto e la volpe, Andavo a cento all'ora e la struggente Città vuota





Silenzio, Bruno!



Coco a oggi resta il mio film Pixar in assoluto, ma devo dire che Luca ha un grandissimo pregio, indispensabile per l'epoca che stiamo vivendo: costituisce un inno all'amicizia, alla fiducia in se stessi, alla diversità e all'inclusione. Luca e Alberto sono mostri marini che si ritrovano in un paese dove la losro stessa natura, se scoperta, sarebbe oggetto di paura, pregiudizio e violenza, ma per fortuna riescono a entrare in contatto con persone che, poco a poco, imparano ad accettarli e ad apprezzarli per quello che sono, ed è bellissimo. Le avventure di questi due ragazzini sono all'insegna del divertimento e dell' allegria. Poi all'improvviso, arriva quel finale struggente e dolcissimo che rivela il senso più profondo del film, e in un attimo si aprono le cateratte. È davvero un peccato non aver potuto vederlo al cinema, ma sono sicura che riuscirà ad arrivare al cuore di tantissime persone, e che una sua molto probabile candidatura agli Oscar darà parecchio filo da torcere. Perciò, lasciatevi scaldare il cuore dalle avventure di Luca e dei suoi amici, vi assicuro che non ve ne pentirete. Per concludere, ci tengo a precisare che per questa recensione nessun Bruno è stato maltrattato, e vi auguro una buona visione. 


Alcune persone non lo accetteranno mai. Ma altre sì, e sembra che lui sappia riconoscere quelle giuste.



VOTO: 5/5








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