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venerdì 27 dicembre 2024

Mufasa - Il Re Leone



TITOLO: Mufasa - Il Re Leone

TITOLO ORIGINALE: Mufasa - The Lion King

PRODUZIONE: Walt Disney Pictures, Pastel Production

MUSICA: Mark Mancina, Lin-Manuel Miranda, Lebo M

PAESE: Stati Uniti d’America

REGIA: Barry Jenkins

DURATA: 120 minuti

ANNO: 2024

TRAMA

Questa è la storia di un semplice leoncino in cerca di una terra promessa, fornito di una dote che scriverà la strada che lo porterà a diventare un grande re, una leggenda che ancora oggi vive nelle menti sia delle nuove generazioni, sia in quelle di chi è ormai adulto e ricorda con nostalgia e commozione le emozioni che ci ha donato uno dei più grandi Classici Disney. Cos’è stato Il Re Leone prima di Il Re Leone? Chi era Mufasa e chi Scar prima di diventare Scar? Dopo tanti anni di teorie e fantasie dei fan, ora è la Disney stessa a rispondere a queste domande, raccontandoci gli eventi che portarono alla storia di Simba, a partire dall’infanzia di Mufasa.

RECENSIONE

Guarda le stelle!
Quando ti sentirai solo,
ricordati che quei re saranno
sempre lì per guidarti.
E ci sarò anch'io

Ancora una volta Il Re Leone c’ispira, presentando la storia di un personaggio che nell’opera originale è apparso poco, eppure ci ha lasciato molto, non solo grazie al suo carisma e alla sua saggezza, ma anche grazie alle voci profonde dei suoi doppiatori, James Earl Jones (in originale) e Vittorio Gassman (in italiano).

Vista la popolarità del re leone, ci si sarebbe potuti aspettare che avrebbero fatto un live action sul secondo film animato, che racconta la storia di Kovu e Kiara, palesemente ispirata a Romeo e Giulietta, così come il primo film si è ispirato all’Amleto. E invece, questa volta la Disney ha deciso di sorprenderci andando a raccontare le vicende della vita di Mufasa, che sebbene sia da sempre un personaggio molto amato, tuttavia la casa di produzione non lo ha mai trattato approfonditamente, esaltando semplicemente la sua immagine di sovrano saggio, carismatico, clemente e al tempo stesso autorevole. Nel lungometraggio di cui parliamo qui sopra, possiamo finalmente avere una descrizione a tutto tondo non solo di Mufasa, ma anche di Scar, alias Taka. Questo era il nome di uno dei più grandi villain disneyani, prima che, da cucciolo generoso e amichevole, passasse ad essere un vile assassino. Tutto questo pone delle buone basi per una trama che susciti la curiosità dello spettatore. Conoscendo i personaggi, è chiaro che l’esito della stessa trama possa essere scontato, e questo può già essere una pecca, perché si creano delle aspettative che sappiamo già verranno soddisfatte, indebolendo i colpi di scena, ma dato che stiamo parlando di un prequel, il cui intento, ovviamente, è rivelare personaggi che fino a oggi sono sempre stati piatti, si può forse chiudere un occhio. Parlando dei personaggi, un lato bello di essi è il legame tra Mufasa e Taka, l’amore fraterno, elemento sul quale la Disney, dopo Frozen, sembra giocare molto ultimamente. E, a proposito di Mufasa, il suo carattere è del tutto opposto rispetto a quello che ha nell’opera madre, poiché è più insicuro e inconsapevole delle proprie risorse, al contrario di Taka che invece, quando compare, è un cucciolo allegro, vivace e un po’ briccone. Questo, invece, è un punto forte, dal momento che se Mufasa e Taka fossero stati delineati già con delle inclinazioni più vicine al loro carattere nel primo film, sarebbero risultati come dei personaggi più fatti e finiti. Facendo così gli autori hanno reso possibile un maggiore sviluppo psicologico.



Tu e Taka insieme,
quello è casa

A parte i primi minuti da quando il film inizia a rappresentare la storia di Mufasa, la narrazione segue un giusto ritmo, permettendo allo spettatore di assimilare a sufficienza gli eventi. Ci sarebbe un paio di cose che si sarebbero potute rendere meglio, in due ore di spettacolo. In primis poteva essere approfondito lo sviluppo del rapporto tra Mufasa e Taka, per il quale si percepiscono le emozioni e i sentimenti che tale sviluppo dovrebbe dare, però non viene reso con un giusto climax. In secondo luogo, l'apparizione di Rafiki, invece di porla mostrando la sua situazione prima di aggregarsi a Mufasa, si sarebbe potuta presentare in modo diverso, facendogli spiegare solo in seguito la sua provenienza, allo stesso modo di Sarabi e Zazu, garantendo forse anche del tempo in più per altri sviluppi più importanti. Infatti, per esempio, anche alla preparazione della battaglia contro gli emarginati manca il giusto climax, poiché in pochissimi minuti (anche meno) Mufasa e i suoi seguaci si sono già conosciuti con gli animali delle Terre del Branco e li hanno subito incoraggiati a combattere e difendersi.
Come sempre, i live action hanno una recitazione sobria, e qui la sobrietà è resa non solo dal fatto che, essendovi rappresentati degli animali con una grafica digitale realistica, non possiamo leggere, più di tanto, le emozioni nelle loro espressioni, ma anche dal doppiaggio tendenzialmente scandito. Se almeno il doppiaggio trasmettesse più emozioni, in modo che lo spettatore le possa sentire vibrare in sè, questo basterebbe a compensare.
Malgrado questi pochi difetti, Mufasa è una visione entusiasmante, arricchita anche dal fatto che possiamo assistere alla graduale trasformazione di Taka in Scar, alla nascita di un villain che ci ha tanto affascinato. Indimenticabili anche le canzoni e la colonna sonora, per le quali, ancora una volta, ritornano Mark Mancina, Lin-Manuel Miranda e Lebo M, grande compositore della musica della saga di Il Re Leone. Tra le canzoni, i pezzi migliori sono Voglio da sempre un fratello (I always wanted a brother) e Ci andremo insieme (We go together), nel cui cast italiano sono presenti le voci di Elodie, Luca Martinelli e Riccardo Suarez. La prima esalta la formazione della fratellanza di Mufasa e Taka, mentre la seconda quella dell’amicizia all’interno del gruppo con cui Mufasa viaggia. Da non trascurare anche Addio (Bye bye), la canzone del villain della situazione, che esprime chiaramente il senso del pericolo imminente e dell’assedio del nemico, un aspetto che da diverso tempo non percepivamo più nelle canzoni dei cattivi, i quali negli ultimi elaborati disneyani sono spesso assenti oppure sono presenti, ma non sono dei reali cattivi, oppure non incutono molto timore. In ogni caso Mufasa è una visione per cui c’è poco di cui pentirsi.

Nants ingonyama baghiti

Voto: 4,5/5




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