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mercoledì 17 dicembre 2025

Un semplice incidente


 

TITOLO: Un semplice incidente

TITOLO ORIGINALE:  یک تصادف ساده Yak taṣādof-e sāde

ANNO DI PRODUZIONE: 2025 

PAESE DI PRODUZIONE: Iran, Francia, Lussemburgo

CASA DI DISTRIBUZIONE: Lucky Red

GENERE: drammatico, thriller

REGIA: Jafar Panahi

Mohamad Ali Elyasmehr: Vahid Mobasseri, Mariam Afshari,Ebrahim Azizi, Hadis Pakbaten, Majid Panahi, Georges Hashemzadeh, Delmaz Najafi, Afssaneh Najmabadi.

DURATA: 102 minuti 


TRAMA

Un semplice incidente accende la scintilla che inaugura una catena di conseguenze sempre più travolgenti unendo il destino di tante persone.

RECENSIONE

Sono riuscito a trovare gamba lesta.

Il film vincitore della Palma d'Oro a Cannes 2025 è finalmente uscito nella sale italiane ed è una pellicola della quale è impossibile non discutere per i temi che tratta.

Un semplice incidente è diretto dal regista iraniano dissidente Jafar Panahi, che è stato in carcere in Iran dal 2022 al 2023 ed è stato nuovamente condannato ad un anno di prigione, per propaganda contro lo stato, poche settimane fa. Proprio la varie vicende biografiche di ex detenuti iraniani sono il motore della trama del film, che è completamente pervasa dal caso e condizionata, come lascia intendere il titolo, da un incidente che coinvolge l'ex guardia carceraria che torturava i detenuti in carcere durante la loro detenzione.  Il torturatore incontrerà casualmente il torturato protagonista del film, che lo rapirà,
 ma un dubbio sull'identità del carceriere indurrà il  protagonista a coinvolgere tutti gli altri personaggi nel rapimento.



Devi aiutarmi. Voglio essere sicuro che sia lui.

L'intento di Panahi non è quello di realizzare un manifesto politico, ma di raccontare le atrocità che commette il regime teocratico iraniano attraverso le vite di degli ex carcerati che inevitabilmente sono state segnate dalle torture subite e dagli orrori che hanno visto nei centri di detenzioni statali. Il regista utilizza questa traccia narrativa anche per rielaborare il periodo in carcere che  ha vissuto sulla propria pelle. 

Un semplice incidente sarà molto probabilmente il film che vincerà la statuetta  nella sezione del miglior  film internazionale agli Oscar e se ciò non dovesse accadere sarebbe davvero grave. Questa opera merita di vincere quel premio perché aiuta realmente a capire quanto terribile sia il regime degli ayatollah,  facendo anche una dura critica alla cultura locale e ai suoi modelli mentali.

Quell'uomo mi ha distrutto la vita.


Voto: 4,5/5 







domenica 14 dicembre 2025

  

TITOLOWake Up Dead Man : Knives Out

TITOLO ORIGINALEWake Up Dead Man : Knives Out

ANNO DI PRODUZIONE: 2025

PAESE DI PRODUZIONE: Usa

CASA DI DISTRIBUZIONE: Netflix

GENERE: Drammatico, commedia, thriller, giallo 

REGIA: Rian Johnson

CAST: Daniel Craig, Josh O'Connor, Glenn Close, Josh Brolin, Mila Kunis, Jeremy Renner, Kerry Washington, Andrew Scott, Cailee Spaeny, Daryl McCormack, Thomas Haden Church, Jeffrey Wright, Joseph Gordon-Levitt.

DURATA: 144 minuti 

TRAMA

Il famoso investigatore Benoit Blanc fa squadra con un giovane prete  zelante per indagare su un crimine perfettamente impossibile avvenuto nella chiesa di una piccola città dal passato oscuro.


RECENSIONE

Lo spirito lo ha commosso oggi, eh?

Rian Johnson, dopo i grandi successi di Cena con delitto Glass Onion: Knives Out, torna con il terzo capitolo della saga dedicata al  suo Hercule Poirot, ovvero il detective Benoit Blanc. 

In Wake Up Dead Man - Knives Out l'atmosfera è più cupa e gotica, aiutata in questo dal contesto religioso che influenza tutta la trama. Il contrasto tra teologia e ateismo pervade tutto il film, soprattutto l'atipica  coppia  investigativa che si viene a formare composta dal giovane prete interpretato da Josh O'Connor e l'investigatore ateo e materialista interpretato da Craig, che insieme dovranno indagare sull'omicidio di Monsignor Jefferson Wicks, interpretato da Josh Brolin.


Tutti pensano che sia stato io... io non sono stato. 

Il cast scelto da Johnson è un unico proliferare di stelle del cinema. Non troviamo solo Craig, O'Connor e Brolin ma anche attori del calibro di Glenn Close, Kerry Washington, Mila Kunis, Cailee Spaeny, Andrew Scott e Jeremy Renner, che dopo il terribile incidente del quale è rimasto vittima è tornato alla recitazione. Per Rian Johnson gestire un cast così prospero di celebrità non è di certo una novità visto che anche gli altri due precedenti capitoli avevano stelle come Christopher Plummer, Jamie Lee Curtis, Edward Norton e Ana de Armas. Questo terzo capitolo mantiene lo stile tagliente che aveva caratterizzato i primi due film, ma decide però di dare più spazio a  trame filosofiche che riguardano soprattutto domande che sono una costante nell'esistenza umana, come l'esistenza di Dio.

Come avvenne con Glass Onion: Knives Out anche questo capitolo è stato prodotto da Netflix e distribuito nella sua piattaforma, ma lo si può trovare in alcuni cinema. La speranza è che Rian Johnson non decida di mettere in cantiere un quarto capitolo. I primi tre capitoli riescono perfettamente a intrattenere il pubblico e un quarto capitolo potrebbe sembrare superfluo e  forzato. Tre per questo tipo di film commerciali forma un numero perfetto, costituisce un buon compromesso tra qualità artistica e una buona riuscita al botteghino.

Sono incapace di non risolvere un crimine. 

Voto : 3,5/5






mercoledì 10 dicembre 2025

Wicked - Parte 2

 

TITOLO: Wicked - Parte 2

TITOLO ORIGINALE: Wicked: For Good

ANNO DI PRODUZIONE: 2025

PAESE DI PRODUZIONE: Stati Uniti d'America

CASA DI DISTRIBUZIONE: Universal Pictures International Italy

GENERE: fantastico, musicale

REGIA: Jon M. Chu

CAST: Ariana Grande, Cynthia Erivo, Jonathan Bailey, Michelle Yeoh, Ethan Slater, Jeff Goldblum, Marissa Bode, Bowen Yang, Bronwyn James, Adam James, Alice Fearn, Bethany Weaver, Colman Domingo, Sharon D. Clarke .

DURATA: 138 minuti


TRAMA

Elphaba, ormai demonizzata come la Strega Malvagia dell'Ovest, vive in esilio nella foresta di Oz, continuando la sua lotta per la libertà degli animali di Oz e cercando disperatamente di rivelare la verità sul Mago. Glinda, nel frattempo, è diventata l'emblema della bontà per tutta Oz, vive nel palazzo della Città di Smeraldo e gode dei vantaggi della fama e della popolarità.
 Elphaba, creduta morta, viene soccorsa da Fiyero. I due lasciano Oz per sempre, finalmente liberi di stare insieme ma creduti entrambi morti da Glinda.

RECENSIONE

La perfida strega non può sfuggirci per sempre. Non con il principe Fiyero e il suo squadrone sulle sue tracce.

Tutti noi, almeno una volta nella vita adulta,  abbiamo sognato di rivivere le emozioni  che le  favole o i cartoni animati ci hanno dato nella nostra infanzia. La Hollywood contemporanea ha tentato di soddisfare questo desiderio più volte, fallendo praticamente sempre. Questa volta è toccato a Il Mago di OZ, con il prequel sulle due streghe diviso in due parti,  Wicked 1 e 2

Dopo il deludente Wicked - Parte 1,  il regista Jon M. Chu tenta invano di risollevare le sorti del film con Wicked - Parte 2, una seconda parte che non migliora assolutamente la storia che abbiamo visto nella prima  e che ispira una domanda: era proprio necessario rivisitare in questo modo una saga classica delle letteratura statunitense e uno dei più grandi capolavori del cinema fantastico? Wicked, che è tratto da un musical teatrale, risponde a  domande che nel film originale di Victor Fleming non avevano avuto una risposta e così facendo rovina la bellezza del classico originale. 

 

Il meraviglioso Mago di Oz

Uno dei pochi lati positivi della pellicola e che questa volta la durata rispetto alla prima parte è stata diminuita. Dopo gli estenuanti 160 minuti del primo film, questa volta volta la durata è di 138 minuti (22 minuti di meno), ma si potevano comunque tagliare almeno altri quarantina di minuti, poiché   il film è cosparso di momenti vuoti, riempiti solo dalla musica. Inoltre, Jeff Goldblum, attore che ci ha regalato interpretazioni memorabili in saghe come Jurassic Park e nei film di Wes Anderson, qui finisce vittima di un personaggio come Il Mago di Oz che è troppo costruito su di lui ed eccessivamente cattivo.

Entrambi i Wicked si inseriscono nella moda dei sequel, prequel, remake ecc., che ormai invade l'industria di Hollywood da decenni perché  priva di idee originali e ottusamente determinata a soddisfare solo i propri scopi commerciali, rovistando nel passato e spacciando il princisbecco per oro. 

Nessuno credeva in voi più di me.


Voto: 1,5/5













martedì 9 dicembre 2025

“L’Alchimista”, il paradosso dei sogni

 

TITOLO: L’Alchimista

TITOLO ORIGINALE: O Alquimista

STORIA: Paulo Coelho

GRAPHIC NOVEL: Artword Lab

EDITORE: La Nave di Teseo

PAESE: Brasile

L’Alchimista è un romanzo il cui titolo è noto a molte persone, e la maggior parte di esse ne dà un giudizio positivo. La trama presenta la storia di Santiago, un giovane pastore della Spagna che, in seguito ad un sogno ripetuto, sente una vocazione, per cui intraprende un lungo viaggio fino alle Piramidi d’Egitto, in cerca di un tesoro nascosto. L’impresa non sarà priva di ostacoli, ma saranno proprio essi che metteranno alla prova il protagonista. In ogni tappa egli apprende molte cose sia del mondo, sia di sé stesso, sia anche di ciò che si nasconde oltre quello che vediamo e percepiamo. Attraverso gli eventi vissuti da Santiago, Paulo Coelho introduce dei temi legati all’alchimia. Essa è una disciplina che da sempre è nota per il suo esoterismo, fatto di principi e insegnamenti difficili da comprendere, ed è definibile come un connubio tra scienza, magia, filosofia e spiritualità.



Ma che cosa ha mai reso tanto popolare un romanzo come L’Alchimista? In primis il fatto che sia una storia piena di mistero, un tale senso di mistero che risveglia nel lettore quella voglia di conoscere, di esplorare l’ignoto. In secondo luogo perché le vicende sono in grado di riaccendere il desiderio di sognare, quel desiderio che tutti abbiamo avuto da bambini, e che la crescita e la disillusione hanno affievolito. Uno spunto narrativo semplice, che tuttavia si amplifica, riuscendo a portare ad una profonda comprensione grazie alla quale il lettore sente riaffiorare la speranza, tornando a credere nella magia dell’universo e dei sogni, riacquisendo parte di quel candore che si è lasciato dietro insieme all’infanzia.



Che cosa sono i sogni? Servono veramente a qualcosa? In ogni storia il protagonista che insegue un sogno, prima o poi, arriva a porsi degli interrogativi per cui si domanda se è davvero servito a qualcosa intraprendere il sentiero per la sua realizzazione, e spesso succede quando il personaggio si ritrova in una condizione disperata, che lo ha messo con le spalle al muro, vanificando tutto quello in cui lui credeva. Però Paulo Coelho, senza dissociarsi dagli eventi che riguardano Santiago, delinea bene le dinamiche di ciò che accade quando s’insegue un sogno. Nel momento in cui il sognatore sbatte il muso contro la realtà, vede davanti a sé il vuoto, e la sua mente viene assalita da questi pensieri: “Cosa mi posso aspettare dal futuro? Sarò più duro con gli altri e non mi fiderò di nessuno? Odierò coloro che ce l’hanno fatta perché io non ci sono riuscito?” Santiago, dopo essere stato derubato in Marocco da un truffatore, cade nella disperazione, ponendosi queste domande.



Quasi sul punto di perdere la fiducia, il giovane viene raccolto da un venditore arabo di cristalli, e assunto nel suo negozio. Tra i due si sviluppano dei rapporti dapprima professionali, per i quali Santiago si dimostra molto intraprendente, facendo di tutto per infondere vitalità nel negozio, con l’accondiscendenza del capo, che fino ad allora si era limitato solo a stare seduto dietro il bancone ad attendere clienti, gestendo con inerzia il proprio lavoro. L’influenza del ragazzo finisce per stuzzicare i demoni interiori dell’uomo, ponendolo di fronte ai propri rimpianti. A causa di questo si scatena un conflitto tra generazioni, da una parte la gioventù piena di speranze, dall’altra l’età adulta disillusa e rassegnata. Il contrasto che si manifesta mette in risalto i drammi di chi ha lasciato andare le speranze, riducendo il sogno a dei semplici obbiettivi pratici, con il solo fine di sopravvivere, senza mettere il cuore in ciò che viene fatto.



È facile porsi degli obbiettivi. Ciò che è difficile è sognare. I sogni sono un atto di fede, e come disse il filosofo Kierkegaard “La fede è un paradosso”. Molto spesso i sogni non si attengono a nessuno schema predisposto, e anzi, il conseguimento di essi porta alla rottura di ogni logica. Per questo motivo chi sogna è considerato folle, oppure stupido, se non un disadattato. È facile scegliere di rinunciare a sognare, perché significa rischiare, mettersi in gioco, e più il sogno è grande, più sono alti i rischi. Di fronte ai rischi abbiamo possibilità di scelta. Possiamo prenderli come una sfida e decidere di affrontarli, perseguendo i nostri sogni, ma possiamo anche decidere di arrenderci. Chi sceglie la seconda opzione, spesso pensa “Non era il mio destino”. Ma siamo davvero sicuri che sia così? Siamo davvero convinti che la sorte abbia deciso per noi? Oppure è una scusante per non accettare di aver compiuto una scelta? Non si parla di negativizzare la rinuncia, ma soltanto di vedere le cose da una prospettiva più ampia e di avere consapevolezza.


La scelta di rinunciare si pone davanti a Santiago diverse volte, anche nel momento in cui crede che tutto quello che ha trovato gli basti. L’amore per Fatima è la tentazione più potente, eppure è proprio la forza e la sincerità di questo amore che lo stimola ad andare avanti, facendogli comprendere che il suo sogno potrà dirsi compiuto solo dopo che sarà realizzato. Alla conclusione della storia Santiago scopre che quel tesoro che stava cercando era sempre stato sepolto sotto casa sua. Questo colpo di scena esprime il paradosso dei sogni: essi portano lontano, per poi farci rendere conto che quello che cercavamo lo abbiamo sempre avuto vicino. Nonostante questo paradosso Santiago non rimane sconcertato dalla verità, e non vanifica tutti i passi che ha compiuto per arrivare alla sua destinazione, perché ognuno di essi gli ha insegnato qualcosa, permettendogli di trovare una profonda connessione con il mondo, ma soprattutto l’amore.


Gli eventi che vengono raccontati appaiono vuoti di significato e pieni di insulse fantasticherie, se osservati da un punto di vista cinico e scettico. Da questa prospettiva Santiago può essere soltanto uno sciocco credulone che compie un viaggio del tutto inutile, per trovare una cosa che ha sempre avuto sotto i suoi piedi. Uno dei momenti che verrebbero considerati più assurdi di tutta la sua storia sono i capitoli in cui il ragazzo deve trovare un modo per trasformarsi in vento. Ma L’Alchimista è un romanzo filosofico, che per essere compreso non deve essere letto in maniera distaccata. Per essere compreso realmente è importante avere delle basi di filosofia. Può piacere anche a chi non ha mai studiato filosofia, però essa è una buona chiave di lettura.



domenica 7 dicembre 2025

Jay Kelly

 

TITOLO: Jay Kelly

TITOLO ORIGINALE: Jay Kelly

ANNO DI PRODUZIONE: 2025

CASA DISTRIBUZIONE: Netflix

PAESE DI PRODUZIONE: Usa

GENEREcommedia

REGIA: Noah Baumbach

CAST George Clooney, Adam Sandler, Laura Dern, Billy Crudup, Riley Keough, Grace Edwards, Stacy Keach, Jim Broadbent, Patrick Wilson, Eve Hewson, Greta Gerwig, Alba Rohrwacher, Josh Hamilton, Lenny Henry, Emily Mortimer, Nicôle Lecky, Thaddea Graham, Isla Fisher, Jamie Demetriou, Louis Partridge, Charlie Rowe, Parker Sawyers, Patsy Ferran, Lars Eidinger, Kyle Soller, Tom Francis, Giovanni Esposito.

DURATA: 132 minuti


TRAMA

La famosa stella del cinema Jay Kelly e il suo fedele manager Ron  fanno un tour promozionale in Italia per un un premio che viene conferito all'attore in Toscana. Durante il lungo percorso, entrambi gli uomini si confrontano sulle le scelte che hanno fatto e sui rapporti con i propri cari.

RECENSIONE

Tutti i miei ricordi sono film.

Dopo il deludente Rumore bianco, Noah Baumbach torna alla regia con una pellicola nuovamente targata Netflix che rimpiange la Hollywood di una volta.

Jay Kelly è una commedia dal sapore agrodolce. Baumbach insieme a Emily Mortimer ha scritto una sceneggiatura che elogia il vecchio cinema di un tempo e critica quello contemporaneo. Il personaggio di Jay Kelly è la perfetta incarnazione di tutto ciò e attraverso la sua crisi d'identità viene mostrata la superficialità del mondo che lo circonda.


Sai come faccio a sapere che non volevi passare del tempo con me? Perché non passavi del tempo con me.

Sembra scontato vedere una star come George Clooney interpretare un'altra stella del cinema, mentre  invece Baumbach non poteva fare una scelta di casting migliore.  E' questa una parte dove  Clooney sembra riflettere anche sulla sua vita, avendo  come  coprotagonista  il bravissimo Adam Sandler, che in questo lungometraggio  ha fatto capire di essere ancora uno degli attori più sottovalutati di Hollywood, essendo stato ormai bollato come  attore comico da pellicole demenziali.

Jay Kelly è stato presentato durante l'ultima edizione del festival di Venezia. Baumbach sfrutta il genere della commedia per raccontare il degrado al quale Hollywood è arrivata e lo fa in una maniera efficace, raccontando la vita fittizia di una stella del cinema.

Non voglio più stare qui Jerry. Voglio lasciare la festa.


Voto: 4/5






giovedì 4 dicembre 2025

Die my love

 

TITOLO: Die My Love

TITOLO ORIGINALE: Die My Love

ANNO DI PRODUZIONE: 2025

PAESE DI PRODUZIONE: Stati Uniti d'America

CASA DI DISTRIBUZIONE:  MUBI

GENEREthriller, drammatico, commedia

REGIA: Lynne Ramsay

CAST: Jennifer Lawrence, Robert Pattinson, Lakeith Stanfield, Sissy Spacek,Nick Nolte

DURATA: 118 minuti 


TRAMA

Grace e Jackson sono una giovane coppia che cambia vita lasciando la città per andare a vivere in una casetta di campagna. La nascita di un figlio stravolge il loro equilibrio e le loro esistenze, mentre i traumi del passato riemergono con l'irruenza di un uragano.


RECENSIONE

Da quant'è che non facciamo l'amore più o meno?

Nel suo nuovo film, tratto dal romanzo di Ariana Harwicz intitolato Ammazzati amore mio,  Lynne Ramsay affronta il complesso tema della depressione post-partum e ci fa vedere come questo disturbo abbia delle conseguenze non solo sulla mente delle donne ma anche su quelle dei loro mariti.

Die My Love entra nel cuore profondo delle complesse dinamiche di una giovane coppia che in apparenza sembra perfetta, ma nella quale l'evento della nascita di un figlio scoperchia i traumi mentali e il fragile equilibrio personale. Ramsay per tutto il film utilizza delle inquadrature classiche da cinema western, che raffigurano molto bene l'ambiente della provincia statunitense e aiutano a percepire la solitudine che la coppia interpretata da Robert Pattinson e Jennifer Lawrence intende rappresentare.



Le cose succedono, no?

Sia Pattinson che la Lawrence ci regalano interpretazioni strabilianti, confrontandosi con due vecchie glorie presenti nel cast, che sono Sissy Spacek e Nick Nolte, ai quali sono affidati due ruoli determinanti nello svolgersi della trama. Robert Pattinson e Jennifer Lawrence incarnano fisicamente e mentalmente i loro in personaggi con due interpretazioni che si possono ritenere tra le migliori delle loro carriere.

Die My Love  è stato presentato durante le ultime edizioni del Festival di Cannes e della Festa del cinema di Roma. La Lawrence rappresenta una madre persa nella sua mente, ed è un ruolo simile a quello che aveva già interpretato in Madre! di Darren Aronofsky. I personaggi  fuori dal comune sono diventati degli habitué della sua carriera e possiamo affermare che in Die My Love l'unica attrice che poteva interpretare adeguatamente il ruolo di Grace era lei.

Grace? Grace? Grace, che hai?

Voto: 4/5




mercoledì 3 dicembre 2025

"Voglio mangiare il tuo pancreas", una vicinanza senza nome

 

TITOLO: Voglio mangiare il tuo pancreas

TITOLO ORIGINALE: Kimi no suizou wo tabetai

TITOLO IN KANJI: 君の膵臓を食べたい

STORIA: Yoru Sumino

MANGA: Izumi Kirihara

ANIME: Shin’ichiro Ushijima

LIVE ACTION: Sho Tsukikawa

PAESE: Giappone

“Voglio mangiare il tuo pancreas”. Con questa frase comincia la storia del rapporto fuori dall’ordinario tra Sakura Yamauchi e il suo compagno di classe, il narratore degli eventi, sul quale si focalizza il punto di vista. Una storia d’amore? Una storia di amicizia? Niente che sia definibile con parole e concetti semplici. Un romanzo autobiografico (adattato in un manga di due volumi e trasposto in due film), che racconta l’esperienza del protagonista nelle dinamiche del suo rapporto con Sakura, la quale è segretamente afflitta da una malattia terminale al pancreas.



Vivendo la sua vita quotidiana, il narratore (di cui non riveliamo il nome per coerenza con la trama) scopre per puro caso il segreto di Sakura, e da quel momento in avanti egli diventa oggetto d’interesse per la compagna, che gli starà spesso dietro, trascorrendo con lui dei momenti in cui imparano entrambi a conoscersi, e soprattutto lui apprenderà da lei, riscoprendo l’importanza e il piacere di assaporare ogni attimo della vita, grazie al carattere esuberante della ragazza, che affronta la propria malattia e la consapevolezza della sua sorte a testa alta, ridendo e scherzando, e cogliendo ogni cosa bella che la sua breve vita le offre. Fra i due s’instaura un rapporto pieno di sfumature, ma è proprio questo che lo rende bello. È un rapporto che non trova il suo compimento in uno sviluppo amoroso, eppure non si può definire nemmeno amicizia, poiché, considerando il contesto delle vicende, non è certo cosa da poco che un ragazzo e una ragazza si frequentino così tanto senza avere approcci romantici. Questo è uno dei motivi per cui quello che c’è tra i due non è visto di buon occhio dai compagni di scuola, in specie da Kyoko, la migliore amica di Sakura, che è molto protettiva e non si fida del ragazzo, il quale ha un carattere molto introverso, ragion per cui viene considerato strano dai coetanei.


Il nome della ragazza, Sakura, è lo stesso del fiore di ciliegio, il fiore che è rappresentativo del Giappone e il quale viene spesso associato alla caducità della vita, delle cose effimere, come la bellezza. Per tale motivo il personaggio viene chiamato con questo nome, dato che essa si ritrova a dover vivere una vita breve, una vita che tuttavia lei prende in tutto il suo splendore e ride in faccia anche alla morte. Ma come ogni fiore, Sakura ha anche le proprie fragilità. Una fragilità che fino all’ultimo momento non traspare, tranne quando, mentre gioca ad obbligo o verità col narratore, confessa di avere in realtà una paura tremenda di morire. Vivendo gli eventi della storia, noi vibriamo con le emozioni del narratore, nel quale ognuno di noi si può riconoscere, in quanto spesso dimentichiamo la preziosità della vita e il fatto che un giorno anche noi dovremo morire. Vedendo i comportamenti di Sakura noi possiamo provare una grande stima per il suo modo di atteggiarsi di fronte alla propria situazione, ma al tempo stesso anche compassione, perché intuiamo quanto dolore lei nasconda dietro la sua allegria.



Siamo inoltre portati a sentirci intrigati di fronte al rapporto fuori dagli schemi di Sakura e del narratore, poiché non è difficile porsi delle continue domande, chiedendoci come andrà a finire fra loro. Secondo Sakura ogni cosa comincia con una scelta, per cui ella non crede che il suo incontro col narratore sia stato solo un caso o la sorte, ma qualcosa che è nato dal bisogno inconscio del ragazzo di trovare un’àncora di salvezza, qualcosa per cui valesse davvero la pena di vivere, nella sua vita solitaria e monotona. Lo scrittore Paulo Coelho afferma che “Le persone s’incontrano quando ne hanno bisogno”, e il rapporto fra i due ragazzi rispecchia questa visione. Entrambi infatti, indipendentemente da quale definizione si possa dare alla loro relazione, avevano bisogno l’uno dell’altra, lui per cercare un senso alla propria esistenza, e lei per avere accanto qualcuno che, pur sapendo il suo segreto, la trattasse normalmente senza provare pena. Sebbene Sakura nasconda la propria malattia agli amici per non farli stare male, tuttavia la bugia le pesa e il narratore diventa dunque l’unica persona di cui sa di potersi fidare per davvero.



Una storia drammatica, che tuttavia ci fa divertire, oltre a farci piangere. Ed è proprio la risata che la rende unica, perché ci fa ricordare il valore della vita facendocene vedere i lati belli, invece di darci tristezza per la sorte di Sakura. E proprio come lei, anche noi possiamo affrontare la consapevolezza della morte semplicemente assaporando ogni momento che viviamo, vedendone i lati belli, cosa che non è sempre facile, perché le preoccupazioni molte volte ci assalgono, e ci fanno dimenticare il presente.



Un semplice incidente

  TITOLO : Un semplice incidente TITOLO ORIGINALE :   یک تصادف ساده Yak taṣādof-e sāde ANNO DI PRODUZIONE : 2025  PAESE DI PRODUZIONE : Iran...