TITOLO: Artia di Camelot
AUTORE: Cecilia Randall
CASA EDITRICE: Giunti
GENERE: Fantasy young adult con romance FM
PAGINE: 528
DATA DI PUBBLICAZIONE: 9 novembre 2022
PREZZO EBOOK: € 9,99
PREZZO CARTACEO: € 18,00
TRAMA
Per Artia, sedici anni, il futuro sembra già scritto: il matrimonio con un vecchio compagno d'armi dello zio, per rafforzare l'alleanza tra i due feudi. Ma Artia non ci sta e rivendica il diritto di vivere libera. Si scontrerà contro forze antiche che vorrebbero usarla per conquistare il trono di re Uther Pendragon, tra cavalieri, maghi, traditori e giochi di potere. Davanti a una misteriosa spada piantata nella roccia, Artia dovrà combattere e decidere chi è davvero. La sua risposta cambierà il destino della Britannia.
RECENSIONE
Non accetterò una vita che sia solo sacrificio, sopportazione e sottomissione.
Se dovessi fare un elenco dei libri e degli autori che hanno segnato la mia adolescenza (e succesivamente anche alcune delle mie scelte durante il triennio di Mediazione Linguistica) di sicuro tra i primi posti ci sarebbe la saga fantascientifica ambientata nel Medioevo Hyperversum della scrittrice modenese Cecilia Randall. Essendo da sempre un'appassionata di questo periodo storico e delle sue leggende, per me è stata una vera manna dal cielo scoprire che una delle autrici da me più amate avrebbe pubblicato un romanzo ispirato al ciclo arturiano. La protagonista è Artia, una sedicenne orfana che vive nel castello di Wildfor con l'odioso cugino Ceu, la zia Anne e lo zio Antor, il quale l'ha promessa in sposa a un uomo molto più vecchio di lei. Nel cuore della notte, la ragazza indossa gli abiti di un servitore e fugge di nascosto, ma ben presto viene riacciuffata dallo zio e dal cugino, diretti a Londra per un importante torneo al cospetto di re Uther. Per non far ricadere il disonore sulla sua famiglia e avere salva la vita, agli occhi della gente si finge lo scudiero di Ceu, ma quando a causa di una serie di circostanze fortuite si ritrova in un piccolo cimitero, davanti a una spada incastonata in una roccia, la sua vita cambia per sempre.
Artia di Camelot è un romanzo meraviglioso, avvincente e avventuroso che si è rivelato un'ulteriore conferma del talento di Cecilia Randall, a oggi tra i migliori autori del panorama fantasy italiano. Leggerlo è stato un po' come ritornare dopo tanto tempo a una casa di cui sentivo la mancanza, e fin dalle prime pagine si evince la grande cura con cui l'autrice ha ricostruito l'ambientazione e la società medievale, entrambe impreziosite da elementi magici e misteriosi. Si ha l'impressione di assistere davvero a un torneo tra cavalieri, esplorare foreste in cui il pericolo si nasconde dietro ogni angolo, subire le razzie e agli assalti dei nemici e farsi strada tra gli intrighi di corte. Si evince anche il profondo amore che l'autrice nutre per il ciclo arturiano, che nel corso della storia viene rievocato in tutto il suo splendore con un'ottica più moderna e attuale inserita magistralmente, senza rovinare o snaturare il materiale originale. Abbiamo modo di incontrare personaggi ben noti come Merlino, re Uther Pendragon, la regina Igraine e Sir Brastias, insieme ad altri nuovi ma di certo non meno affascinanti. Naturalmente quella meglio riuscita è Artia, una protagonista molto forte e coraggiosa che può rappresentare un esempio molto positivo per un'infinità di persone. Ha conosciuto troppo presto la sofferenza ed è costretta a subire di tutto e di più da persone che, invece di amarla e proteggerla, la considerano alla stregua di un oggetto d'arredamento, ma lei non è il tipo che si arrende facilmente: si rialza e continua a lottare per scrivere la sua storia, cambiare il suo destino e abbracciare la piena libertà. Inoltre se qualcuno a cui tiene si trova in grave pericolo, non esita un solo istante a rischiare il tutto per tutto per aiutarlo. Credo che, se avessero la possibilità di incontrarsi, lei e Bree Matthews di Legendborn sarebbero ottime amiche.
<<Non la senti anche tu, la forza, la potenza di essere liberi? Liberi di essere ciò che siamo, come siamo.>> Libertà. È una parola che mi strega. È ciò che voglio, ciò che desidero, ciò che mi sembra d'inseguire da una vita intera.
Tra battaglie spesso truculente, misteri e colpi di scena a tutt'andare e forti sentimenti, questa storia lascia un messaggio di vitale importanza: è un inno a tutte le donne, a tutte le Artia del passato, del presente e del futuro che lottano contro le imposizioni e le crudeltà di una società sessista e patriarcale che vorrebbe tarpar loro le ali e relegarle al ruolo di semplici pedine su una scacchiera di losche macchinazioni. È un libro che le incoraggia a essere se stesse, a tentare anche l'impossibile per scrivere il proprio destino e ottenere il sacrosanto diritto di essere libere, di esistere. Inoltre esalta le famiglie per scelta, e contiene anche una storia d'amore che non è preponderante all'interno della storia, ma è molto dolce e bellissima.
Artia di Camelot è il libro perfetto per chi ama i fantasy, le leggende arturiane e i personaggi femminili forti dai grandi ideali. Mando un abbraccio fortissimo e tanti complimenti a Cecilia Randall, e ricordo che questo mese è uscito il suo nuovo romanzo, Kitsune.
Io sono una donna, questa donna. Tutta intera. Non sono il mio utero ma non voglio nemmeno rinunciare al mio sesso per poter decidere della mia vita.
VOTO: 5/5
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