TITOLO: I gelati sono finiti
AUTORE: Francesco Sala
CASA EDITRICE: Transeuropa
GENERE: Narrativa contemporanea
PAGINE: 162
DATA DI PUBBLICAZIONE: 31 gennaio 2022
PREZZO: € 15,00
TRAMA
Biagio galleggia sulla crisi incombente della sua attività di ristoratore, all'inizio di un'estate impietosa. Incapace di trovare soluzioni per invertire la rotta, in capace persino di trovare in sé le ragioni per reagire. O anche solo resistere. Sul lento fallimento della Pizzeria Vulcano, si specchia quello intimo di chi ruota attorno a quel luogo- dipendenti e clienti- ma anche il fallimento collettivo di una provincia desertificata, inacidita; incattivita in una insofferenza, facile e consolatoria, nei confronti degli immigrati. Insofferenza che cova sotto le ceneri.
RECENSIONE
La premiata Pizzeria Vulcano di Russo Biagio, per anni la migliore della zona, ancora un po' e tira giù la serranda e ciao.
In passato ho recensito opere di amici virtuali e compagni di casa editrice, e oggi ho il piacere e l'onore di recensire il romanzo d'esordio di mio cugino, italiano di nascita e londinese d'adozione. La storia si svolge nella provincia milanese, dove il protagonista Biagio dirige da oltre trent'anni la Pizzeria Vulcano. Una volta era molto frequentata, ma da un po' di tempo a questa parte gli affari hanno cominciato ad andar male, e come se non bastasse è arrivata la pandemia a dare il colpo di grazia. Così, nel bel mezzo dell'estate, sullo sfondo di una provincia sempre più degradante priva di autentici rapporti umani, Biagio comincia a rendersi conto che di lì a poco sarà costretto ad arrendersi e a chiudere i battenti.
I gelati sono finiti è un romanzo d'esordio bello e interessante che si legge tutto d'un fiato. Con uno stile schietto e asciutto, l'autore ha tratto spunto dalla vicenda dello zuccherificio di Casei Gerola per offrire un doloroso ritratto dei dipendenti costretti a subire il fallimento e la chiusura di un'impresa. I personaggi, a partire da Biagio, sono tutti disillusi, cinici, privi di qualsivoglia slancio emotivo, e poco a poco ne apprendiamo la vita quotidiana, il passato, le speranze trasformate in delusioni. Il più interessante, nonché quello a cui l'autore è più affezionato, è senza dubbio Yoghi, l'amico e collaboratore del protagonista, la cui storia mi ha rattristata e turbata non poco. Intorno a loro, ruotano tante altre figure particolari, tra cui il compagno di un viaggio in treno conosciuto semplicemente come il napoletano e la mamma che ogni tre per due tira fuori un necrologio, che come ho già detto si muovono sullo sfondo della provincia milanese, in un quadro inedito e di connotazioni autobiografiche. E a proposito di connotazioni autobiografiche, uno degli aspetti che ho maggiormente apprezzato è il fatto che spesso compaiono delle immagini legate all' infanzia e agli anni '80 e '90. L'immagine che più mi ha colpita è quella che dà il titolo al libro: il frigo dei gelati che a un certo punto, sul finire dell'estate, si svuota completamente, mentre il barista annuncia che: <<I gelati sono finiti.>>
Nel rinnovare in silenzio la promessa inespressa, scontata, di continuare oltre - di navigare a vista, senza una meta - i gelati sono finiti.
Il libro è permeato da un'atmosfera disincantata e malinconica, accentuata dal contesto pandemico. Ma contrariamente a quanto possa sembrare, non si tratta di un'opera sulla pandemia, che ne è soltanto la punta dell'iceberg, ma sulla decadenza e la stanchezza della società e sulla fine delle illusioni. Ognuno dei protagonisti ha smesso di desiderare qualcosa di grande da tempo, o forse non ha mai cominciato, e continua a navigare a vista in un mare di rassegnazione, persino chi è più giovane. Tutti quanti si trascinano inesorabilmente verso la rovina, e si ritrovano ad assistere o a vivere in prima persona momenti tragici senza provare alcun briciolo di empatia, fino ad arrivare a un finale sconvolgente vissuto in un'inquietante e spaventosa indifferenza.
Nonostante io non sia il target ideale e in genere prediliga letture che abbiano almeno un pizzico di speranza e salvezza, ritengo che I gelati sono finiti sia un romanzo molto valido e un esordio più che promettente per l'autore, che spero possa regalarci altri nuovi entusiasmanti lavori in futuro.
-Com'è?
-Com'era, è
VOTO: 4/5
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