TITOLO: Goodbye Lenin
TITOLO ORIGINALE: Goodbye Lenin
REGIA: Wolfgang Becker
CAST: Daniel Buhl, Katrin Sass, Culpan Nailevna Chamatova, Maria Simon, Florian Lukas, Alexander Beyer, Burghart Klaussner, Christine Schorn, Micheal Gwisdek, Eber Kirchberg, Jurgen Holtz
PAESE DI PRODUZIONE: Germania
ANNO: 2003
DURATA: 120 minuti
CASA DI PRODUZIONE: X-Filme Creative Pool
TRAMA
Berlino est, ottobre 1989. Alex vive con sua madre, attivista del regime socialista, che improvvisamente, in seguito ad un malore, cade in coma. Quando si risveglia, otto mesi più tardi, il muro di Berlino è caduto. Alex deve evitare alla madre lo schock della scoperta della fine del suo sogno socialista e finge che nulla sia cambiato. ma ben presto sua madre sente il bisogno di alzarsi dal letto e accendere la televisione...
RECENSIONE
Alex è un ragazzo di vent'anni che vive a Berlino Est con sua madre e sua sorella. Nell'ottobre del 1989 sua madre, che è una socialista convinta, ha un malore e finisce in coma per otto mesi. Al suo risveglio il muro di Berlino è caduto e con esso sono finiti pure gli ideali socialisti in cui sua madre credeva profondamente. Alex dovrà fare di tutto per evitarle lo schock della scoperta della fine del socialismo, visto che il trauma potrebbe ucciderla.
"E così la Coca Cola è una bibita socialista! "
Goodbye Lenin mette a confronto due generazioni diverse, entrambe cresciute nel socialismo. La prima è quella della madre di Alex, che appartiene a una generazione che ha creduto profondamente nel sistema. L'altra è quella di Alex, una generazione che, nata sotto il socialismo, ne assiste al crollo e osserva perplessa una riunificazione nazionale che è di fatto una sconfitta di tutto ciò in cui era stata educata a credere.
Ma più che essere un film sugli ideali, Goodbye Lenin è un film sulla fine degli ideali e che ci mostra efficacemente cosa abbia significato per molti tedeschi dell'est subire l'avvento del capitalismo. La sequenza più emblematica in questo senso è quella in cui la la madre vede una statua di Lenin che viene portata via da un elicottero.
“ Un banale pallone da calcio riunificava la nazione sotto una bandiera. Un altro mattone che cadeva dal muro ”
La scelta più interessante che ha fatto il regista è quella di non narrare la storia in maniera documentaristica, oggettiva, bensì di osservare la fine della Germania Est e la caduta del muro di Berlino con gli occhi di una famiglia di persone comuni, mostrandoci le loro speranze e ambizioni ma anche lo smarrimento di fronte al crollo di quelle che sembravano consolidate certezze. Il lato politico della narrazione si intreccia efficacemente con le vicende private dei personaggi, che da soggetti che dovevano essere i protagonisti della Storia, con la "s" maiuscola, si ritrovano invece smarriti in tante piccole storie che senza trionfalismi assurdi ci trasmettono quelle emozioni che sono la caratteristica principale del lato umano della vita.
VOTO: 4/5
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