martedì 26 agosto 2025

Dumbo (1941)

TITOLO: Dumbo, l’elefante volante

TITOLO ORIGINALE: Dumbo

PRODUZIONE: Walt Disney Pictures

MUSICA: Frank Churchill, Oliver Wallace, Ned Washington

REGIA: Ben Sharpsteen

PAESE: Stati Uniti

DURATA: 64 minuti

ANNO: 1941


TRAMA


In un circo della Florida, le cicogne arrivano una notte, portando a ciascun animale i propri piccini. La mattina seguente una di esse consegna tardivamente il pacco alla Mamma Elefante Jumbo, che chiama il suo cucciolo col nome Dumbo. L’elefantino però ha una particolarità: le sue orecchie sono grandi oltremisura, e per questo motivo diventa subito oggetto di scherno nel circo, e questo fa oltremodo infuriare la madre, che viene ingabbiata come elefante matto. Di fronte a questa situazione difficile, il piccolo Dumbo si ritrova a dover cercare il proprio riscatto, con l’aiuto del topolino Timothy, che farà di tutto per tirare fuori il meglio dal suo giovane amico.


RECENSIONE


Come è spesso consono di Walt Disney, anche questo film è basato su un’opera letteraria, realizzata da Helen Aberson e Harold Pearl. La Disney traspone la storia dando vita a qualcosa che ha emozionato ogni generazione a venire, e continua a farlo, sempre molto più della sua trasposizione live action, che ha riscontrato molte critiche negative, per le quali lo stesso Tim Burton si è dimostrato pentito di aver diretto l’adattamento.


Sebbene sia chiaramente un’opera infantile, tuttavia Dumbo è in grado di affascinare persino i grandi, offrendo al pubblico adulto un momento per rigodere della semplicità dell’infanzia, di quell’incanto che tutti abbiamo avuto da bambini. Nei primi minuti vediamo la scena delle cicogne che consegnano i pacchi, la quale ci allieta mostrandoci, anche se in modo fiabesco ed edulcorato, la gioia immensa del veder nascere nuove creature. L’arrivo del piccolo Dumbo sembra dapprima allietare l’atmosfera, ma in seguito alla scoperta del suo difetto fisico, tutto diventa subito difficile, sia per lui che per la madre. Eppure Mamma Jumbo dimostra fin dal principio di provare un amore incondizionato per il suo piccino, e oltre a questo anche di avere una grande forza d’animo, perché non tutti i genitori riescono ad accettare di avere dei figli diversi. In un contesto reale, le orecchie grandi di Dumbo sarebbero equivalse ad una deformità, ma è proprio questo ciò che rende immenso l’amore della madre. Una delle scene più forti è rappresentata dal momento in cui la Signora Jumbo perde il controllo, di fronte al bullismo subito dal figlio. È una scena drammatica, che può anche fare paura, soprattutto ai bambini, però grazie ad essa si percepisce quanto è grande la difficoltà che vive Dumbo, il quale, per questo incidente, subisce ancora di più l’isolamento, accusato di aver indotto la mamma alla follia.



Un’altra scena molto forte è quella degli elefanti rosa, tramite la quale veniamo trasportati in una dimensione totalmente astratta. Il momento di ebrezza di Dumbo e Timothy, che subiscono tali allucinazioni, è funzionale perché in seguito essi scoprano che il piccolo può volare, però è anche una sequenza nella quale Disney ci dà un attimo di stacco per giocare ancora con la fantasia.


Ci sono alcune piccole imprecisioni. Una di queste è il momento in cui una delle signore elefanti definisce Dumbo un assassino, un’accusa che non si può dire fondata perché il cucciolo non ha certo ucciso o provocato la morte di qualcuno; inoltre, nella sequenza con i corvi il topolino Timothy dice che l’elefantino è orfano, ma non è esatto, perché la mamma, sebbene sia prigioniera, è ancora viva di fatto. C’è anche da dire che l’amicizia di Timothy nei confronti di Dumbo non è molto motivata. È certamente bello che sia incondizionata, e che il topolino provi pietà per il cucciolo, però perché fin dal principio lo considera un amico? Sarebbe stato più sensato se fosse stato palesato al meglio cosa vedeva di bello in Dumbo.


Le recenti politiche hanno bollato questo film per la presenza di contenuti razzisti, eppure la Disney ha realizzato un’opera che trasmette l’accettazione del diverso e il suo diritto di autoaffermazione, raccontando la storia del piccolo Dumbo e del suo disagio dovuto al suo aspetto. Gli eventi vengono raccontati in modo fiabesco, eppure Dumbo c’insegna che anche una semplice fiaba può avere in sè molti significati.


Voto: 4,5/5





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