lunedì 10 febbraio 2025

The Brutalist

 

TRAMA: The Brutalist

TITOLO ORIGINALE: The Brutalist

ANNO DI PRODUZIONE: 2024

PAESE DI PRODUZIONE: Stati Uniti d'America

GENERE: epico, drammatico, storico

CASA DI DISTRIBUZIONE: Universal Pictures International Italy 

REGIA: Brady Corbet

CAST: Adrien Brody, Felicity Jones, Guy Pearce, Raffey Cassidy, Joe Alwyn, Stacy Martin, Emma Laird, Isaach de Bankolé, Isaach de Bankolé, Michael Epp, Jonathan Hyde, Maria Sand, Salvatore Sansone, Peter Polycarpou, Ariane Labed.

DURATA: 215 minuti  


TRAMA

Tre decenni di vita dell'architetto ebreo László Tóth, un sopravvissuto ungherese dei campi di concentramento nazisti,  emigrato negli Stati Uniti nel 1947. Gli inizi in America sono difficili, per le necessità economiche e l'impossibilità di poter portare con sé sua moglie Erzsébet e la nipote Zsofia, ma grazie al cugino Attila a László viene commissionata la ristrutturazione di una biblioteca dal milionario mecenate Harrison Lee Van Buren. Il lavoro di Tóth porta prestigio a Van Buren, che decide di affidargli un progetto mastodontico: la costruzione di un centro culturale e luogo di aggregazione destinato a ospitare nello stesso edificio una biblioteca pubblica, una palestra e una cappella. Il lavoro di Tóth incontra molteplici difficoltà, per le diffidenze verso gli immigrati e per i continui tentativi di alterare il suo progetto originario, ma pur di difendere strenuamente il proprio lavoro, arriva ad investire parte dei propri profitti.

RECENSIONE

Harrison Lee Van Buren: Sono lavori suoi, è giusto? - László: Sì - Harrison Lee Van Buren: Tutti?- Lászlò: Sì - Harrison Lee Van Buren: Perché un affermato architetto straniero si ritrova a spalare carbone a Filadelfia? - László: Temo che non sia semplice come sembra. C'è stata una guerra eppure molti degli edifici che ho progettato sono sopravvisuti. I miei edifici sono concepiti per sopravvivere anche all'erosione delle rive del Danubio.

Esce in Italia The Brutalist, il film con dieci nomine agli Oscar che racconta l'epopea immaginaria dell'architetto ebreo  László Tóth. La realizzazione dell'opera ha richiesto  al regista Brady Corbet dieci anni di duro lavoro.

The Brutalist racconta tre decenni delle vita dell'architetto László Tóth (che non è mai esistito ma è ispirato a diverse figure reali vissute verso fine degli anni 40),  il quale, dopo essere sopravvissuto ai campi di sterminio, emigra negli Stati Uniti, dove incontra molteplici difficoltà economiche e   soffre dell'impossibilità di ricongiungersi con sua moglie. Travolto dal dolore cade nelle dipendenze da stupefacenti. Ma la sua vita cambierà quando l'imprenditore Harrison Lee Van Buren gli propone la costruzione di un centro culturale e luogo di aggregazione per la comunità dove il magnate vive. 
In The BrutalistBrady Corbet riesce perfettamente a rappresentare il senso di riscatto per un deportato ebreo che nella realizzazione di un'opera architettonica vede un un senso di rivalsa sulle sue atroci sofferenze e la realizzazione di quella fertile illusione che è il sogno americano. Questo è il vero punto focale di The Brutalist, che attraverso la storia di László racconta anche il capitalismo americano.



Vi ho portati qui stasera perché vi uniate con me a guardare dinanzi a voi, verso il futuro.

Ma di mastodontico in The Brutalist non c'è solo il progetto architettonico che László vuole realizzare, lo è anche la durata stessa della pellicola (215 minuti) che, nonostante il film abbia rari momenti di noia, in certi momenti risulta eccessiva. Inoltre ci sono alcuni buchi di sceneggiatura, come la scena dove Harrison Lee Van Buren compie uno stupro omosessuale su László, scena della quale non si comprende il vero senso e che rischia di fuorviare lo spettatore dalla trama. Ma tra le cose migliori del film c'è il cast, che comprende grandi attori come Adrien Brody (dato per favorito alla vittoria finale degli Oscar, a meno che le polemiche sull'utilizzo dell'Intelligenza Artificiale per migliorare il suo accento ungherese non abbiano il sopravvento, favorendo in questo caso Timothée Chalamet). Svetta tra gli altri soprattutto  un grande Guy Pearce, che incarna perfettamente la durezza di un personaggio complesso come Harrison Lee Van Buren.

The Brutalist è uno dei film più attesi di questa stagione cinematografica e si può dire che per certi versi ha confermato le  alte aspettative e per altri no. Di certo non si può negare che sia un  film interessante e ciò che resta più impresso  è  come utilizzi l'architettura come metafora della vita.

Vergogna!


Voto: 3,5/5




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