giovedì 27 febbraio 2025

Biancaneve e i Sette Nani



TITOLO: Biancaneve e i Sette Nani

TITOLO ORIGINALE: Snowhite and the Seven Dwarfs

MUSICA: Frank Churchill, Leigh Harline, Paul J. Smith

PRODUZIONE: Walt Disney Productions

REGIA: David Hand

PAESE: Stati Uniti

DURATA: 83 minuti

ANNO: 1937

TRAMA

Una bellissima e innocente principessa di nome Biancaneve, dalla pelle candida come la neve e la labbra rosse come ciliegie, cade vittima del’invidia della malvagia e vanitosa matrigna, la quale, temendo che la bellezza della figliastra possa surclassarla, trama per ucciderla. Presa di coscienza di questo terribile complotto, la ragazza fugge nella foresta, lontano dalla reggia, e troverà rifugio in una casetta abitata da sette nani che, incantati dalla sua bellezza, la accolgono calorosamente.

RECENSIONE



Specchio, servo delle mie brame
chi è la più bella del reame?

Erano gli anni ‘30 del XX secolo quando Walt Disney in persona ideò questo intramontabile lungometraggio che segnò l’inizio di una produzione di film animati che ancora oggi resiste fra alti e bassi, Biancaneve e i Sette Nani, una fiaba che ancora oggi c’incanta e ci affascina, ispirata alle famose opere letterarie dei Fratelli Grimm.

La trama pone delle basi semplici, ma tuttavia sviluppate in modo chiaro e conciso, con dei toni degni di una fiaba, qual vuol essere la storia di Biancaneve. Nonostante la sua semplicità, tuttavia il film è in grado di emozionare persino gli adulti, poiché c’è un giusto equilibrio fra gli aspetti infantili e quelli più vicini alla dimensione dello spettatore adulto. Uno dei momenti più forti è la scena della fuga di Biancaneve nella foresta nera, una parte che ha in sè molto pathos, ed è una delle cose più geniali che la Disney ha fatto, poiché ha rappresentato in modo eccelso il terrore che la principessa prova in quel frangente, in seguito al tradimento che avverte da parte della matrigna. Una scena che riesce a farci percepire le emozioni forti della ragazza, che è in preda ad un angoscia altrimenti indescrivibile. E non solo questo, ma anche la scena della trasformazione della regina Grimilde in una povera vecchietta è un altro momento forte, che ci ha incantato e al tempo stesso spaventato, soprattutto quando eravamo piccoli. Tutto questo è oggi cosa rara, nella Disney, che col tempo ha assunto dei toni sempre più dolci e poco inclini a scavare i lati più oscuri della nostra psiche.
Per quanto riguarda i personaggi, uno dei migliori è il nano Brontolo, che a molti spettatori è sempre risultato antipatico, e per altri è considerato un modello di vita. Effettivamente, Brontolo è un personaggio cinico, e fra i nani è l’unico che, inizialmente, si dimostra scettico nell’accoglienza di Biancaneve, temendo che lei possa tirargli addosso le ire della regina. Tuttavia Brontolo è un buon personaggio proprio per il suo cinismo, poiché, tralasciando il fatto che se fra i buoni non ci fosse almeno uno che crei disguidi sarebbe tutto noioso, il personaggio scettico è sempre utile per far da tramite tra la realtà di cui fa parte lo spettatore e quella di cui fanno parte i personaggi, è la voce del dubbio, la voce del mondo reale.



Oggi che ti ho trovata
ed amata, resta con me

Oltretutto, ciò che piace di Brontolo è il fatto che sia un personaggio dinamico, poiché egli passa da un iniziale ostilità nei confronti di Biancaneve all’accettazione e riconoscimento del suo valore. La protagonista stessa, invece, è in assoluto il personaggio meno dinamico, dato che lei, malgrado tutto quello che attraversa, si mantiene pura e innocente, incarnando pienamente il modello tradizionale di donna come angelo del focolare. Biancaneve, come protagonista, e ancora un personaggio parecchio stereotipizzato, per le epoche della realizzazione del film, è fin troppo perfetto e questo priva lo sviluppo della trama di evoluzione. Un personaggio che invece è parecchio piatto è il principe, di cui non si sa niente, e spunta fuori dal nulla, attratto solamente dalla bella voce di Biancaneve, con la quale sviluppa un rapporto con un semplice canto. Malgrado questo, gli eventi riescono a catturare e a muovere l’emotività dello spettatore, grazie all’atmosfera creata dalle abilità degli artisti e della colonna sonora, e i difetti che traspaiono bisogna sempre considerarli su una dimensione simbolica e fiabesca, per capire il reale valore della pellicola.
La genialità di Biancaneve e i Sette Nani sta anche nei suoi aspetti tecnici, molti dei quali erano considerati innovativi per l’epoca d’uscita, e che hanno posto le basi per le successive produzioni animate. Fra di esse abbiamo la multiplane camera, che conferisce profondità e tridimensionalità alle scenografie, e oltre a questa anche gli studi accurati dei movimenti umani, per i quali gli animatori hanno osservato diversi modelli, rendendo i movimenti più fluidi e naturali, curandosi persino di quelli labiali, facendo sì che venisse fuori un’animazione più in assoluto realistica. A porre delle buone basi è anche la presenza di canzoni, che hanno caratterizzato molti del successivi lungometraggi disneyani, dando vita a musical che ci hanno lasciato tanto soprattutto grazie alle loro melodie. Delle canzoni presenti nel film, una delle migliori è The Silly Song, cantata dai nani mentre passano momenti belli e divertenti insieme alla principessa, con dei toni tirolesi e rustici, che creano un bilancio nella drammaticità presente nella trama. Non da meno è l’iconica Hey Oh, la canzone che i nani cantano quando vanno a casa o a lavoro, che è quasi diventata un inno per i lavoratori.
Sebbene sia un film pieno di standard e poco dinamismo, Biancaneve e i Sette Nani resta un classico immortale, un cult del mondo dell’animazione e del cinema in generale, una perla che non può rimanere al di fuori della nostra cultura, senza della quale forse oggi il mondo dell’animazione non sarebbe mai diventato un fronte che ispira gli appassionati e gli studiosi.



Il sogno del mio cuor
è viver col mio amor

Voto: 4,5/5






Nessun commento:

Posta un commento