lunedì 8 agosto 2022

"La città dei vivi" di Nicola Lagioia

 

TITOLO : La città dei vivi

AUTORE: Nicola Lagioia

CASA EDITRICE: Einaudi

GENERE:Narrativa

DATA DI PUBBLICAZIONE: 20 ottobre 2020

  NUMERO DI PAGINE: 472

PREZZO EBOOK: 14,50  

PREZZO CARTACEO: 20,90


 

TRAMA

Nel marzo 2016, in un anonimo appartamento della periferia romana, due ragazzi di buona famiglia  di nome Manuel Foffo e Marco Prato, seviziano per ore una ragazzo più giovane, Luca Varani, fino a portarlo ad una lenta e terribile morte. E' un gesto inspiegabile, inimmaginabile anche per gli assassini fino a pochi giorni prima. La notizia attrae subito l'attenzione, sconvolgendo profondamente l'opinione pubblica. E' la natura del delitto a sollevare le domande più inquietanti. E' un caso di violenza gratuita? Gli assassini sono dei depravati? Dei cocainomani? Dei disperati? Erano davvero consapevoli di ciò che stavano facendo?  Qualcuno incomincia a descrivere questo omicidio come un caso di possessione. Quel che è certo che questo caso, oltre a segnare, i colpevoli coinvolge tutto il mondo che li circonda.

 

RECENSIONE  

Il fatto è che a Roma ognuno fa come cazzo gli pare, pensai. I tifosi del Feeynoord entravano ubriachi nella fontana di Trevi prendendo a bottigliate la Barcaccia del Bernini. A Villa Borghese i vandali decapitavano le statue dei poeti. Grandi sacchi di immondizia volavano da un palazzo all'altro, tutti pisciavano ovunque, un'indulgenza plenaria era nell'aria, e io stesso, che in un'altra città mi sarei fatto scoppiare la vescica, mi ero trovato ad inumidire più di una volta le Mura Serviane.

La città dei vivi è un libro che si legge tutto di un fiato, per l'accuratezza con la quale racconta il terribile omicidio Varani. La scrittura di Nicola Lagioia è molto passionale e in certe parti molto personale. Ciò che è riuscito a fare l'autore scrivendo questo romanzo è di entrare direttamente nelle vite e nelle psicologie dei personaggi che sono stati protagonisti di questa terribile vicenda.

Lagioia si concentra soprattutto nel fare un'attenta analisi della morbosa attenzione che c'è stata sui media e sui social nei confronti del delitto Varani nel tentativo di raccontare, in modo accurato, non solo l'eco mediatico che ha avuto questo caso ma anche la società nel quale viviamo.

 

La città dei vivi": l'omicidio del secolo - Quaerere 

Ledo Prato non menzionava mai direttamente suo figlio. L'unica volta in cui compariva il nome di Marco era per bocca di un amico di famiglia, il quale nominava il ragazzo al solo scopo di esaltare le doti di suo padre. All'improvviso Marco Prato mi sembra la persona più sola al mondo. E, a testimonianza di quanto quella vicenda fosse un ginepraio indistricabilmente pieno di contraddizioni, il posto di Ledo Prato che tanto mi stava indispettendo produsse in me un sentimento di tipo opposto. Mi sorpresi a trovare compassione per un ragazzo accusato di un omicidio orribile.

Lagioia ha fatto un vero è proprio lavoro investigativo intervistando tutti i i personaggi che hanno preso parte a questa vicenda compresi gli amici di Luca Varani, Manuel Foffo e Marco Prato. Lagioia, svolge un lavoro molto accurato, tentando di comprendere le motivazioni che hanno portato Foffo e Prato a commettere questo atroce e violentissimo delitto esplorando e spiegando al lettore le personalità di questi due giovani. Lagioia utilizza il delitto Varani per raccontare anche il lento declino di una città come Roma che risulta essere sempre di più una città fuori controllo.

L'autore racconta a proprio modo uno dei fatti di cronaca nera che ha maggiormente colpito l'opinione pubblica italiana negli ultimi anni fornendo una narrazione che elimina qualsiasi tipo di distacco e che si interroga su molti degli elementi di questa terribile vicenda. Questo è il genere di romanzo che piace soprattutto agli appassionati di cronaca nera. Ma Lagioia tenta di andare oltre la mera cronaca, cercando di dare una rappresentazione del mondo che circondava i tre protagonisti di questa tragedia e di fare un'analisi critica del nostro sistema mediatico.

Male. Avevano ogni giorno a che fare con il male. Il colonnello disse che il male non era un concetto astratto, ma non bisognava immaginarlo neanche come un'identità definita una volta per tutte. Il male era mobile, multiforme, e soprattutto contagioso. Più tempo gli stavi vicino, più rischiavi di incominciare ad agire secondo i suoi piani.

Voto: 4/5


 


 

 


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