lunedì 29 novembre 2021

Il potere del cane

  

TITOLO: Il potere del cane

TITOLO ORIGINALE: The power of dog

GENERE: Western, drammatico

ANNO DI PRODUZIONE: 2021

PAESE DI PRODUZIONE: Regno Unito, Australia, Nuova Zelanda, Canada

CASA DI DISTRIBUZIONE: Netflix 

REGIA: Jane Campion

CAST: Benedict Cumberbatch, Kirsten Duns, Jesse Plemons, Kodi Smit-McPhee, Thomasin McKenzie, Genevieve Lemon, Keith Carradine, Frances Conroy.

DURATA: 136 minuti

 

TRAMA

Il potere del cane, il nuovo film diretto da Jane Champion, è ambientato negli anni 20.  Vede al centro la storia dei due ricchi fratelli Phil e George Burbank, che sono i proprietari di un gigantesco ranch nel Montana  che domina un'intera vallata. Phil è un uomo brillante ma crudele mentre invece George è una persona testarda e puntigliosa, ma sempre gentile. Tra i due il rapporto si sgretola quando George sposa la vedova Rose e Phil, non accentando la scelta, inizierà una faida famigliare utilizzando Peter, il figlio di lei, come pedina.

 

RECENSIONE

Phil - A venticinque anni dalla nostra prima cavalcata nel lontano 1900.  George - Ne è passato di tempo.

Montana, 1925. I fratelli George e Phil Burbank, sono gli eredi di un grande ranch di famiglia, che mandano avanti quotidianamente allevando bestiame e spostando intere mandrie. Mentre George è un uomo sensibile e desidera formare una famiglia, Phil è un bullo patentato e omofobo. Quando George prenderà come sua sposa Rose, Phil incomincerà a prendere di mira lei e suo figlio Peter, senza mai smettere di tormentarli.

Un consiglio: abbandonatevi totalmente alle immagini, alle pause che il flusso narrativo a tratti sembra volersi prendere, nei momenti di sospensione che la pellicola interpone, non preoccupandovi di riuscire a seguire per intero gli avvenimenti che si dipanano nel corso della narrazione.

Dopo più di dieci anni, Jane Champion, torna dietro la macchina da presa realizzando un western moderno che va in controtendenza rispetto alle regole classiche del genere. Il potere del cane, è un film che  viene narrato attraverso le immagini e i piani cinematografici che Jane Campion ha utilizzato.

 
 

Phil- Ti stai immischiando con lei?  George- Ci siamo sposati domenica.

Il potere del cane è una trasposizione del romanzo scritto da Thomas Savage negli anni 60 con il medesimo titolo. La pellicola si avvale di un grande cast composto da attori come Benedict Cumberbatch, Jesse Plemons e Kirsten Duns. Ma una spanna sopra a tutti è Cumberbatch, che si è immerso completamente nella sua interpretazione e ancora una volta ha dimostrato di essere uno dei più grandi attori del pianeta e forse ci troviamo dinanzi alla sua interpretazione migliore fino ad oggi.

Nonostante sia un film prodotto da Netflix, Il potere del cane va assolutamente visto in sala e non su uno schermo televisivo, perché vanificherebbe la bellezza visionaria di questa di pellicola.

Phil- Quale bella signorinella ha fatto questi?  Peter- Li ho fatti io signore.

Voto: 4,5/5



 

 

 

domenica 28 novembre 2021

"La mossa del principe", di C. S. Pacat

 


TITOLO: La mossa del principe

TITOLO ORIGINALE: The Prince's Gambit

SAGA: Captive Prince #2

AUTORE: C. S. Pacat

CASA EDITRICE: Triskell Edizioni

GENERE: Romanzo storico con romance MM

PAGINE: 260

DATA DI PUBBLICAZIONE: 23 febbraio 2018

PREZZO EBOOK: € 5,99

PREZZO CARTACEO: € 12,00



TRAMA



Con i loro due paesi sull'orlo di una guerra, Damen e il suo nuovo padrone, Laurent, dovranno lasciarsi alle spalle gli intrighi del palazzo e concentrarsi sulle più ampie forze del campo di battaglia mentre viaggiano verso il confine per scongiurare un complotto fatale. Costretto a nascondere la sua identità, Damen si sente sempre più attratto dal pericoloso e carismatico Laurent, ma via via che la fiducia nascente tra i due uomini si approfondisce, le scomode verità del passato minacciano di infliggere il colpo mortale al delicato legame che ha cominciato a unirli…



RECENSIONE



-Qualche volta ho la sensazione di riuscire a capirvi, altre mi spiazzate completamente.

-Il sentimento è reciproco, credimi.



Ed eccoci di nuovo qui a parlare del secondo affascinante capitolo della saga Captive Prince. Avevamo lasciato i nostri Damen e Laurent in procinto di partire per pattugliare il confine, con l'intento di sventare un piano diabolico che mira a scatenare un conflitto micidiale tra i regni di Akielos e Vere. Il viaggio inizia nel peggiore dei modi, tra truppe malassortite e risse continue che rischiano di distruggere il già fragile barlume di speranza. Tutto cambia quando, seguendo i consigli di Damen, Laurent compie un gesto inaspettato, dimostrando a tutti il suo valore e le sua abilità come futuro re. L'episodio avvicina sempre di più i due ragazzi, che finiscono per lanciarsi insieme in una serie di difficili missioni per trovare nuove alleanze e impedire la guerra. Ben presto, con loro sommo stupore, la fiducia che li lega si trasforma in un sentimento molto profondo. C'è solo un problema: Damen non ha ancora rivelato la sua vera identità, e teme il momento in cui dovrà lasciare Laurent e la verità verrà a galla.

Come dico sempre, quando il primo capitolo è molto promettente il secondo deve dimostrarsi  all'altezza delle aspettative, e per fortuna La mossa del principe c'è riuscito alla grande, regalando una trama ancora più avvincente e intrigante. Dalla quiete e dagli sfarzi della corte di Vere ci trasferiamo in un mondo esterno fatto di accampamenti, fortezze, locande e chi più ne ha più ne metta, un mondo che permette ai personaggi di mostrarsi in una veste completamente nuova. Abbiamo modo di fare nuove conoscenze e apprendere qualcosa in più su figure già note come Jord, uno dei soldati del principe. Scopriamo che i principali antagonisti, pur rimanendo sullo sfondo a questo giro, sono ancora più subdoli e crudeli di quanto credessimo, ancora più degni di prendersi una sprangata sui denti. Ma soprattutto assistiamo a una bellissima evoluzione sia per Damen sia per Laurent, che sppinge ad affezionarsi a loro ancora di più. Damen non è più lo schiavo arrabbiato e spaventato che abbiamo conosciuto all'inizio della storia, e lo stesso Laurent, all'apparenza freddo, distaccato e arrogante, rivela una grandissima sensibilità. È come se il loro amore, che sboccia piano piano, tirasse fuori il meglio di ognuno, ed è bellissimo.







Mi chiedo se abbia mai sognato di abbandonarsi su un letto di candidi fiori, o se questa non sia solo la folle speranza di coloro che bramano di conquistarlo. Il mondo non è fatto per una simile bellezza.



In questo secondo capitolo c'è tutto quello che potessi desiderare: inseguimenti, missioni segrete, duelli, rivelazioni, e tanta, tantissima passione con una buona dose di dolcezza non smielata. I momenti romantici e passionali tra Damen e Laurent sono stati senza dubbio i miei preferiti, e mi hanno fatto sospirare e tremare, anche per via del senso di tensione e pericolo imminemte che si respira per tutto il libro. Ma non posso dilungarmi troppo, voglio evitare spoiler. Per concludere, aggiungo soltanto che  gli ultimi capitoli sono da cardiopalma e l'epilogo si conclude con un maledetto cliff-hanger che fa tenere col fiato sospeso e spaventare moltissimo. Per fortuna ho già tra le mani il terzo ed ultimo capitolo, quindi non dovrò attendere molto prima di scoprire come finisce questa bellissima storia. Ci rivediamo per il gran finale.



-Vorrei che le cose fossero andate diversamente tra noi, vorrei essermi comportato in maniera più onorevole nei vostri confronti. E vorrei che sapeste di avere un amico dall'altra parte del confine, qualunque cosa succeda domani. Qualunque cosa succeda all'uno o all'altro di noi.

-Amici. È questo che siamo?

-Laurent, sono il vostro schiavo.



VOTO: 4,5/5






lunedì 22 novembre 2021

The French Dispatch of the Liberty, Kansas Evening Sun


TITOLO: The French Dispatch of the Liberty, Kansas Evening Sun

TITOLO ORIGINALEThe French Dispatch of the Liberty, Kansas Evening Sun

GENERE: Commedia, drammatico, animazione

PAESE DI PRODUZIONEUsa, Germania

CASA DI DISTRIBUZIONESearlight Pictures, Walt Disney Studios

REGIA: Wes Anderson

CAST: Benicio Del Toro, Frances McDormand, Adrien Brody, Tilda Swinton, Jeffrey Wright, Timothèe Chalamet, Willem Dafoe, Bill Murray, Lea Seydoux, Mathieu Almaric, Owen Wilson, Saroise Ronan, Christoph Waltz , Lyna Khoudri, Edward Norton, Bob Bablan, Henry Winkler, Anjelica Huston, Liev Shreiber, Elisabeth Moss, Cecile De France, Guilemme Galienne, Jason Schwartzman, Tony Revolori, Stephen Park, Rupert Friend, Hippolyte Girardot, Griffin Dunne, Denis Mènochet, Felix Moati, Alex Lawther, Fisher Stevens

DURATA: 108 minuti 

 

TRAMA

Alla morte del direttore della redazione del giornale "The French Dispatch", il personale decide di scrivere un memoriale che riporta le migliori storie scritte dal giornale nel corso degli anni. Un artista condannato all'ergastolo, le rivolte studentesche del 1968 e un rapimento risolto da un cuoco.

RECENSIONE

Non piangere nel mio ufficio.

Arthur Howitzer Jr., figlio del fondatore e proprietario del quotidiano "The Evening Sun" di Liberty (Kansas), ha convinto suo padre a finanziare un supplemento domenicale e ha installato la redazione a Ennui-sur-Blasé in Francia. Il giornale viene così nominato "The French Dispatch" e copre  con stile la cronaca del paese, perché Arthur arruola i migliori giornalisti in circolazione. I giornalisti del quotidiano, seguono sul campo  le notizie assegnate: una contestazione studentesca; l'indagine di un commissario sulle tracce dei rapitori del figlio; un artista psicotico e galeotto innamorato della sua secondina. Il necrologio di Arthur sarà un'unica antologia dei migliori articoli scritti dalla redazione, che i giornalisti decidono di dedicargli.

Come ogni pellicola diretta da Wes Anderson The French Dispatch è un film minuziosamente preciso, fin nei minimi dettagli. A partire dalla fotografia fino ad arrivare alla scenografia, ogni elemento del film è una vera e propria goduria artistica.

The French Dispatch costituisce un grande omaggio e un atto di amore nei confronti del giornalismo. Il film  è diviso in tre capitoli e ognuno di essi racconta una storia diversa che è stata seguita dagli articoli scritti dai giornalisti del The French Dispatch.   Tutte e tre le storie sono convincenti ma la più convincente è quella che riprende le rivolte studentesche del 68' con Timothèe Chalamet e France McDormand come protagonisti, perché riesce a riprendere in una maniera molto particolare l'idealismo di quegli anni.

 

 

Zeffirelli- Sono nudo.    Miss Krementz. Lucinda-Lo sto notando.

Il film è girato in gran parte con un bellissimo bianco e nero che riesce a rendere molto affascinate l'atmosfera del film dandogli un tono molto europeo. Wes Anderson si è avvalso, ancora una volta di un cast prettamente composto da suoi attori feticcio tra cui i grandissimi Bill Murray, Willem Dafoe, Adrien Brody, Tilda Swinton e Frances McDormand,  che sono stati presenti in suoi svariati film. Si può di certo dire che le interpretazioni degli attori sia una delle componenti meglio riuscite del film diretto da Anderson.

The French Dispatch è  un film che ha subito molti ritardi nella distribuzione a causa della pandemia. La nuova pellicola di Wes Anderson è stata giudicata da alcuni come un film non all'altezza dei suoi precedenti. In realtà non è affatto così, anzi andrebbe annoverato tra i suoi film migliori perchè raramente un regista, dopo aver realizzato più di dieci film, riesce a mantenere sempre lo stesso livello e ancora una volta Wes Anderson si è confermato uno dei migliori cineasti contemporanei.

Fallo sembrare come se tu l'avvesi scritto così di proposito.

Voto: 4,5/5 


 
 

 

 

sabato 20 novembre 2021

"Cemetery Boys", di Aiden Thomas (Transgender Day of Remembrance 2021)

 


TITOLO: Cemetery Boys

TITOLO ORIGINALE: Cemetery Boys

AUTORE: Aiden Thomas

CASA EDITRICE: Oscar Mondadori Vault, collana Oscar Fabula

GENERE: Urban fantasy young adult a tema LGBTQI+ con romance MM

PAGINE: 408

DATA DI PUBBLICAZIONE: 26 ottobre 2021

PREZZO EBOOK: € 9,99

PREZZO CARTACEO: € 20,00



TRAMA



Yadriel è un ragazzo trans, ma i suoi- una famiglia latinx molto tradizionalista- faticano ad accettarlo. Lui, però, è determinato a dimostrare loro di essere un vero brujo e con l'aiuto di Maritza, sua cugina nonché migliore amica, decide di celebrare da solo il rituale dei quinces, ritrovare il fantasma di suo cugino Miguel, morto assassinato, e liberarlo nell'aldilà. Ma il fantasma che evoca è quello di Julian Diaz, il bello e dannato della scuola, il quale non ha alcuna intenzione di tornarsene buono buono tra i morti. Anzi è ben deciso a scoprire cosa gli è successo e a chiarire alcune questioni lasciate in sospeso. Yadriel, che d'altronde non ha molta scelta, accetta di aiutare Julian, in modo che entrambi possano avere ciò che desiderano. Solo che, più tempo passa con lui, meno ha voglia di lasciarlo andare...



RECENSIONE



Di buono c'era che almeno era riuscito a evocare un vero e proprio spirito. Di non così buono, invece, c'era che aveva evocato quello sbagliato.



Cultura latina, atmosfere alla Coco, un ragazzo innamorato di un fantasma. Sono stati questi elementi ad ammaliarmi come il canto di una sirena quando, a fine 2020, Oscar Vault ha annunciato l'acquisizione del romanzo d'esordio di Aiden Thomas, autore trans e latinx, e io sono molto felice di potervene parlare proprio oggi, nel Transgender Day of Remembrance, giorno in cui si ricordano le vittime dell'odio e del pregiudizio di matrice transfobica. La storia comincia in prossimità del Día de Muertos a East LA, dove, all'interno di un cimiterò, vive una comunità di brujx dalle antiche e poetiche tradizioni; al compimento dei quindici anni, infatti, attraverso un rituale benedetto dalla Signora Morte, le donne acquisiscono la capacità di guarire e gli uomini di evocare gli spiriti e aiutarli a trasmigrare nell'aldilà. Il sedicenne Yadriel, gay e transgender, sogna di diventare un bravissimo brujo, ma la sua famiglia non riesce ad accettarlo e continua a ferirlo utilizzando pronomi sbagliati e facendogli deadnaming. Soltanto la cugina e migliore amica Martiza lo sostiene davvero, perciò è con il suo aiuto che decide di organizzare il sospirato rituale dei quinces. La Signora Morte lo riconosce come ragazzo e come brujo, ma purtroppo la gioia è di breve durata, perchè subito dopo il cugino Miguel viene ucciso misteriosamente. Forte dei nuovi poteri, Yadriel prova a evocarne lo spirito, finendo tuttavia per evocare Julian Diaz, un affascinante compagno di scuola colombiano dalla pessima fama, il quale, prima di trasmigrare, desidera scoprire com'è morto e soprattutto come stanno i suoi amici. Il brujo accetta di aiutarlo, e col passare dei giorni, con suo sommo stupore, in lui sboccia un sentimeno tanto irrazionale quanto impossibile: come può un essere umano innamorarsi di un fantasma?

Ci sono libri che non solo ti scaldano il cuore, ma ti fanno innamorare perdutamente, al punto da rimanere impressi nella tua anima e spingerti, anche a distanza di giorni, a farti rivivere la storia e i personaggi durante i sogni notturni. Ebbene, sono lietissima di affermare che Cemetery Boys è senza ombra di dubbio uno di questi. Mi ha conquistata, salendo a buon diritto sul podio dei migliori romanzi dell'anno per tutta una serie di motivi. Innanzitutto vorrei fare i miei complimenti ad Aiden Thomas, per averci regalato un esordio letterario toccante, esilarante, magico e romantico, e a Martina Del Romano, la traduttrice, per aver utilizzato sapientemente un linguaggio inclusivo e averne parlato in una nota in prefazione. In secondo luogo vorrei parlare dei personaggi, che sono uno dei maggiori punti di forza della storia. Yadriel è tanto dolce quanto determinato, pronto a tutto pur di conquistare la dignità di essere e amare liberamente, e più volte mi sono ritrovata a desiderare di abbracciarlo forte, di combattere insieme a lui contro le paure e i pregiudizi di chi fatica ad accettarlo. Maritza, bruja dichiaratamente vegana, è molto decisa, in gamba e senza peli sulla lingua, una di quelle ragazze che non vorresti non avere come amica. E poi c'è lui, Julian, colui che si è guadagnato a buon diritto il titolo di miglior personaggio maschile del 2021. Fa morire dal ridere, è un concentrato di energia che non riesce a star fermo per più di cinque minuti, ama i suoi amici più della vita stessa e, nonostante abbia dovuto fare i conti con pregiudizi dovuti al suo essere colombiano (smontati uno per uno) e dolori indicibili, non ha mai perso il suo cuore grande. Per Yadriel è come un angelo custode, e l'amore che sboccia tra di loro è meraviglioso, di una dolcezza disarmante che ti fa venire le lacrime agli occhi, sospirare e sognare ad occhi aperti. È quel tipo di amore che ho sempre sognato vivere.






¿Me dejas robarte un beso? disse dolcemente, e con l'accento colombiano più bello e struggente che Yadriel avesse mai sentito in vita sua. Era puro e melodico, come una canzone.



Centrale nel romanzo, oltre all'amore, la famiglia, l'amicizia e la questione delle gang è la cultura latina, specialmente quella messicana, vista nelle sue sfumature reali e fantastiche, dalla concezione dell'aldilà alle prerogative della comunità di brujx, passando anche per la cucina; tra le pagine infatti vengono menzionati i deliziosi piatti preaparati da abuela Lita, capaci ogni volta di far venire l'acquolina in bocca. E naturalmente è di grande importanza la parte fantasy, che si sposa perfettamente con la battaglia di Yadriel e il percorso che lo trasforma da ragazzino in uomo adulto. Lui rappresenta le persone che per troppo tempo hanno dovuto nascondersi nell'ombra, che lottano ogni giorno per il sacrosanto diritto di affermare: "Io esisto. Io sono qui. Questə sono io", che attraversano il loro buio senza arrendersi mai, traendo forza da chi amano. Ed è un esempio molto positivo.

Questo libro meriterebbe molto più di cinque stelle. È una storia che ti apre gli occhi su questioni e tematiche di vitale importanza, che ti fa divetire e sognare, che ti rompe il cuore in mille frammenti e poi te lo ricompone con delicatezza e amore, riempiendoti di speranza. È una storia che meriterebbe davvero di essere adattata per il grande schermo, una storia che potrebbe essere d'aiuto a un'infinità di persone, perché dona una voce a chi fino a poco tempo fa era costrettə a rimanere in silenzio.

Non è certo la prima volta che lo dico, ma fatevi un regalo al cuore e leggete Cemetery Boys. E se tra voi c'è qualche Yadriel allora ricordate quest'importante verità: per quante battaglie dovrete ancora combattere, voi non siete solɜ.



Non hai bisogno del permesso di nessuno per essere te stesso, Yads.



VOTO: 5/5 











giovedì 18 novembre 2021

Banana? Banana!

TITOLO: Banana? Banana!

CATEGORIA: Boy's Love

GENERE: Commedia, sentimentale

ANNO: 2017-2021

STORIA: Bon

DISEGNI: Chiaretta e Ilaria Chiocca

PAESE: Italia

CASA EDITRICE: Kasaobake

DISPONIBILITA': Kasaobake, Shockdom, Amazon

VOLUMI: 3 (completo)

PREZZO: 6,90 euro (per volume)

TRAMA

Filippo aveva una vita normale, prima di incontrare Felice, un fruttivendolo palestrato stupidamente sensibile e totalmente privo di spirito di sopravvivenza. Ma non ha scampo! E, ad un passo dalla laurea in medicina, viene risucchiato nel vorticoso caos che si genera spontaneamente attorno a Felice come fosse normalità. Per Filippo sarà difficile non farsi coinvolgere dalle banane, ma se non fosse solo una questione di potassio  e fosse proprio amore?

RECENSIONE

Quale diavolo di fruttivendolo
venderebbe solo banane?

Osservando la grafica delle tavole di questo fumetto, ci si aspetterebbe che sia un manga. Ebbene, effettivamente stiamo parlando di un manga, ma di un manga italiano, o, per meglio dire, di un fumetto italiano in stile manga. E' una commedia che racconta di amore e di amicizia, ma, soprattutto, è un boy's love italiano, in cui vengono trattate le vicende che legano i due protagonisti, Filippo e Felice, i quali attraversano varie peripezie che li porterà verso la felicità.

Al di là dell'orgoglio che un lettore italiano può provare, in specie se è appassionato di manga, e del genere boy's love, nel leggere questo manga di produzione italiana, i fatti sono raccontati in modo divertente, con senso dell'umorismo, anche se gli ostacoli non sono sentiti in modo abbastanza forte, e gli eventi sembrano filare lisci. Tuttavia, come la stessa autrice dichiara nelle pagine di postfazione, l'opera vuole essere leggera e creare una storia che faccia ridere e che incoraggi, dunque si può sorvolare su quest'aspetto, che può apparire come un difetto. Il fumetto riesce nell'intento e regala momenti di sorriso e di stacco dalla tensione quotidiana. Se si ha voglia di prendersi un momento di evasione e di divertimento, Banana? Banana! è un bel toccasana.


Ormai, sembra una vita che
aspetto un abbraccio tanto gentile...

Però, ciò che rende questo manga unico è il fatto che, pur trattandosi di un male x male romance, è diverso rispetto ai soliti manga di questo genere, nei quali c'è spesso molta intensità di emozioni, profondità e, nei fumetti più spinti, si arriva subito ad avere approcci sessuali. Il fumetto di cui trattiamo non rientra in questi canoni. Anche nelle scene più romantiche sa essere leggero, e la sessualità non viene sfiorata. Un aspetto che ho molto apprezzato, anche considerando l'opera all'interno delle tematiche LGBTQI+, poiché in molti libri, pellicole e anche fumetti, i gay, le lesbiche, le persone trans e altri vengono dipinti come dei depravati dai bassi istinti irrefrenabili. Ma Banana? Banana! non fa questo. Tutta la storia è orientata sull'aspetto emotivo, e mai su quello fisico, se non forse in dei piccoli accenni, e pur stando sul piano emotivo i fatti non si presentano in modo troppo drammatico, poiché è anche vero che le storie d'amore LGBTQI+ sono frequentemente raccontate in modo tragico.

Devo ammettere la verità
almeno con me stesso.

Voto: 5/5


 


lunedì 15 novembre 2021

Madres Paralelas

 

TITOLO: Madres Paralelas

TITOLO ORIGINALE: Madres Paralelas

 GENERE: Drammatico

PAESE DI PRODUZIONE: Spagna

CASA DI DISTRIBUZIONE: Warner Bros.

REGIA: Pedro Almodovar

CAST: Penélope Cruz, Milena Smit, Israel Elejalde, Aitana Sánchez-Gijón, Julieta Serrano, Rossy De Palma.


TRAMA

Janis e Ana diventano madri lo stesso giorno, in una clinica di Madrid. Ana è un'adolescente intimorita, mentre Janis è una fotografa di successo. Nonostante le grandi differenze  tra di loro, la nascita delle figlie crea un rapporto che evolve in maniera simmetrica.

RECENSIONE

Gli attori sono tutti di sinistra - E tu di che cosa sei? - Io sono apolitica. Il mio scopo è quello di piacere a tutti. 

Janis e Ana condividono il fatto di avere entrambe una gravidanza inattesa, ma per il resto nulla le accomuna. Ana è un'adolescente traumatizzata e spaventata dalla vita; all'opposto Janis ha un lavoro che la appaga ed è soddisfatta della propria maniera di vivere. Ad un certo punto il fato cambierà le carte in tavola, complicando in maniera clamorosa le vite di entrambe.

Nell'approcciarsi al nuovo film di Almodovar, non bisogna pensare a suoi classici film come Tutto su mia madre, questo è infatti un film per molti versi differente. Il famoso regista spagnolo non abbandona definitivamente il proprio tratto artistico ma per la prima volta decide di raccontare gli strascichi del periodo franchista e la vicenda dei desaparecidos, attraverso la storia personale della protagonista interpretata da Penelope Cruz, la sua musa prediletta che ha diretto in ben sette pellicole.

 In molte sue pellicole Almodovar ha descritto diversi archetipi di donne, questo perchè molte figure femminili hanno una sensibilità molto simile alla sua. In Madres Paralelas, le due protagoniste sono molto diverse tra loro e rappresentano generazioni molto differenti  che si confrontano nel film.

 

Ho i tratti di mia madre.

Almodovar decide così di raccontarci un modello imperfetto di madre contemporanea, tramite due paradigmi femminili diversi, attraverso i quali ci vengono mostrati i problemi della Spagna di oggi e di quella del passato. Le prove delle due attrici appaiono fin da subito  molto convicenti, ma nonostante la Cruz abbia vinto la Coppa Volpi a Venezia, si evidenzia soprattutto il talento emergente di Milena Smit.

Con Madres Paralelas, Pedro Almodovar,  è riuscito a narrare in maniera originale e personale il periodo franchista, senza fare un film biografico, ma analizzandolo attraverso il dramma personale di Janis, ponendo l'accento su questioni molto delicate e simili a molti temi che sono ancora molto presenti anche in Italia. Almodovar è riuscito a raccontare questo lato della storia spagnola rinunciando a qualsiasi retorica idealistico politica  ma dandoci un racconto più intimo possibile  e realizzando così un'opera efficace e convincente.

Adoro l'idea di avere un figlio con te Janis, ma il punto è che non so se adesso posso permettermelo. -  Il punto non è se possiamo permettercelo, il punto è che è già qui.

Voto: 3,5 

 




 

 

domenica 14 novembre 2021

"Volevo dirti delle stelle", di Roberto Emanuelli

 


TITOLO: Volevo dirti delle stelle

AUTORE: Roberto Emanuelli

CASA EDITRICE: Sperling & Kupfer

GENERE: Romance FM contemporaneo

PAGINE: 388

DATA DI PUBBLICAZIONE: 28 settembre 2021

PREZZO EBOOK: € 9,99

PREZZO CARTACEO: € 18,90



TRAMA



Dove si trova la forza di reagire quando scopriamo che la persona a cui abbiamo affidato il nostro cuore ci ha traditi? E che in realtà ha semplicemente giocato con la nostra vita? Come ci si rialza quando si è travolti dalle macerie di un sogno? Claudia e Matteo erano belli. Quando si sono conosciuti erano studenti universitari. Matteo aveva diciannove anni, era alto, gentile, con gli occhi blu e la faccia da bravo ragazzo. Claudia, di origini spagnole, aveva i capelli ricci, la pelle ambrata e una passione incontenibile per le parole. Insieme inseguivano la stessa rivoluzione: mettere l’amore al centro della propria vita. Ora, a vent’anni di distanza, Claudia si chiede se sia stato tutto vero, o solo un’illusione. Anche Matteo stenta a riconoscersi nel riflesso dello specchio: quello che adesso vede, infatti, è un uomo disposto a giocare un gioco pericoloso con Greta, che ha diciannove anni, e tutta la sfrontatezza e la fragilità di una ragazza della sua età. E mentre le loro vite assumeranno, nel giro di pochi mesi, traiettorie che nessuno avrebbe potuto immaginare, Claudia, Greta e Matteo cercheranno di trovare una risposta alla stessa domanda: l’amore vince sempre, o a volte non può che rivelarsi un terribile errore?



RECENSIONE



Ti diranno che non è amore, che è un errore, solo perché non hanno avuto il coraggio di andare fino in fondo.



Sembra solo ieri che E allora baciami usciva nelle librerie di tutta Italia conquistando il cuore di migliaia di lettori, e invece siamo già arrivati al sesto romanzo dell'acclamato Roberto Emanuelli. La storia comincia a Roma in un 2021 alternativo e ha per protagonista il trentanovenne Matteo, fidanzato da vent'anni con Claudia, una deliziosa insegnante di origini spagnole conosciuta al primo anno di università. Un tempo era un brillante avvocato dedito alla tutela dei diritti umani, ma da quando ha abbandonato la carriera per dedicarsi al lancio di app è diventato l'ombra di se stesso e ha iniziato a trascurare sempre più spesso la sua compagna, venendo meno alla promessa di un matrimonio e di una famiglia. Come se non bastasse, un giorno, in occasione del lancio di una app di incontri, conosce Greta, una modella diciannovenne che sogna di diventare medico ma è frenata dalla paura, e con lei instaura una relazione che in un primo momento si fonda sui messaggini, per poi trasformarsi in qualcosa di più profondo. E pericoloso. Perché Matteo non si rende conto di star scivolando lungo una  china che rischia di allontanarlo dalla vera felicità per sempre.

Quando l'anno scorso lessi Adesso lo sai avevo espresso la speranza di assistere a un'evoluzione nel successivo romanzo di Emanuelli, ma devo riferire con rammarico che quell'evoluzione, purtroppo, non c'è stata. Volevo dirti delle stelle si è rivelato infatti una grandissima delusione per me, guadagnandosi a buon diritto il titolo di lettura meno bella del 2021. Contrariamente ai lavori precedenti, non sono riuscita a entrare in sintonia con nessuno dei personaggi. Matteo è un protagonista davvero odioso, uno di quelli che detesti dalla prima all'ultima pagina e vorresti solo prendere a ceffoni per il suo comportamento immaturo e superficiale. Claudia poteva essere un buon personaggio, ma è stata resa troppo passiva, e in effetti non fa praticamente nulla di rilevante. Ma la peggiore in assoluto è Greta, che pur avendo un passato alquanto triste, viene relegata al ruolo di bella ragazza con due gambe da favola dall'atteggiamento appiccicoso, geloso e possessivo. Attraverso di lei emerge un pessimo ritratto della generazione z, e da millennial mi sono sentita profondamente amareggiata per la percezione che certi rappresentati delle fasce 40-50 hanno dei più giovani. Anche i suoi amici ne escono abbastanza male, e come se non bastasse tra di loro c'è una coppia gay macchietta inserita tanto per. Ora, che una persona della comunità LGBT+ descriva un personaggio omosessuale "sopra le righe" per fare autoironia mi sta bene, conosco diversi autori per cui nutro una profonda stima che lo fanno, ma se a farlo è un uomo etero cisgender si sfocia soltanto nello stereotipo e nel pregiudizio.





Proteggi questo senso di bellezza e umanità che hai nel cuore, prenditene cura, non trascurarlo mai per nessuna ragione al mondo. Non permettere mai a niente e a nessuno di portartelo via. È l'unico antidoto contro le brutture del mondo.



Per il sesto romanzo di fila, oltre all'ecco scritto ogni tre per due e alle stesse canzoni, ci sono sempre loro, i blogger, considerati quasi delle divinità da ogni singolo personaggio a prescindere dal sesso e dall'età. Certo, alcuni dei loro discorsi sono molto belli, però rallentano la narrazione e non aggiungono nulla, senza contare che, nonostante si tratti di tante persone diverse, scrivono le stesse identiche cose nello stesso identico modo. Per di più alcuni di questi blogger hanno trovato il loro lieto fine nei libri precedenti, quindi non è un po' malsano il fatto che continuino a scrivere degli ex che li hanno presi in giro, o che parlino del loro unico amore come se dovessero ancora ritrovarlo quando di fatto l'hanno già ritrovato (in ogni libro è scritto anche l'anno in cui si svolge)? Mistero nero, nero misterioso.

Tornando alla storia, in sintesi si tratta di un retelling mal riuscito de L'ultimo bacio di Gabriele Muccino, in cui il protagonista viene fatto passare dall'autore come narcisista patologico (un aspetto che mi interessava molto), ma in realtà è il classsico quasi quarantenne con la sindrome di Peter Pan, e in cui c'è un finale a dir poco assurdo che non mi è andato per niente a genio.

Non mi sento di dare un giudizio del tutto negativo, considerando che lo stile è comunque buono e accattivante, che ci sono delle alcune belle frasi e che un tempo ero una fan dell'autore. Posso però concludere dicendo: <<Caro Roberto Emanuelli, è stato bello, ma le nostre strade si dividono qui.>>



Volevo dirti delle stelle, amore mio. Tutte le volte che cadranno sotto i miei occhi, o nel mio cuore, passassero anche milioni di anni, esprimerò lo stesso desiderio: io e te, insieme!



VOTO: 2/5









martedì 9 novembre 2021

Freaks out

TITOLO: Freaks out

GENERE: fantastico, drammatico, storico, guerra, avventura

ANNO: 2021

REGIA: Gabriele Mainetti

CAST: Claudio Santamaria, Giorgio Tirabassi, Aurora Giovinazzo, 
Max Mazzotta, Pietro Castellitto, Giancarlo Martini

MUSICA: Gabriele Mainetti, Michele Braga

PAESE: Italia, Germania

DURATA: 141 minuti

PRODUZIONE: Goon Films, Lucky Red, Rai Cinema, GapBusters

DISTRIBUZIONE: 01 Distribution

TRAMA

Freaks out è la storia di quattro amici,  Matilde, Cencio, Fulvio e Mario, così legati tra loro da essere quasi come fratelli. Siamo nel 1943, a Roma, proprio nel bel mezzo della Seconda guerra mondiale e nell'anno in cui la Capitale è scenario di bombardamenti tra nazisti e Alleati.
I quattro lavorano in un circo, gestito da Israel, che per loro, più che un capo, è una sorta di figura paterna. Quando quest'ultimo cerca di trovare una via di fuga che li porti lontano dal conflitto, scompare misteriosamente, lasciando i quattro soli e senza alcuna prospettiva. Matilde, Cencio, Fulvio e Mario si ritrovano improvvisamente senza quello che avevano prima, un circo che era sinonimo di famiglia e sicurezza. Senza Israel, senza il tendone sono soltanto dei fenomeni da baraccone privi di uno scopo nella vita, bloccati nella Città eterna, che inizia a crollare sotto i duri colpi bellici.  

RECENSIONE

Franz si è convinto che esistono
scherzi della natura, dotati di poteri speciali.
E' il suo regalo per Hitler.

Il regista di Lo chiamavano Jeeg Robot ci presenta una nuova pellicola in stile fumettistico, dove vediamo personaggi con superpoteri che vivono delle avventure in un contesto storico. In piena guerra, quattro artisti circensi con delle capacità straordinarie lottano per sopravvivere in mondo che li ha rifiutati, temendo i loro poteri, e per mantenere saldo il loro legame, che il conflitto mondiale minaccia di recidere.

La storia tratta del tema della diversità e dell'accettazione in modo coinvolgente e profondo. I personaggi sono ben caratterizzati e la trama è ben sviluppata. Le scene sono emozionanti in ogni minuto, e i momenti action sono straordinari. Il personaggio che colpisce di più è Matilde, una ballerina elettrica, interpretata da Aurora Giovinazzo, la quale dimostra di sapersi ben calare nel suo ruolo. Nella miniserie Sorelle l'attrice recitava la parte di una ragazzina sfrontata, forte e sicura di sé, ma qui riveste i panni di una personalità più timida, e lo fa con classe. Oltre a questo aspetto, il personaggio di Matilde è, fra tutti, uno di quelli che più rappresenta la difficoltà dell'accettazione. Lei, infatti, deve imparare ad accettare sé stessa. Insieme a lei, colpisce anche il personaggio di Franz, nato anche lui con qualcosa che da tutti è considerato un handicap, e presenta la stessa difficoltà in modo più amplificato, essendo cresciuto in un contesto dove il diverso di certo non viene ben considerato. Egli rappresenta il demone, sia esteriore che interiore, che Matilde e i suoi confratelli devono combattere, per poter vivere serenamente.


 Tu sei speciale ragazzina,
tu c'hai un dono.

E' molto forte anche il tema della famiglia e dei legami affettivi. Di questo il rappresentante è Israel, padre dei quattro protagonisti, anch'egli un grande personaggio, simbolo di amore paterno e della stessa accettazione. Un film eccezionale anche per gli effetti speciali e il tono fumettistico, il tutto messo in un'ambientazione storica nella quale l'accettazione non è certo un tema che trova molto terreno fertile. Una storia dinamica sia dal punto di vista degli eventi, che dal punto di vista dell'aspetto psicologico dei personaggi. Eccezionali le scene d'azione, che diventano sempre più intense battaglia dopo battaglia.

Il mio non è un dono,
è una maledizione.

 Voto: 5/5


 

lunedì 8 novembre 2021

Titane

 

  

TITOLO: Titane

TITOLO ORIGINALE: Titane

GENERE: Orrore, fantascienza

PAESE DI PRODUZIONE: Francia, Belgio

CASA DI DISTRIBUZIONE: I wonder pictures

REGIA: Julia Ducournau

CAST: Vincent Lindon, Aghate Rousselle, Garance Marillier, Lais Salameh, Myriem Akheoddiu, Bertrand Bonello, Thibault Cathalifaud, Frédéric Jardin, Florence Janas

DURATA: 108 minuti  


TRAMA

Alexia ha un placca di metallo conficcata nel craino a causa di un incidente avvenuto quando era una bambina. Ballerina in un salone di automobili, le sue performance erotiche la rendono preda apparente degli uomini, che l'approcciano senza alcuna mezza misura. Ma Alexia uccide con un fermaglio ogni uomo che tenta di approcciarla, cominciando così una lunga serie di omicidi che la costringono a fuggire. Assumerà l'identità di Adrien, il figlio di un  comandante dei pompieri, scomparso dieci anni prima. Alexia è una macchina programmata per uccidere in ogni modo, il padre di Adrien invece, indossa una divisa che è programmata per salvare vite e ha il disperato bisogno di credere a quella falsa identità. Tutto li separa ma poi qualcosa li unirà per sempre.


RECENSIONE

Nessuno mi puoi giudicare.

Alexia, una bambina irrequieta, tormenta in ogni modo il padre alla guida dell'auto. Agitata sul sedile posteriore, incomincia a percepire le vibrazioni del veicolo, imitando il rumore del motore. In lei c'è già un'attrazione fisica per il motore del veicolo. Una distrazione, la cintura di sicurezza improvvisamente sganciata, l'ira del padre e lo schianto che li porta fuori dalla carreggiata. Un'operazione d'urgenza metterà una calotta di metallo al posto di un pezzo di cranio di Alexia che crea un rapporto unico con l'automobile.

Il film vincitore della Palma d'oro all'ultima edizione di Cannes riprende un tipo di fantascienza  stile anni 80. In questo senso è molto simile allo stile di certi film di David Cronenberg pur non essendo assolutamente al livello di una sua pellicola. L'obiettivo di Titane è quello di illustrare il lato più folle della mente umana, ma all'interno della narrazione viene rappresentato in maniera superficiale.

Dopo la vittoria di Parasite due anni fa si può tranquillamente dire che Cannes ha premiato un altro film inguardabile. La trama di Titane è troppo confusa e ci sono certe sfumature che sono incomprensibili, soprattutto il rapporto tra Alexia e il padre del ragazzo scomparso di cui prende l'identità.

 

Guarda me. La conosci la Macarena?

L'unica cosa notevole di questa pellicola sono le prove recitative dei due attori protagonisti, che però non sono sufficienti a salvare il film. Titane si fa carico di rappresentare un delirio mentale uomo-macchina ma fallisce miseramente, e  fallisce perchè la sceneggiatura non riesce a raccontarci adeguatamente la reale trama pensata dallo sceneggiatore.

Titane è un film inconcludente, che non meritava il successo di critica avuto a Cannes.

Fermati.

 

Voto: 1,5/5