domenica 31 gennaio 2021

"FATE. THE WINX SAGA"

 


TITOLO: Fate. The Winx Saga

TITOLO ORIGINALE: Fate. The Winx Saga

GENERE: Fantasy, Teen Drama

STAGIONI: 1 (in corso)

EPISODI: 6

ANNO: 2021

REGIA: Lisa James Larsson, Hannah Quinn, Stephen Woolfenden

CAST: Abigail Cowen, Hannah van der Westhuysen, Precious Mustapha, Eliot Salt, Elisha Applebaum, Danny Griffin, Sadie Soverall, Freddie Thorp, Theo Graham, Jacob Dudman, Eva Birthistle, Robert-James Collier, Eve Best, Leslie Sharp, Alex Macqueen, Kate Fleetwood

PAESE DI PRODUZIONE: Gran Bretagna, Italia

DISTRIBUZIONE: Netflix


TRAMA


Quando si ritrova a frequentare Alfea, il collegio di magia del mistico Oltre Mondo, Bloom, potenzialmente una delle fate più potenti di sempre, impara a sue spese che la magia, soprattutto se non controllata, ha un prezzo. Lei e le coetanee Stella, Aisha, Musa e Terra dovranno imparare a gestire i propri poteri magici mentre affronteranno i mostri che minacciano la loro esistenza e allo stesso tempo tutte quelle questioni tipiche della loro età, come l'amore e le rivalità.


RECENSIONE


È una cosa che imparerai il primo giorno in classe: la magia delle fate è legata alle emozioni. Amore. Odio. Paura. Più forte è l'emozione, più forte è la magia.


Sono passati diciassette anni dall'uscita di Winx Club, il cartone ideato da Iginio Straffi che ha conquistato il cuore di migliaia di appassionati in tutto il mondo, compresa la sottoscritta, perciò provate a immaginare la mia gioia quando ho scoperto che sarebbe uscito un adattamento in live action pensato per un pubblico più adulto. La serie fin dall'inizio si è ritrovata al centro di polemiche dovute ad alcuni stravolgimenti rispetto ai toni e alla trama originali e all'assenza di alcuni personaggi, ma per quanto mi riguarda ho preferito fare la scissione tra le due opere per non farmi condizionare. 

In questo adattamento, Bloom è una ragazza fragile e complessata che si ritrova a frequentare il college di Alfea dopo aver quasi ucciso involontariamente i genitori adottivi con i suoi poteri. Lì stringe amicizia con altre sue coetanee e impara poco a poco a controllare la magia, scoprendo verità sconcertanti su se stessa e il mondo che la circonda. Ben presto però dovrà fare i conti con i Bruciati, entità demonianche che minacciano la sua stessa esistenza e quella di tutti gli esseri magici, mentre un nemico misterioso trama nell'oscurità.

Nonostante tutto l'inferno mediatico che ha subito e continua a subire, devo dire che Fate è davvero una bella serie. Ho molto apprezzato il fatto che sia stato scelto un cast molto variegato, capace di abbattere gli stereotipi fisici presenti nel cartone.  I personaggi risultano ben caratterizzati, ho amato in particolar modo Terra, la cugina adorabilmente logorroica e determinata di Flora, l'empatica Musa e la complessa e imperfetta Bloom (che è sempre stata la mia Winx preferita). Non mancano ovviamente tanti nuovi personaggi tutti da scoprire, alcuni dei quali sono queer.

La trama ha risvolti più cupi e horror, e affronta l'adolescenza in maniera schietta, senza fronzoli e in tutta la sua realtà. Centrale è il tema della magia e della ricerca della propria identità, ma sono trattati anche temi come l'amore, la ricerca della verità e il valore dell'amicizia, che qui viene scoperto poco a poco.



Bloom ha il potenziale per diventare la fata più potente che sia mai esistita.


Altri aspetti che ho molto apprezzato sono la colonna sonora, in cui spicca la bellissima A moment apart di ODESZA, che fa da sfondo a una delle scene più spettacolari, nonché la meravigliosa ambientazione: la serie infatti, oltre ad avere una splendida Alfea, è stata girata nella terra dei miei sogni, l'Irlanda, con i suoi paesaggi suggestivi e pieni di magia. 

Una cosa che invece non ho apprezzato è il numero degli episodi: per una trama così complessa, sei puntate sono troppo poche. Alcuni archi narrativi infatti sono stati sacrificati, ma spero che vengano approfonditi nella seconda stagione.

Rimane comunque e una serie bella e godibile, piena di colpi di scena che si susseguono fino alla fine, lasciando le porte spalancate per un sequel che spero di poter vedere presto.


Quando risolvo le vite delle altre persone non devo pensare a quanto cazzo sia a pezzi la mia. Siamo tutti a pezzi, Bloom. C'è del fascino anche in questo.


VOTO: 4/5




mercoledì 27 gennaio 2021

Cinque film da vedere per la giornata della memoria

 

 

 Oggi, come ogni anno dal 2005, si celebra nel mondo il Giorno della Memoria.  E' il giorno che è stato scelto per ricordare le persone che sono morte durante la Shoah. Per dare un mio contributo a ricordare coloro che hanno perso la vita durante le stragi naziste, ho deciso di fare un elenco di cinque film che hanno come tematica lo sterminio avvenuto nei campi di concentramento. I cinque film che ho selezionato sono quelli che raccontano la Shoah nella maniera più efficace e ci ricordano una delle più grandi tragedie causate dall'odio.



1) Schindler's list (1993) diretto da Steven Spielberg

 

Partiamo dal capolavoro di Spielberg.  Schindler's list racconta la storia vera di Oskar Schindler, un imprenditore tedesco vicino al partito nazista. Schindler assumeva nella sua fabbrica di stoviglie gli ebrei che vivevano nel ghetto di Cracovia come manodopera a basso costo.  Dopo la deportazione, rendendosi conto di che cosa succedeva nei lager, continua ad assumere operai ebrei nella sua fabbrica. In questo modo, Oskar Schindler ha salvato migliaia di vite. Schindler's list è sicuramente il film più personale di Spielberg, per via delle origine ebraiche della sua famiglia. L'opera riprende con molta sensibilità e in certi tratti con crudo realismo ciò che è avvenuto nei campi. In certi momenti, il coinvolgimento emotivo è tale da farci sentire al fianco delle vittime. Per dare un'ulteriore dimensione realistica al film, Spielberg ha deciso di effettuare le riprese in un vero campo di concentramento, ovvero a Krakow-Plaszow in Polonia. Schindler's list  ha vinto ben sette premi Oscar, tra cui miglior regia e miglior film.

Dopo che i tedeschi hanno invaso la Polonia, l'industriale tedesco Oskar Schindler (Liam Neeson) si accattiva le simpatie dei pezzi grossi delle SS e impiega ebrei nella sua fabbrica di stoviglie, come manodopera a basso costo. Anche dopo la distruzione del ghetto e la deportazione in un campo di concentramento, ottiene che i suoi operai continuino a lavorare per lui e godendo di un trattamento di favore e salvandoli dalle atrocità naziste.


 2) La Tregua (1997) diretto da Francesco Rosi


E veniamo al film di Francesco Rosi tratto dal capolavoro di Primo Levi La Tregua, che è il seguito letterario di Se questo è un uomo. Mentre Se questo è un uomo racconta la  vita di Levi dentro il campo di concentramento polacco di Auschwitz, La Tregua racconta il suo viaggio di ritorno verso Torino, la sua città natale, che Levi ha dovuto intraprendere dopo che l'Armata Rossa è entrata a Auschwitz e ha liberato i deportati. Nella trasposizione cinematografica, Rosi ha deciso di rispettare il testo scritto da Levi costruendo una narrazione fedele al romanzo e raccontando i fatti come Levi gli ha descritti nel suo libro. Per interpretare Primo Levi Rosi ha scelto John Turturro, una stella del cinema americano, che è riuscito a darci un'interpretazione densa di carica emotiva. La Tregua è l'ultimo film che Rosi ha diretto ed è uscito esattamente dieci anni dopo la morte di Primo Levi.

Il travagliato ritorno di un gruppo di deportati italiani dal campo di concentramento di Auschwitz: Primo, Cesare, Daniele, Unverdorben, Ferrari, D'agata.


3) La vita è bella (1997) diretto da Roberto Benigni

 

La vita è bella è uno dei film italiani più famosi al mondo. Benigni decide di prendere un punto di vista completamente originale sulla Shoah, ovvero quello dei bambini, tentando di raccontare in una maniera semplice, ma  allo stesso tempo con grande drammaticità, lo sterminio della popolazione ebraica e delle altre minoranze. Il film è stato premiato con tre premi oscar e il momento in cui la Loren, mentre ne annunciava la vittoria, ha urlato a squarciagola il nome di Benigni ormai è storia.

L'ebreo Guido Orefice ne inventa di tutte per conquistare la maestra Dora. Ma la loro felicità dura poco perché vengono entrambi spediti in un campo di concentramento insieme al figlioletto Giosuè , al quale il padre fa credere che stanno partecipando ad un gioco a punti.


 4) Il Pianista (2002) diretto da Roman Polanski


Tratto dal romanzo autobiografico Il Pianista del compositore ebreo polacco Wladyslaw Szpilman. Il film di Polanski è uno dei più riusciti tra quelli ispirati alla Shoah. Polanski, figlio di deportati, compie un doloroso viaggio nella memoria, mostrandoci prima la vita di una  normale famiglia ebrea  all'interno del ghetto di Varsavia, e poi la tragica dispersione dei suoi membri nei campi. Con una narrazione che rispetta i canoni tradizionali, Polanski trattiene con pudore le emozioni e rappresenta la storia di Szpilman come una metafora della sofferenza umana, mostrandoci il protagonista devastato nel corpo e con solamente la sua passione per Chopin a sostenerlo.

Il giovane e affermato pianista ebreo Wladyslaw Szpilman conosce la tragedia della persecuzione nazista. Chiuso nel ghetto insieme agli altri ebrei, è l'unico della sua famiglia a salvarsi dalla deportazione, contando sul silenzio del generale tedesco Will Honsenfeld, che lo scopre nel suo nascondiglio ma non lo denuncia stimandolo come compositore.


5) Il Bambino con il  pigiama a righe (2008) diretto da Mark Herman

 Trasposizione cinematografica del romanzo di John Boyne. Il film narra dell'amicizia segreta  che nasce tra Bruno, un bambino di otto anni figlio di un ufficiale nazista, e Shmuel, un bambino ebreo deportato nel campo di concentramento dove lavora il padre di Bruno. Herman adatta il romanzo di Boyne tenendo per tutto il film la macchina da presa ad altezza di bambino, ed è abile nel ripercorrere inizialmente i cliché sull'Olocausto per poi confondere strada facendo il confine tra bene e male, abbandonando così inaspettatamente un tono fiabesco e prendendo un tono drammatico nelle ultime inquadrature.

Figlio di un gerarca nazista, che si trasferisce nei pressi di un lager con la famiglia, il piccolo Bruno incontra, oltre il filo spinato che separa il giardino della sua casa dal lager, il coetaneo deportato Shmuel, con il quale instaura un'amicizia segreta.